Classici Italiani
L'epistolario della maggior figura femminile del medioevo italiano - 1500

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

L'epistolario della maggior figura femminile del medioevo italiano - 1500

CATERINA DA SIENA, Santa (1347-1380). Epistole devotissime. (Venezia, Aldo Manuzio, 15 settembre 1500).

 

SECONDA EDIZIONE delle lettere spirituali di Santa Caterina, eccezionale figura femminile del tardo medioevo.

Rispetto alla prima edizione apparsa a Bologna nel 1492 e contenente solo trentuno lettere, la bellissima edizione aldina, che è la prima in lingua italiana stampata dal celebre editore veneziano, presenta trecentocinquantatre delle trecentosessantotto lettere della Santa che furono raccolte da Bartolomeo d’Alzano, frate domenicano di Bergamo, nell’arco di vent’anni. Nella dedica al cardinale F. PiccolominiTodeschini (futuro papa Pio III), il Manuzio ricorda di aver voluto stampare l’opera come antidoto consolatorio ai terribili mali del tempo.

Dettate oralmente fra il 1365 e il 1380, le lettere di Santa Caterina rappresentano la prima grande raccolta epistolare in volgare di una donna. Esse esprimono alla perfezione l’aspetto umano dell’autrice e il suo messaggio spirituale attraverso una prosa linguisticamente e stilisticamente innovativa. Inoltre testimoniano dell’autorevolezza ed importanza sociale da lei ottenute nel corso della sua esistenza. Santa Caterina non si limitò infatti ad una vita mistica e contemplativa, ma decise di trasmettere il suo messaggio alla comunità dei fedeli e di prendere parte attiva alle vicende politiche e culturali del suo tempo.

Varie sono le lettere indirizzate ai papi, ai quali Caterina ricorda le responsabilità del loro ufficio. In molte altre essa esprime il suo amore materno per i discepoli e il volgo senese, mettendo in rilievo l’importanza di una vita centrata sull’amore.

Con l’apparizione dell’edizione aldina, le epistole di Santa Caterina, che già nel secolo precedente avevano esercitato una profonda influenza sulla scrittura epistolare, ottennero la definitiva consacrazione, inaugurando al femminile un genere editoriale destinato ad avere grande successo nel corso del Cinquecento.

Caterina di Jacopo di Benincasa, figlia di un tintore senese, prese l’abito domenicano nel 1364 contro la volontà della famiglia che voleva maritarla. Votata ad una vita ascetica e meditativa, Caterina mantenne tuttavia contatti con vari frati del suo e di altri ordini, che le fecero da guida spirituale e la introdussero alla lettura del breviario e delle vite dei santi Padri.

La vocazione di aiutare il prossimo ebbe però il sopravvento sul suo temperamento d’anacoreta e presto, intorno a lei, andò creandosi una schiera di seguaci, di cui Caterina si definiva la «mamma», formata da donne e uomini, religiosi e laici, di varie estrazioni sociali. Dopo il 1370 cominciò anche ad interessarsi attivamente di politica e ad avere rapporti diretti con il papa e gli alti prelati, mentre la sua fama superava ormai i confini senesi e si propagava in tutta Italia. Lei stessa intraprese numerosi viaggi, visitando Firenze, Pisa e, nel 1376, Avignone. Al ritorno fondò a Siena un convento di monache, Santa Maria degli Angeli, che fu ricavato in un fortilizio donatole da un ricco cittadino, e compose il Dialogo della divina provvidenza.

Gli ultimi anni furono da lei trascorsi a Roma, nel tentativo di sostenere Urbano VI e la riforma della Chiesa. Morì a Roma il 29 aprile del 1380. Caterina venne canonizzata nel 1461 per iniziativa di Pio II Piccolomini.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio di cc. 422, numerate da I a CCCCXIII con vari errori ed omissioni. Con una grande figura in legno che ritrae la Santa incoronata da due angeli.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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