MARULLO, Michele (ca. 1453-1500). Epigrammatum libri IV. Hymnorum naturalium libri IV. (Firenze, Compagnia del Drago, 26 novembre 1497).
PRIMA EDIZIONE COMPLETA dell’opera poetica di Michele Marullo, che comprende quattro libri di epigrammi e altrettanti di inni. Di questi solo i primi due libri di epigrammi erano già apparsi a stampa in un’edizione senza note tipografiche, che fu pubblicata a Roma da Eucharius Silber fra il 1483 e il 1490. Marullo fu considerato già dai suoi contemporanei come il maggior versificatore in lingua latina dei suoi tempi. Gli epigrammi e, soprattutto, gl’inni, che abbracciano in un unico grande quadro tutto il mondo creato, seguendo i dettami del pensiero umanistico, rappresentano il prodotto originale della sua immaginazione poetica. I riferimenti e i prestiti dagli scrittori classici e moderni, pur presenti, non sono infatti meccaniche citazioni, ma echi filtrati dalla memoria del poeta. Il celebre inno al sole, il più lungo della raccolta, fu lodato anche da Leonardo da Vinci, il quale a sua volte si mise a scrivere un elogio della luce in prosa volgare.
Michele Marullo, detto Tarcaniota dal nome della madre Eufrosina Tarcaniota dei signori di Tarcanio, nacque probabilmente ad Ancona da una famiglia originaria di Costantinopoli, che nel 1453 aveva trovato rifugio in Italia dopo la conquista della città da parte dei Turchi. Vi è tuttavia chi sostiene che egli sia nato a Costantinopoli e giunto in Italia ancora in fasce.
In ogni caso la sua famiglia si stabilì prima a Dubrovnik, allora chiamata Ragusa, quindi a Napoli. Marullo cominciò la carriera di soldato mercenario all’età di diciassette anni, combattendo contro i Turchi in Bessarabia e sul Mar Nero.
Intorno al 1480 fece ritorno a Napoli, dove strinse amicizia con Giovanni Pontano e Jacopo Sannazaro ed entrò al servizio di vari baroni locali, tra cui Antonello Sanseverino. Dopo la caduta in disgrazia di quest’ultimo, intorno al 1487 si trasferì a Roma, dove rimase per due anni, quindi passò a Firenze, dove ottenne la protezione di Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici. Durante il soggiorno fiorentino egli conobbe Pico della Mirandola e fu ritratto da Sandro Botticelli in un quadro oggi conservato a Barcellona.
Nel 1494 Marullo raggiunse a Lione l’esercito di Carlo VIII, che si preparava ad invadere l’Italia, e si riunì al suo antico protettore Antonello Sanserverino. Al termine della campagna, fece ritorno a Firenze, dove sposò la colta figlia di Bartolomeo Scala, Alessandra, e fece pubblicare la sua opera poetica.
Nel 1550 partecipò alla difesa di Forlì dall’attacco di Cesare Borgia. Poco tempo dopo si recò a Volterra per rendere omaggio all’umanista Raffaele Maffei, detto il Volterrano. Sulla via del ritorno morì annegato mentre guadava il fiume Cecina.
La fama di Marullo andò intensificandosi durante il Cinquecento, nonostante l’accusa di paganesimo che molti gli mossero. I suoi componimenti vennero più volte ristampati ed egli ricevette attestazioni di stima da parte di Giulio Cesare Scaligero e dei poeti della Pléiade.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 96 non numerate, comprese 2 carte finali di errata e correzioni, che in almeno due esemplari risultano mancanti. Contiene varie parole in greco.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010