CANANI, Giovanni Battista (1515-1579). Musculorum humanis corporis picturata dissectio. [Ferrara, Francesco Rossi, ca. 1541].
PRIMA EDIZIONE del primo trattato moderno di miologia. Il Canani giunse a pubblicare solamente il primo dei sei libri da lui previsti, perché nel frattempo Andrea Vesalio, che si trovava nel 1542 a Ferrara, gli mostrò le tavole della sua De humanis corporis fabrica, le quali suscitarono tale impressione su di lui da indurlo ad abbandonare il progetto di realizzare un’opera nuova di anatomia scientifica, vedendo che già altri la stavano compiendo con mezzi superiori.
La Musculorum humanis corporis picturata dissectio rimane tuttavia un testo di notevole importanza. Essa illustra i muscoli degli arti superiori, tra cui il muscolo palmare scoperto per primo da Canani e ancor’oggi chiamato “palmare breve di Canani”. L’autore segue nell’esposizione l’ordine di Galeno, ma se ne discosta ogni qualvolta le descrizioni di quest’ultimo non concordano con le osservazioni da lui verificate sperimentalmente. Canani si avvalse infatti dei risultati delle dissezioni da lui effettuate sia privatamente che pubblicamente nel teatro anatomico di Ferrara, alla costruzione del quale aveva personalmente contribuito.
Nato a Ferrara da una famiglia emigrata da Costantinopoli poco prima della sua caduta (l’omonimo nonno paterno fu anch’egli un apprezzato medico), Giovanni Battista Canani (o Canano) studiò sotto Giovanni Battista Giraldi Cinzio e, dal 1534 al 1543, presso l’Università di medicina di Ferrara sotto Antonio Musa Brasavola.
Ancora prima di laurearsi, nel 1540, cominciò ad insegnare come lettore di logica e, insieme al fratello Giacomo e al cugino Antonio Maria, a praticare dissezioni nella sua casa in presenza del duca Alfono II d’Este, che di tali studi si dilettava, e di altri scienziati, quali Alessandro Piccolomini, Andrea e Francesco Vesalio, Gabriele Falloppio e Giovanni Battista Susio.
Dopo il conseguimento della laurea nel 1543, Canani fu nominato lettore di medicina pratica e chirurgia. L’anno dopo si recò a Ratisbona, presso il campo dell’imperatore Carlo V, per curare Francesco d’Este. In quell’occasione rivide Vesalio, che era medico imperiale. Nel 1552 abbandonò l’insegnamento e si trasferì a Roma in qualità di archiatra di papa Giulio III. Alla morte di quest’ultimo (1555), fece ritorno a Ferrara, dove, godendo di grande reputazione e prestigio, ricevette vari importanti incarichi di corte. Negli ultimi anni abbracciò lo stato ecclesiastico. Morì a Ferrara nel 1579.
Al Canani si deve anche la scoperta delle valvole delle vene, da lui comunicata al Vesalio, e l’invenzione di alcuni strumenti chirurgici, tra cui uno atto ad estrarre palle d’archibugio dal torace.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. (20). Con 27 incisioni in rame nel testo attribuite a Girolamo da Carpi.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010