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Un ricordo di Gianfranco Apparuti

Data 29/03/2023       Categoria Articoli e pubblicazioni
Autore Admin

Un ricordo di Gianfranco Apparuti

24 Marzo 2023

Oggi pomeriggio è mancato Gianfranco Apparuti, rilegatore e restauratore di libri antichi a Modena.

Apparuti, Gianni, o Franco nella variabile coniugazione degli affetti e delle amicizie, o anche ‘Franck’ nell’accezione di alcuni, compreso lo scrivente, aveva mosso i primi passi nella professione più di cinquant’anni fa, nella bottega del suo maestro, Manicardi, che ancora citava spesso. Messosi in proprio molto presto, ha lavorato a lungo per tanti di noi, in tutta Italia ed anche all'estero, al punto che, sebbene non sia mai esistita la carica di rilegatore della nostra associazione, lui probabilmente lo è stato indirettamente.

Armato di un sorriso e di una bonomia instancabili, ha ‘cresciuto’ almeno un paio di generazioni di librai e collezionisti, che per decenni hanno potuto incontrarlo nel suo ‘tempio’ in via Saragozza, a Modena, dove a ritmo continuo, e con l’assistenza del figlio Ruggero, a cui ha tramandato il suo sapere ed i segreti del mestiere, Franco officiava i riti di gran maestro della propria arte.

Legatore di poliedrico talento e di velocità incredibile – che non andava a scapito della qualità – e ricco di un grande campionario di ferri, ma soprattutto della capacità di usarli in modo coerente e armonico, tale da permettergli senza fare un plissé anche di replicare legature di varie epoche, ha incarnato mirabilmente la figura dell’artigiano a tutto tondo, unendo alla grande disponibilità ad assecondare le esigenze di ogni committente, scadenze incluse, una grande umanità e simpatia, rafforzata dalle chiacchere col suo bell’accento modenese, magari di fronte a un piatto di tortellini alla trattoria Aldina, a due passi dal suo studio.

Ben prima che l’espressione numerica 24/7di derivazione anglossasone assumesse un significato anche da noi, Franco la aveva già fatta sua, e da molto tempo, poiché non vi era infatti occasione in cui si negasse per accettare un incarico o consegnare un libro, anche in orari che ben esulavano da quelli canonici, innamorato come è sempre stato del suo lavoro, orgoglio e passione di una vita intera.

Innumerevoli gli aneddoti legati alla sua arte ed alla capacità di risolvere in tempi brevi casi problematici, memorabile tra tutti quello in cui dovette eseguire in poco più di un giorno una legatura per un libro destinato a essere donato a Papa Giovanni Paolo II da parte dei Savoia, dopo che ottennero il permesso di poter tornare in Italia dopo l’esilio. Ero presente in studio, quando Apparuti venne avvisato da suo figlio che una Rolls-Royce stava parcheggiando di fronte alla porta. Dopo un paio di minuti un signore azzimatissimo, onusto di spille e anelli e con un abbigliamento ridondante degno del miglior D’Annunzio, si palesò chiedendo se Franco fosse in grado di eseguire un certo lavoro per una persona importante, da eseguire in tempi molto brevi. Il nostro chiese di cosa si trattasse, e l’altro mostrò un libro del “600 in una perfetta legatura in pergamena floscia, chiedendo se fosse possibile sostituirla con una in marocchino bleu. Il volto di Apparuti coniò d’istinto una espressione di raro disgusto, e gli rispose “No guardi, non se ne abbia a male, ma sarebbe una vera bestialità. Il libro è perfetto così com’è.” L’azzimato era impreparato a tanto ardire e inizio’ a balbettare cercando di insistere, e a questo punto Franco volle spezzare una lancia in suo favore e gli propose un compromesso: “Guardi, al massimo, se proprio ci tiene, posso farle una legatura alla Du Seuil, che è l’unica cosa che potrebbe avere un senso su quel libro. Per quando le servirebbe ?’. Il dandy riprese colore – il pallore che aveva preso faceva presagire un coccolone – e sfiatò ‘Per domani sera’. Apparuti rivolse al figlio Ruggero uno sguardo di intesa, piegò il capo leggermente in avanti, fece un sorriso sornione – la serenità di chi è padrone del proprio mestiere - e gli rispose “La attendo domani sera, alle 20, non si faccia vedere prima”. E così fu, nella sua bottega è appesa la foto del Papa che riceve il libro eseguito a tempo di record.

Impossibile sintetizzare in poche righe 24 anni di ricordi a lui legati, e non so se esista in paradiso un nuvoletta speciale per i legatori, ma se ci fosse, vorrei immaginarvi Franco, sorridente in sella alla sua inseparabile bicicletta, giubbino scamosciato e mocassini sempre in pendant, intento a una consegna, perché credo nemmeno là sarebbero in grado di fermarlo. Un legatore come lui è per sempre.

Paolo Rambaldi





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