Classici Italiani
Il più grande poeta per musica del settecento europeo (g. Folena) - 1780-1782

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il più grande poeta per musica del settecento europeo (g. Folena) - 1780-1782

METASTASIO, Pietro (1698-1782). Opere . Parigi, Vedova di Claude Jean Baptiste Herissant, 1780-1782.

 

EDIZIONE DEFINITIVA, curata da Giuseppe Pezzana, delle Opere di Pietro Metastasio.

Questi si incaricò personalmente di promuoverla per supplire agli errori delle numerose stampe che l’editore veneziano Giuseppe Bettinelli aveva dato dei suoi testi negli anni precedenti.

L’ultimo volume contiene poi in prima edizione l’importante scritto teorico Estratto dell’arte poetica d’Aristotile e considerazioni su la medesima. Quello che rimase fuori dall’edizione parigina, per lo più lettere, fu incluso nei tre volumi delle Opere postume, che apparvero a Vienna nel 1795.

Metastasio fu il più celebre ed acclamato poeta per musica del suo tempo. Egli compose un’infinità di melodrammi, di cantate, di cori e di duetti che furono musicati da tutti i maggiori musicisti del tempo, come N. Porpora, T. Albinoni, D. Scarlatti, G.Ph. Telemann, G.F. Händel, G. Paisiello, A. Vivaldi, N. Piccinni, C.W. Gluck, A. Salieri, D. Cimarosa, W.A Mozart e L. van Beethoven. Le sue opere furono tradotte e messe in scena un po’ ovunque, anche nelle colonie d’oltremare del Brasile e del Cile e nelle più remote regioni dell’Est Europa.

Nella sua arte la tragedia classica assume i connotati arcadici dell’idillio sentimentale e la grande musicalità del verso che era stata di Tasso e Guarini si unisce alla raffinata sensualità di Marino Pietro Trapassi nacque a Roma nel 1698 da una famiglia popolana. G.V. Gravina, che gli impartì la prima istruzione e ne grecizzò il nome in Metastasio, fu subito impressionato dalle sue doti di improvvisatore in versi. Successivamente Gravina lo mandò a studiare a Scalea in Calabria presso il cugino G. Caloprese. Alla morte di quest’ultimo, nel 1715 Metastasio fece ritorno a Roma, prese l’abito e s’iscrisse alla facoltà di legge. Nel 1717 pubblicò a Napoli la sua prima raccolta poetica, che comprendeva anche la tragedia Giustino.

Dopo la morte del Gravina (1718), di cui Metastasio ereditò il patrimonio e la ricca biblioteca, quest’ultimo si trasferì a Napoli a fare pratica legale. Nello stesso anno fece il suo ingresso in Arcadia con un componimento dedicato alla memoria del defunto maestro e in breve tempo divenne il poeta prediletto della nobiltà napoletana, che gli commissionava epitalami, cantate e testi teatrali.

La svolta in senso musicale della sua carriera avvenne grazie all’incontro con la cantante Marianna Benti Bulgarelli, detta la  Romanina, la quale nel 1724 interpretò il suo primo melodramma, la Didone abbandonata, scritto l’anno precedente. Dopo questo primo successo trionfale, essa continuò a seguire Metastasio nei suoi spostamenti tra Napoli e Roma, dove il poeta si stabilì definitivamente nel 1728.

Nel 1730 ci fu l’altra grande svolta della vita di Metastasio. In quell’anno egli fu chiamato a Vienna a sostituire Apostolo Zeno nell’ufficio di poeta cesareo della corte asburgica. I primi dieci anni viennesi furono i più fecondi della sua carriera. Godendo della stima dell’imperatore Carlo VI, grande appassionato di opera, in quel periodo egli raggiunse l’apice della sua arte.

Dopo la morte di Carlo VI (1740) e l’ascesa al trono di Maria Teresa, la produzione di Metastasio cambiò sensibilmente registro per uniformarsi al nuovo gusto moralistico di corte. Egli compose per lo più oratori, cantate, liriche in lode della sovrana e solo pochi melodrammi. Nel 1755 morì anche la contessa Marianna d’Althan, che durante tutto il periodo viennese era stata la sua protettrice.

Negli ultimi anni, ormai vecchio e superato dai nuovi gusti poetico-musicali che egli stentava a comprendere, Metastasio scrisse sempre meno testi teatrali, dedicandosi piuttosto a lavori storico-critici. Precettore di Maria Antonietta, nel 1768 fu nominato Accademico della Crusca. Morì a Vienna all’età di ottantaquattro anni.

 

Descrizione fisica. Dodici volumi in 8vo. Vol. I (Artaserse, Adriano in Siria, Demetrio, Il sogno di Scipione, Il natal di Giove): pp. (8), 392; II (Olimpiade, Issipile, Ezio, L’isola disabitata, Le Cinesi, Il vero omaggio, L’amor prigioniero, Il ciclope): pp. 434, (2); III (Didone abbandonata, La clemenza di Tito, Siroe, L’asilo d’amore, La pace fra la virtù e la bellezza, Le grazie vendicate ): pp. 406, (2); IV ( Catone in Utica , Demofoonte, Alessandro nell’Indie, Il tempio dell’eternità, La contesa de’ numi, Il sogno): pp. 430, (2); V ( Achille in Sciro , Ciro riconosciuto , Temistocle, Il Palladio conservato, Il Parnaso accusato e difeso, Astrea placata, Sonetti e canzonette): pp. 450, (2); VI (Zenobia, Ipermestra, Antigono, Gioas re di Giuda, Betulia liberata, Sant’Elena al calvario ): pp. 396, (4); VII (Semiramide, Il re pastore, L’eroe cinese, Giuseppe riconosciuto, La morte d’Abel, La passione di Gesù Cristo, Per la festività del Santo Natale, Isacco figura del Redentore): pp. 418, (2); VIII ( Attilio Regolo , Nitteti , Alcide al bivio , Epitalamj, La strada della gloria, Sogno, Egeria, Il parnaso confuso, Cantate): pp. 410, (2); IX (Il trionfo di Clelia, Romolo ed Ersilia, Il Ruggiero o vero l’eroica gratitudine, Il trionfo d’amore, I voti pubblici, La pubblica felicità, Partenope, La deliziosa imperial residenza di Schonbrunn): pp. 400, (2); X (La galatea, Gli orti esperidi, Il convito degli Dei, L’Endimione, La morte di Catone, L’origine delle leggi, Il ratto d’Europa; Pel Santo Natale, L’Angelica, serenata, Giustino, Lettere): pp. 400, (4); XI (L’Atenaide o vero Gli affetti generosi, Traduzione della terza satira di Giovenale, Teti e Peleo, La ritrosia disarmata, La corona, L’ape, Satira sesta del libro secondo di Q. Orazio Flacco, La gara, Tributo di rispetto e d’amore; La rispettosa tenerezza, Augurio di felicità, La pace fra le tre Dee, Invito a cena d’Orazio a Torquato, Cantate, cori e duetti): pp. 360; XII (Estratto dell’arte poetica d’Aristotile e considerazioni su la medesima; Dell’arte poetica, epistola di Q. Orazio Flacco a’ Pisoni): pp. 432. Con il ritratto dell’autore e 37 tavole fuori testo incise in rame da Ch-E. Gaucher, Deloaux, Duclos, B.L. Prévost, J.B. Simonet, Tavrini, F. Bartolozzi, M.S. Carmona, P.A. Martini, Saint-Aubin e Le Veau su disegni di Martini, G.B. Cipriani, Cochin, Picart e Moreau il Giovane.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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