CHIARI, Pietro (1712-1785). La filosofessa italiana, o sia le avventure della Marchesa N.N., scritte in Francese da lei medesima. Venezia, Angelo Pasinelli, 1753.
PRIMA EDIZIONE di quello che viene comunemente considerato come il primo romanzo italiano.
La fortuna di questo genere letterario, che ebbe grande successo in Inghilterra, Francia e Germania già a partire dalla fine del Seicento, fu in Italia piuttosto controversa. Dopo qualche sparuto tentativo cinquecentesco, a inizio Seicento ci fu una prima effimera stagione del romanzo così detto eroico-galante, aperta dall’Eromena (1624) di Giovanni Francesco Biondi e durata circa fino alla metà del secolo. Da un lato l’ostilità dei critici, dall’altra la mancanza di un mercato di lettori impedirono tuttavia che il romanzo avesse in Italia quella diffusione che, cominciata nel XVIII secolo in tutta Europa, lo fece diventare nel volgere di qualche decennio il più importante genere letterario dell’età moderna.
Chiari, recuperando e mescolando materiale alto (tradizione cavalleresca, teatro, viaggi, esotismo, ecc.) e materialo basso (pubblicistica, almanacchi, prediche, ecc.), intuì i gusti del pubblico e riuscì a soddisfarne le esigenze di ricreazione letteraria, valorizzando la trama a scapito della costruzione e coerenza dei personaggi.
Scrittore molto prolifico, che amava riprendere ed ampliare i propri romanzi, Chiari vendé nella sua carriera l’impressionante cifra di duecentomila copie. La sola Filosofessa, cui a partire dalla seconda edizione del Pasinelli del 1756 fu aggiunto un quarto tomo, fu ristampata nel giro di qualche decennio per oltre dieci volte.
L’abate bresciano Pietro Chiari compì i propri studi presso il collegio gesuitico di Modena, dove fece anche le sue prime prove letterarie. Sensibile alle mode e alle seduzioni del gentil sesso, intorno al 1747 giunse a Venezia con l’intenzione di far parlare di sé nel vivace mondo letterario della città lagunare.
Protetto dalla famiglia Grimani, nel 1749 iniziò la carriera teatrale in qualità di poeta del teatro di S. Samuele, posto occupato in precedenza da Carlo Goldoni. Oltre che per la sua produzione teatrale, Chiari si segnalò da subito per l’acceso dibattito sul teatro che lo contrappose allo stesso Goldoni. Nel 1762, anno in cui quest’ultimo partì per Parigi, egli decise di tornare a Brescia, continuando a sfornare numerosi romanzi di successo. Morì nella sua città natale il 31 agosto del 1785.
Descrizione fisica. Tre volumi in 8vo di pp. 2 bianche, 14 non numerate (compresa l’antiporta in rame), 240 + pp. (8), 240 + pp. (8), 240. Vignette calcografiche sui titoli.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010