Classici Italiani
Il primo grande chimico-fisico italiano - 1811

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il primo grande chimico-fisico italiano - 1811

AVOGADRO, Amedeo (1776-1856). Essai d’une manière de déterminer les masses relatives des molecules élémentaires des corps, et les proportions selon lesquelles elles entrent dans ces combinaisons, in: “Journal de Physique, de Chimie et d’Histoire naturelle, et des Arts”, nr. 73, Parigi, Cuchet, luglio 1811.

 

PRIMA EDIZIONE di questa fondamentale memoria in cui, partendo dalla legge di Gay Lussac sulla combinazione dei gas in volumi, Avogadro giunse a sua volta a formulare una delle leggi fondamentali della chimica, quella che sostiene che gas lontani dal loro punto critico, aventi lo stesso volume e le stesse condizioni di temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole.

La legge di Avogadro, che non fu subito accettata dalla comunità scientifica internazionale, permette di calcolare i pesi molecolari, in quanto le differenze di peso di volumi identici di gas differenti, sottoposti alla stessa temperatura e pressione, coincidono con le differenze di peso delle rispettive molecole.

In questa memoria, poi ripresa e sviluppata nell’altro fondamentale articolo dell’Avogadro intitolato Nouvelles considérations sur la théorie des proportions déterminées dans les combinaisons, et sur la détermination des masses des molécules des corps (apparso nel 1821 nelle “Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino”), egli ebbe anche il merito di fare per primo chiarezza tra i concetti, allora ancora piuttosto confusi, di atomo e molecola.

Amedeo Avogadro nacque a Torino. Il padre, da cui ereditò il titolo di conte di Quaregna nel 1787, rivestì prestigiosi incarichi presso la corte sabauda.

Amedeo si laureò in legge nel 1795, ma dimostrò presto di prediligere lo studio della matematica e della fisica, che apprese da autodidatta. Corrispondente dal 1804 dell’Accademie delle scienze di Torino, nel 1809 fu nominato professore nel R. Collegio di Vercelli. Cinque anni dopo fu chiamato da Vittorio Emanuele I a ricoprire la cattedra, appena istituita, di fisica sublime. La mantenne fino al 1822, quindi dal 1832 al 1850. Membro dell’Accademia torinese, della Commissione superiore di statistica e presidente della Commissione dei pesi e delle misure, Avogadro fu anche maestro uditore della Camera dei conti. Morì a Torino il 9 luglio del 1856.

Oltre a numerose memorie, tra il 1837 e il 1841 pubblicò in quattro volumi la Fisica dei corpi ponderabili, ossia Trattato della costituzione materiale de’ corpi.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to. L’articolo di Avogadro occupa le pp. 58-76. Il “Journal de physique, de chimie et d’histoire naturelle”, pubblicato dal luglio 1794 al giugno 1823, fu diretto da Jean-Claude de La Métherie fino al 1817 e da H.-M. Ducrotay de Blainville fino al ’23.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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