Classici Italiani
L'unificazione del sistema monetario internazionale - 1582

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

L'unificazione del sistema monetario internazionale - 1582

SCARUFFI, Gaspare (1519-1584). L’Alitinonfo…, per fare ragione, et concordanza d’oro, e d’argento; che servirà in universale; tanto per provedere a gli infiniti abusi del tosare, et guastare monete; quanto per regolare ogni sorte di pagamenti, et ridurre anco tutto il mondo ad una sola moneta. Reggio Emilia, Ercoliano Bartoli, 1582.

 

PRIMA EDIZIONE, dedicata a C. Tassoni, consigliere segreto del duca Alfonso II, del primo importante trattato italiano sulla moneta.

Intorno alla metà del Cinquecento, sulla spinta dell’eccezionale aumento dei prezzi che colpì tutti i paesi europei e che in Italia tra il 1550 e il 1570 portò il prezzo del grano ad aumentare in termini d’argento di ben tre volte, causando grandi instabilità economiche e profonde trasformazioni sociali, si assisté ad un’ingente fioritura di pioneristici scritti di politica monetaria, i quali gettarono le basi di una nuova scienza, l’economia politica, che avrebbe raggiunto piena maturità solo due secoli dopo.

Frutto dell’esperienza maturata sul campo dall’autore, l’Alitinonfo (o Vera luce) riconosce nella moneta un mezzo di scambio e un bene pubblico, oltre che uno strumento di misurazione del valore. Al fine di migliorare queste sue prerogative, Scaruffi propone di giungere consensualmente ad una regolamentazione internazionale che ponga fine alle infinite differenze di conio riscontrabili da paese a paese, stabilendo un sistema uniforme nel quale ogni singola moneta rechi indicato il suo valore reale, ossia il suo peso e la quantità di metallo prezioso in essa contenuto.

Scaruffi intravide dunque per primo la necessità di un sistema monetario stabile ed uniforme, basato sul metallo prezioso. La sua idea di unificare il sistema monetario internazionale non ebbe tuttavia alcun seguito.

Egli ebbe inoltre il merito di porre all’attenzione delle autorità politiche il problema della moneta e degli scambi economici che avvengono attraverso di essa, sostenendo che lo stato non può esimersi dall’occuparsi in prima persona della regolamentazione delle attività commerciali dei suoi sudditi.

Gaspare Scaruffi, originario di Reggio Emilia, fu mercante e banchiere. Nel 1544 per alcuni mesi fece pratica di scambi a Piacenza. Dal 1547 lavorò come saggiatore e appaltatore nella zecca della sua città natale, per la quale ricoprì anche altri incarichi pubblici (consigliere comunale nel 1560 e tesoriere nel 1564).

Nel 1550 fu mandato a Mantova e a Parma per sostenere lo scudo reggiano, che era stato svalutato nei territori dei Gonzaga e dei Farnese. Nel 1566 rimase per alcuni mesi in prigione a causa di problemi di insolvenza del suo banco, che furono presto risolti in accordo con la Camera Ducale.

Nel 1568 propose ad Ottavio Farnese, in cambio di un lauto compenso, un progetto di riforma del sistema monetario del Ducato di Parma e Piacenza, che probabilmente conteneva in fieri le idee poi esposte nell’Alitinonfo, la cui composizione risale agl’anni 1574 1579.

Nel ‘73, nel ‘75 e nuovamente nel 1580 fu inviato in ambasceria a Ferrara presso il duca Alfonso II per discutere questioni monetarie. Nel 1580 fu eletto fra i controllori della zecca reggiana. Morì a Reggio nel 1584.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio di cc. (6, di cui l’ultima bianca), 60, (6, compresa l’ultima bianca). Bellissimo frontespizio inciso in rame da Giulio Taccoli e 2 tabelle ripiegate, inserite nella numerazione come cc. (13)-(14) e (16)-(17). Inoltre con 4 piccole xilografie nel testo (monete). In alcuni esemplari si trova in appendice, di Prospero Bisi, la Breve instruttione sopra il discorso fatto dal Mag. M. Gasparo Scaruffi per regolare le cose delli danari (Reggio, Bartoli, 1582), composta da 10 carte.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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