GADDA, Carlo Emilio (1893-1973). La cognizione del dolore. Con un saggio introduttivo di Gianfranco Contini. Torino, Einaudi, (aprile) 1963.
PRIMA EDIZIONE del più autobiografico tra i romanzi di Gadda.
Uscito a puntate in prima stesura sulla rivista “Letteratura” tra il 1938 e il 1941, fu cominciato nel 1937 a Roma, dove l’autore si trovava per completare un progetto per conto del Vaticano. Il ricordo della madre, morta l’anno precedente, fece riaffiorare in lui profonde emozioni che confluirono nel romanzo, senza tuttavia riuscirle completamente a domare.
La narrazione è ambientata negli anni Venti in un immaginario paesino del Sud-America, dietro cui si cela la Brianza. Il protagonista, l’ingegnere Gonzalo Pirobutirro, ha anch’esso un rapporto molto conflittuale con la madre. La vicenda si interrompe nel tragico momento in cui Gonzalo trova la madre moribonda in seguito ad una brutale aggressione. Oltre Gadda non riuscì ad andare.
La cognizione del dolore doveva inizialmente essere inserita come “frammento narrativo” nella serie le Meraviglie d’Italia, ma, trasformatasi in romanzo, l’autore la fece uscire sulla rivista fiorentina che aveva raccolto l’eredità di “Solaria”. Negli anni precedenti egli aveva preso parte a Firenze agli incontri presso il celebre Caffè Giubbe Rosse, dove erano soliti trovarsi critici letterari, scrittori e poeti come Gianfranco Contini (che per tutta la vita fu sempre in stretti rapporti di amicizia con l’ingegnere milanese), Giacomo Debenedetti, Elio Vittorini, Eugenio Montale e Mario Luzi. Nel 1941 Gadda firmò un contratto decennale con Sansoni per pubblicare La cognizione dopo un’attenta revisione. Alla scadenza dei dieci anni, egli promise l’opera a Giulio Einaudi, ma il processo di revisione era ancora in alto mare (e mai si concluse). Einaudi, che in quel momento rappresentava l’editore di grandi dimensioni più colto ed elitario del panorama italiano, dovette pazientare ancora dodici anni prima di poter licenziare il romanzo, seppur ancora incompleto, ma Gadda rappresentava per la casa torinese uno dei perni fondamentali di un ambizioso progetto culturale, cui era impossibile rinunciare nonostante le sue stravaganze, i tradimenti e i continui ripensamenti.
Oltre alla celebre introduzione di Contini, l’edizione Einaudi, apparsa nella collana “Supercoralli”, contiene anche un’altrettanto celebre nota editoriale, scritta in forma di dialogo e intitolata L’Editore chiede venia del recupero chiamando in causa l’Autore, in cui sono narrate le travagliate vicende del romanzo. A partire dalla quarta edizione del 1970, Gadda introdusse due capitoli finali, che non concludono comunque la trama del racconto. Nato a Milano da una famiglia benestante, Carlo Emilio Gadda si laureò in ingegneria elettrotecnica, esercitando la professione in varie parti d’Italia, in Germania, in Belgio ed in America latina. Dopo l’esordio nel ’31 con la Madonna dei filosofi, nel 1934 pubblicò il Castello di Udine e nel 1944 la raccolta di racconti L’Adalgisa. Nel secondo dopoguerra lavorò per un certo periodo in RAI. Nel 1957 con l’uscita del romanzo giallo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana ottenne un grande, quanto per lui sgradito successo di pubblico. Al 1967 risale invece Eros e Priapo.
Per lo straordinario impasto linguistico (che spazia dal dialettale all’aulico ed è condito da numerosi neologismi) e per la tensione espressionistica della sua prosa che tende a deformare la realtà e portarla quasi su un piano metafisico, Gadda è stato da molti avvicinato a Louis-Ferdinand Céline.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. 223. Legatura editoriale in tela con sovraccoperta illustrata. Dalla collezione i “Supercoralli”. Questa prima edizione in commercio fu stampata nell’aprile del 1963 in 11000 copie. La seconda edizione, tirata a 14000 copie, si distingue solo per la diversa grammatura della carta. Nel marzo dello stesso anno, tuttavia, era apparsa un’edizione fuori commercio, di sole 100 copie, recante sulla sovraccop. il ritratto fotografico dell’autore.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010