POLO, Marco (ca. 1254-1324). De le meravegliose cose del Mondo. (Venezia, Giovanni Battista Sessa, 13 giugno 1496).
PRIMA EDIZIONE IN ITALIANO de Il Milione, il più celebre libro di viaggi del medioevo. Tra il 1298 e il 1299, nelle carceri genovesi dove entrambe erano reclusi, esso fu dettato da Marco Polo a Rustichello da Pisa in “langue d’oïl”, ossia in francese, che era allora la lingua letteraria più diffusa in Europa ed era comunemente usata dai mercanti in Levante. Quello di Polo-Rustichello è tuttavia un francese piuttosto sgrammaticato e pieno di italianismi.
L’opera venne subito tradotta in italiano, latino, spagnolo, tedesco, irlandese e catalano ed ebbe un’enorme diffusione manoscritta. La prima versione ad essere stampata fu quella tedesca (Buch des edlen Ritters und Landfahrers Marco Polo, Norimberga, Friedrich Creussner, 1477), seguita da quella latina ( De consuetudinibus et conditionibus orientalium regionum, Gouda, Gerard Leeu, ca. 1483-1485) e da quella italiana, che dopo la prima edizione di Sessa fu ristampata a Brescia da Battista Farfengo nel 1500. Sei sono poi le edizioni cinquecentine a cui andò incontro il testo italiano, senza contare la raccolta di viaggi del Ramusio, che lo incluse nel secondo volume pubblicato nel 1559.
Il Milione ebbe una straordinaria influenza sul piano culturale, commerciale, scientifico ed anche gastronomico. Esso fu avidamente “divorato” da lettori curiosi di conoscere quel mondo sconosciuto e pieno di meraviglie che era allora l’Oriente; da mercanti che vi cercavano informazioni utili per i loro commerci; da missionari animati dal desiderio di conquistare nuovi proseliti; da viaggiatori in cerca di gloria e nuove luoghi da esplorare (tra questi Cristoforo Colombo, che possedé e fittamente annotò una copia dell’edizione latina); e da cartografi che, nel disegnare i loro portolani, se ne servirono ampiamente.
Marco Polo, veneziano, figlio di ricchi mercanti che commerciavano con l’Oriente, partì per il suo celebre viaggio nel 1571 insieme al padre Nicolò e allo zio Matteo, che dalla Cina erano tornati solo pochi anni prima.
Marco rimase al servizio dell’imperatore mongolo Kubilai Khan per quasi vent’anni, in qualità di consigliere, governatore di provincie ed ambasciatore. Ebbe così modo di visitare le vaste regioni dell’Asia e di familiarizzarsi con l’avanzata cultura cinese.
Dopo il suo ritorno nel 1295, egli prese parte alla battaglia navale tra le repubbliche di Venezia e di Genova, che si svolse nel 1298 presso l’isola di Curzola in Dalmazia, venendo fatto prigioniero dai Genovesi. Durante i mesi di carcere, egli conobbe Rustichello da Pisa, autore di vari romanzi in prosa della saga arturiana. Nell’estate del 1299 fu liberato e rientrò a Venezia, dove nel frattempo il padre e lo zio avevano comprato una grande casa in contrada San Giovanni Crisostomo.
Negl’anni seguenti Marco Polo continuò a commerciare con profitto e finanziò altre spedizioni in Oriente, senza però prenderne parte direttamente. Egli morì a Venezia nel gennaio del 1324 all’età di quasi settant’anni.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. (168). L’ultima pagina è bianca. Marca tipografica di Sessa sul titolo e al verso dell’ultima carta.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010