Classici Italiani
La rinascita del teatro senechiano - 1543

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

La rinascita del teatro senechiano - 1543

GIRALDI CINTIO, Giovanni Battista (1504-1573). Orbecche. Tragedia. (Venezia, eredi di Aldo Manuzio, 1543).

 

PRIMA EDIZIONE della tragedia che segna la rinascita europea del teatro senechiano con le sue tinte fosche e le sue cruenze, in aperta opposizione alla formula trissiniana.

Rappresentata per la prima volta nel 1541 in casa dell’autore davanti al duca Ercole II, cui è dedicata, l’Orbecche, più di ogni altra composizione teatrale di quel periodo, plasmò la produzione drammatica italiana, causando nel decennio 1542-1552 una vera e propria esplosione di tragedie, ed influenzò notevolmente anche il teatro francese grazie alla traduzione che ne diede J.E. du Mounier.

Pur introducendo il lieto fine, da Seneca Giraldi trasse il gusto per le vicende macabre, le situazioni terrificanti, le sentenze morali, i dialoghi articolati, i lunghi monologhi e per la presenza del coro.

Il ferrarese Giraldi Cinzio studiò dapprima medicina e filosofia, poi lettere umane presso lo studio della sua città natale, succedendo nella cattedra al maestro C. Calcagnini (1541). Durante il ducato di Ercole II d’Este e negli anni del circolo di Renata di Francia egli fu il protagonista incontrastato del panorama culturale ferrarese. Successivamente, in seguito ad un contrasto avuto con i duchi della sua città, andò in volontario esilio prima a Mondovì, poi a Torino ed infine a Pavia.

La critica moderna considera fondamentale il suo contributo alla teoria letteraria (scrisse un discorso Intorno al comporre delle commedie e delle tragedie ed uno Intorno al comporre dei romanzi, pubblicati a Venezia nel 1554) e alla codificazione di nuovi e vecchi generi (tragedia, tragicommedia, satira, egloga, commedia, novella, poema eroico). Il suo teatro (in tutto nove tragedie stampate a Venezia nel 1583) e la sua raccolta di racconti, intitolata gli Hecatommiti (Mondovì, 1565), costituirono una delle fonti principali del teatro elisabettino.

 

Descrizione fisica. Un volume in 8vo di cc. 62, 1 bianca, (1) con l’ancora. Ritratto dell’autore inciso in legno al verso del titolo. In alcuni esemplari il ritratto figura al centro del titolo stesso. Nello stesso anno apparve una contraffazione recante 63, (1) carte ed un ritratto differente.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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