SALGÀRI, Emilio (1862-1911). Le Tigri di Mompracem . Genova, Antonio Donath, 1900.
PRIMA EDIZIONE del romanzo in cui fa la sua apparizione la mitica figura di Sandokan, detto la “Tigre della Malesia”, ex-principe di un sultanato del Borneo, ora a capo di una banda di pirati, che vive insieme al fedele Yanez sull’isola di Mompracem.
Le Tigri di Mompracem, già apparso in appendice alla rivista “La Nuova Arena” con il titolo La tigre della Malesia (1883-’84), è il secondo degli undici romanzi che formano il celebre ciclo dei “Pirati della Malesia”, inaugurato nel 1895 con I misteri della jungla nera e conclusosi nel 1913 con La rivincita di Yanez. Salgari è il più famoso scrittore italiano di libri d’avventura. Nelle sue opere esotismo, vena fantastica, vivacità dell’azione e personalità dei protagonisti si fondono in un’atmosfera di grande suggestione epica. Oltre a Sandokan, figure come il Corsaro nero hanno ispirato la fantasia di molte generazioni di bambini e sono andate incontro a vari adattamenti cinematografici.
Emilio Salgari, veronese, frequentò l’Istituto tecnico e nautico “P. Sarpi” di Venezia, senza portare a termine gli studi. Non divenne quindi mai capitano di lungo corso, titolo di cui amò fregiarsi per tutta la vita. La sua esperienza di mare si limitò a brevi periodi di navigazione nel Mediterraneo.
Cominciò quindi a collaborare con alcuni giornali veronesi e nel 1883 pubblicò a puntate, sul periodico milanese “La valigia”, il suo primo racconto, intitolato I selvaggi della Papuasia.
Nel 1892 si trasferì a Torino, dedicandosi completamente alla letteratura romanzesca. Nella sua lunga carriera compose più di cento racconti e oltre ottanta romanzi, in gran parte raccolti in cicli, i più famosi dei quali sono quelli dei “Pirati della Malesia” e dei “Corsari delle Antille”. Lavorò con vari editori, tra cui Bemporad a partire dal 1906, ma non riuscì mai a godere dei proventi dei suoi libri. Schiacciato dai debiti e segnato dalla malattia mentale della moglie, che fu reclusa in manicomio, Salgari morì suicida a Torino nel 1911.
La straordinaria popolarità di cui goderono i personaggi salgariani fu dovuta anche alla proliferazione di apocrifi, ossia di opere che editori privi di scrupoli gli attribuivano per aver maggior successo. Salgari stesso pubblicò alcuni dei suoi romanzi sotto diversi pseudonimi, spinto soprattutto da necessità economiche e dall’urgenza di aggirare la clausola contrattuale di esclusiva che lo legava all’editore Donath.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di pp. 335. Copertina a colori di Giuseppe Gamba. Illustrazioni nel testo di Carlo Linzaghi. Dalla collezione “Biblioteca illustrata per la gioventù”.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010