POZZO, Andrea (1642-1709). Perspectiva pictorum et architectorum. Pars prima. In qua docetur modus espeditissimus delineandi optice omnia, quae pertinent ad architecturam . [ Pars secunda. In qua proponitur modus espeditissimus delineandi optice omnia, quae pertinent ad architecturam]. Roma, Antonio de Rossi e Giovanni Giacomo Komarek, 1702-1700.
PRIMA EDIZIONE COMPLETA di questo importante trattato di prospettiva concepito ad uso pratico per pittori ed architetti.
In Pozzo la prospettiva, descritta sia sul piano teorico che a livello applicativo, viene affrontata non come materia matematica, bensì esclusivamente dal punto di vista artistico. Il ricchissimo apparato iconografico mostra proiezioni verticali ed orizzontali, piante e disegni prospettici di colonne, capitelli, cupole, archi, ecc.
La Perspectiva pictorum et architectorum ebbe un immenso successo e fu più volte ristampata e tradotta fino alla fine del Settecento, contribuendo in modo significativo alla diffusione oltralpe del Barocco romano. Mentre la seconda parte dell’opera è in prima edizione, la prima parte era già apparsa presso i torchi del Komarek nel 1693, ma senza la grande tavola ripiegata (tavola nr. 100 dell’edizione de Rossi) che raffigura il progetto del Pozzo per la decorazione del soffitto della navata della chiesa romana di Sant’Ignazio, certamente la sua fatica più grande e il culmine della sua incessante ricerca prospettica e figurativa.
Andrea Pozzo, originario di Trento, fu avviato alla pittura a Venezia. Nel 1665 entrò nella Compagnia di Gesù. Artista polivalente, egli fu attivo in molte città italiane, tra cui Roma e Milano, dove collaborò con G.D. Richini. Progettò e affrescò chiese, decorò palazzi e realizzò altari. All’inizio del Settecento, su invito di Leopoldo I, si recò a Vienna, dove passò gli ultimi anni di vita.
Descrizione fisica. Due parti in un volume in folio. Parte I: cc. 7 non numerate (titolo latino, titolo italiano, antiporta incisa della prima edizione del 1693, dedica, privilegio, tavola incisa raffigurante strumenti per il disegno e prefazione), 102 tavole calcografiche a piena pagina (di cui una ripiegata) numerate da 1 a 101 (l’ultima è fuori numerazione), 1 carta non numerata (indice delle tavole). Parte II: cc. 11 non numerate (titolo latino, titolo italiano, antiporta incisa, dedica, tavola incisa raffigurante alcuni uomini intorno ad un pozzo, prefazione e privilegio),
118 tavole in rame numerate e 11 carte finali senza numerazione (indice, tavola incisa raffigurante alcuni uomini intenti a preparare un muro per essere affrescato e breve trattato sulla tecnica di pittura ad affresco). L’opera comprende in totale 225 tavole calcografiche a piena pagina. Il testo bilingue, latino ed italiano, è stampato al verso delle tavole. La seconda parte apparve contemporaneamente in tre differenti versioni bilingue: latino-italiano, italiano-tedesco e italiano-francese. Gli incisori sono Giovanni Girolamo Frezza, Theodor Verkruys, Domenico Mariano Franceschini e Jean-Charles Allet.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010