Classici Italiani
L'indagine spettroscopica del sole - 1875-1877

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

L'indagine spettroscopica del sole - 1875-1877

SECCHI, Pietro Angelo (1818-1878). Le Soleil. Parigi, Gauthier-Villars, 1875-1877.

 

SECONDA EDIZIONE. Apparsa per la prima volta nel 1870, l’opera fu successivamente rivista e notevolmente ampliata dall’autore, sia nel testo che nel corredo iconografico.

Secchi cominciò ad occuparsi del sole nel 1851, misurando l’intensità delle radiazioni solari per mezzo di una pila termoelettrica.

Compiendo le misurazioni durante e dopo un’eclissi, egli verificò che il centro del sole è almeno due volte più caldo delle sue estremità.

Nel corso dell’eclissi del 1851 Secchi realizzò anche vari dagherrotipi, che possono essere annoverati fra le prime applicazioni della fotografia allo studio di un corpo celeste. Occupandosi poi delle macchie e delle protuberanze solari, egli tentò di metterle in correlazione con i fenomeni meteorologici della terra.

Secchi fu inoltre uno dei primi astronomi a fare un uso sistematico della spettroscopia, come attestano le tavole doppie che formano l’atlante d’accompagnamento all’opera.

Pietro Angelo Secchi, originario di Reggio Emilia, dopo aver frequentato il collegio dei Gesuiti della sua città natale, nel 1833 si trasferì a Roma come novizio e due anni dopo entrò nel Collegio Romano. Nel 1841 divenne docente di fisica e matematica a Loreto. Tra il 1844 e il 1848 riprese gli studi teologici, ma contemporaneamente continuò le sue ricerche nel campo dell’astronomia presso l’osservatorio del Collegio Romano, allora diretto da Francesco de Vico.

Nel 1848, in seguito all’espulsione dei Gesuiti da Roma, egli si trasferì nel collegio del suo ordine a Stonyhurst nel Lancashire inglese. Poco dopo raggiunse Washington D.C., dove divenne assistente del direttore dell’osservatorio della Georgetown University.

Nel 1849, tolto il bando contro la Compagnia di Gesù, Secchi poté far ritorno a Roma e divenne direttore dell’osservatorio del Collegio Romano. Egli promosse la costruzione di un nuovo edificio, l’acquisto di nuovi strumenti e una radicale riforma del corso di studi, al centro del quale pose l’astrofisica.

Nel 1853 scoprì una cometa con un nucleo multiplo e successivamente compì varie osservazioni sulle nebulose, su Saturno, Marte e Giove. Egli fu tra i primi ad occuparsi sistematicamente dello studio fisico dei corpi celesti, giovandosi di nuove tecniche come la fotografia e la spettroscopia. Fra i suoi impegni maggiori vi fu senz’altro la classificazione delle stelle secondo il tipo spettrale.

Nel 1871, assieme agli astronomi Pietro Tacchini e Lorenzo Respighi, fondò la Società degli Spettroscopisti Italiani, che nel 1920 è divenuta la Società Astronomica Italiana, tutt’ora esistente. Nel 1873 dopo l’ennesima espulsione dei Gesuiti, a Secchi fu concesso di rimanere nel suo osservatorio per intervento del governo. Morì a Roma nel 1878.

 

Descrizione fisica. Tre volumi in 4to piccolo, di cui due di testo ed uno di atlante. Vol. I: pp. XX, 428 con 150 figure nel testo; Vol. II: pp. VIII, 484 con 280 figure nel testo e 13 tavole fuori testo in cromolitografia, di cui 12 a colori; Atlante : 6 tavole doppie di spettrografia.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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