VESPUCCI, Amerigo (1451-1512). Alberic[us] Vespucci[us] Laure[n]tio Petri Francisci de Medicis salutem plurima[m] dicit. [Parigi, Felix Baligault e Jean Lambert, 1503].
PRIMA EDIZIONE della lettera che Amerigo Vespucci inviò da Lisbona a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, nella quale lo ragguaglia sul viaggio da lui compiuto tra il 1501 e il 1502 al seguito della flotta portoghese sotto il comando dell’ammiraglio Gonçalo Coelho.
Vespucci navigò lungo la costa brasiliana per varie centinaia di miglia, prima di virare verso est e tornare in Portogallo. Dall’ingente massa di terra e vegetazione e dalla straordinaria portata d’acque del Rio delle Amazzoni, egli dedusse che non poteva trattarsi di un arcipelago di piccole isole, ma che si trovava di fronte ad un vero e proprio continente. Non si può dire con certezza se Vespucci fu il primo a rendersi conto che era stato scoperto un nuovo continente, ma la sua lettera fu senz’altro il primo testo a rivelare e diffondere in tutta Europa la nuova notizia. Questa e le successive lettere ebbero grande successo anche grazie alle informazioni, in esse contenute, sulla promiscuità sessuale degli indigeni e sul cannibalismo, che incuriosivano enormemente i lettori europei.
Lorenzo de’ Medici trasse una copia della lettera originale (oggi perduta) e la inviò a Parigi. Qui Fra Giovanni Giocondo da Verona, architetto di corte di Luigi XII, la tradusse in latino e la fece pubblicare. L’opuscolo ebbe una rapidissima diffusione e fu subito ristampato in varie città: Roma (tre edizioni), Venezia, Augusta, Norimberga, Strasburgo, Rostock, Colonia, Anversa e Basilea. A partire dalla seconda edizione (Venezia, Giovanni Battista Sessa, 1504), la lettera assunse il titolo di Mundus Novus, con il quale fu universalmente conosciuta. L’edizione romana di Eucharius Silber, sempre del 1504, introdusse invece delle varianti testuali che furono poi accolte in tutte le stampe successive. Originario di Firenze, Vespucci rappresenta una delle figure più controverse nella storia delle scoperte geografiche. Entrato a lavorare presso la banca dei Medici in giovane età, nel 1491 fu mandato a Siviglia in qualità di banchiere e di addetto alle forniture navali. Grazie alla sua posizione ebbe modo di raccogliere dettagliate informazioni sui primi viaggi esplorativi, che erano pressoché tutti partiti e rientrati in quel porto. Egli compì sicuramente tre viaggi nelle Americhe. Il primo nel 1499 al seguito dello spagnolo Alonso de Hojeda. Quindi, essendogli stato interdetto di navigare su navi spagnole, le successive due traversate (1501-‘02 e 1503) le fece con la flotta portoghese.
In una lettera del 1505 indirizzata a Piero Soderini, Vespucci affermò di aver compiuto quattro viaggi. Di una sua partecipazione alla spedizione di Juan de la Cosa nel 1497, al di là del suo racconto, non vi sono tuttavia riscontri esterni. Egli sostenne inoltre aver guidato le altre tre spedizioni cui prese parte, contribuendo in questo modo a gettare ulteriore discredito su di sé. I contemporanei cominciarono presto a dubitare della veridicità di certe sue affermazioni. Persino Martin Waldseemüller, il geografo tedesco che, pubblicando la lettera a Soderini all’interno della sua Cosmographiae introductio (Saint-Dié, 1507), propose per la prima volta che il mondo nuovamente ritrovato venisse chiamato America dal nome del suo scopritore, si accorse di aver commesso un errore. Ma era ormai troppo tardi e il nome da lui scelto era già stato universalmente accettato.
Nel 1508 Vespucci fu nominato Piloto Mayor de Castilla da Ferdinando II d’Aragona. Morì a Siviglia nel 1512.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di pp. (12), compresa l’ultima bianca. Marca tipografica al titolo e alcuni diagrammi nel testo.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010