MORAVIA, Alberto (1907-1990). Gli indifferenti. Milano, Alpes, (maggio) 1929.
PRIMA EDIZIONE del folgorante esordio letterario di Alberto Moravia.
Composto tra i diciassette e i ventidue anni dopo l’uscita dal sanatorio di Cortina d’Ampezzo, il romanzo venne stampato a spese dell’autore, che si fece prestare i soldi dal padre. Nonostante la spietatezza con cui l’autore descrive un mondo borghese fatto di debolezze ed ipocrisie, Gli indifferenti, grazie anche ad una vicenda per l’epoca abbastanza scabrosa, fu un successo immediato, giungendo a vendere nel giro di pochi anni quasi cinquemila copie.
L’editore Alpes lo ristampò a pochi mesi di distanza nel 1929 e poi di nuovo nel 1930. Da allora decine sono state le ristampe di questo fortunatissimo romanzo.
Alberto Pincherle (il cognome Moravia era quello della nonna paterna) nacque a Roma da una famiglia benestante di origine ebraica. All’età di nove anni si ammalò di tubercolosi ossea, a causa della quale fu costretto a trascorrere gran parte della sua giovinezza in sanatorio. Grazie al successo de Gli indifferenti, egli riuscì ad entrare negli ambienti letterari e giornalistici. Insofferente al clima oppressivo del regime, iniziò a viaggiare, pubblicando articoli per varie riviste e giungendo a conoscere molti dei grandi scrittori inglesi e francesi del tempo. Tra il 1935 e il ’36 fu negli Stati Uniti, dove, su invito di Giuseppe Prezzolini, assunse la direzione della Casa Italiana della Columbia University di New York.
Rientrato in Italia, dovette scontrarsi con la censura fascista e fu costretto a continuare a scrivere sotto pseudonimo. Nel 1941 sposò la scrittrice Elsa Morante. Nel 1944 pubblicò il suo secondo grande successo, Agostino. Costretto a fuggire da Roma in quanto ricercato dalla polizia, si rifugiò con la moglie a Fondi. Dopo la liberazione, fece ritorno a Roma e riprese l’attività letteraria e giornalistica, collaborando con “Il Mondo”, “L’Europeo” e “Il Corriere della Sera”.
Nel secondo dopoguerra iniziò la fortuna letteraria e cinematografica di Moravia. Basti ricordare La provinciale (1952) con regia di Mario Soldati, La romana (1954) di Luigi Zampa, La ciociara (1960) di Vittorio de Sica, Agostino e la perdita dell’innocenza (1962) di Mauro Bolognini, Il disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard, La noia (1963) di Damiano Damiani, Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci, e così via.
Nel 1952 Moravia ottenne due riconoscimenti di opposta natura: il premio Strega e la messa all’Indice di tutte le sue opere. L’anno successivo fondò a Roma, insieme con Alberto Carocci, la rivista “Nuovi argomenti”, sulla quale scriveranno Jean-Paul Sartre, Elio Vittorini, Italo Calvino, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Enzo Siciliano e Leonardo Sciascia, solo per citare alcuni nomi.
Dopo la separazione da Elsa Morante (1962), iniziò la sua relazione con la giovane scrittrice Dacia Maraini, insieme alla quale negli anni successivi compirà numerosi viaggi in Estremo Oriente e in Africa, scrivendo bellissime relazioni e saggi di costume. Nel 1984 fu eletto deputato al Parlamento Europeo nelle file del Pci. Nel 1986 sposò Carmen Llera, una donna spagnola di quasi quarantasette anni più giovane di lui, suscitando grande scalpore. Morì a Roma il 26 settembre del 1990.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo piccolo di pagine 354. Brossura editoriale a tre colori con illustrazione di Ubaldo Cosimo Veneziani. La numerazione dei capitoli VI-XIV è ripetuta due volte.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010