GENTILE, Giovanni editor (1875-1944). Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1929-1939.
PRIMA EDIZIONE della prima enciclopedia italiana moderna, alla quale Giovanni Gentile dedicò tutte le sue eccezionali doti di organizzatore culturale e il suo prestigio politico. Nel 1925 Giovanni Treccani fondò l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, affidandone la direzione al Gentile, con lo scopo di provvedere alla creazione di una grande enciclopedia nazionale sul modello di analoghe opere già apparse in altri paesi.
Gentile, che pure era un membro fedele del Partito Fascista, seppe dare alla sua maggiore impresa una valenza nazionale, innalzando un vero e proprio monumento alla cultura italiana. Egli si avvalse della collaborazione di molti dei più illustri studiosi italiani del tempo, anche di coloro che del partito non erano membri o erano addirittura oppositori, in sorprendente contraddizione con la sua iniziativa dello stesso periodo di imporre a tutti i docenti universitari il giuramento di fedeltà al regime.
Costantemente attualizzata grazie alla pubblicazione di nuovi volumi di aggiornamenti, l’Enciclopedia Treccani rimane a tutt’oggi la più prestigiosa e scientificamente rilevante opera enciclopedica in lingua italiana.
Giovanni Gentile nacque a Castelvetrano in provincia di Trapani. Conseguita la licenza liceale nel 1893, abbandonò la amata-odiata Sicilia e si trasferì a Pisa, dove nel 1897 ottenne la laurea in filosofia presso la Scuola normale superiore. Fra i suoi maestri pisani quelli che ebbero maggior influenza su di lui furono senz’altro Donato Jaja e Alessandro D’Ancona. A Firenze, dove passò un anno di perfezionamento presso l’Istituto di studi superiori, entrò invece in contatto con lo storico Pasquale Villari e con il grande filologo romanzo Pio Rajna.
Dopo un breve periodo di insegnamento a Campobasso, nel 1900 Gentile ottenne una cattedra presso il liceo Vittorio Emanuele di Napoli. In questo periodo iniziò il suo lungo sodalizio intellettuale con Benedetto Croce, con il quale nel 1903 fondò la rivista storica, letteraria e filosofica “La Critica”. Nonostante le profonde divergenze, i due collaborarono per molti anni dominando la scena culturale italiana per oltre un decennio, anche dopo il trasferimento di Gentile, che nel 1906 ottenne la cattedra di filosofia teoretica a Palermo. Ma già nel 1913, anno in cui quest’ultimo fu chiamato ad insegnare a Pisa, Croce rese pubblicamente note le ragioni del suo dissidio con l’amico, inviando una lettera alla rivista “La Voce” di Giuseppe Prezzolini.
Dopo la fine della guerra, nel 1918 Gentile passò ad insegnare storia della filosofia a Roma e due anni dopo fondò il “Giornale critico della filosofia italiana”, con cui prendeva ulteriormente le distanze sul piano teorico dal Croce, allora ministro della Pubblica Istruzione, pur continuando a sostenerlo sul piano politico.
La rottura definitiva fra i due avvenne nel 1923, quando Gentile, appena nominato al ministero che era stato poco tempo prima dell’amico, prese la tessera del Partito Fascista, cominciando così una lunga carriera all’interno del regime. Essa si dispiegò tuttavia principalmente in ambito universitario. Egli si dimise infatti da ministro già nel 1924, in seguito all’omicidio Matteotti, senza mai più rivestire cariche politiche di primo piano.
In quell’anno al governo egli mise a punto una riforma dell’ordinamento scolastico che sarebbe rimasta in vigore, quasi inalterata, fino a pochi anni or sono. Cardini della visione pedagogica di Gentile erano l’istruzione elementare e media obbligatorie, la centralità culturale del liceo classico, l’importanza attribuita all’insegnamento del greco e del latino, la conferma dell’esame di stato introdotto pochi anni prima dal Croce e la costituzione di istituti superiori industriali destinati all’ottenimento di competenze tecnico-commerciali.
Promotore del Manifesto degli intellettuali fascisti e fautore dell’imposizione a tutti i professori universitari del giuramento di fedeltà al regime, che aprì tragiche ferite nella coscienza di tanti, egli fu inoltre impegnato nella riorganizzazione della Scuola normale superiore di Pisa, di cui dal 1932 fu direttore.
Rimasto fedele a Mussolini anche negl’anni della guerra, dopo la proclamazione della Repubblica sociale fu chiamato a Firenze in qualità di direttore dell’Accademia d’Italia, che era stata trasferita da Roma. Gentile morì il 15 aprile del 1944 nei pressi di Fiesole per mano di un commando partigiano. La sua morte provocò profonda emozione anche in coloro che non gli avevano mai perdonato la sua adesione al fascismo.
Descrizione fisica. 35 volumi in 4to grande + un volume di Indici + un volume in folio con l’Atlante internazionale. Legatura editoriale in mezza pelle con decorazioni e titoli in oro sui dorsi, piatti in tela con impressioni in oro.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010