TOMMASO D’AQUINO, San (1227-1274). Summa theologiae. (Basilea), [Michael Wenssler], (1485).
PRIMA EDIZIONE, completa di tutte e tre le parti, della più importante opera filosoficoteologica del Medioevo.
Composta negli ultimi anni di vita dell’autore, essa rappresenta la summa del pensiero della scolastica, di cui San Tommaso fu il massimo rappresentante. Sottolineando l’importanza della ragione umana come strumento fondamentale di conoscenza (seppur considerata inferiore alla fede nelle verità rivelate del Cristianesimo), in questo e negli altri suoi numerosi scritti egli seppe conciliare la metafisica di Platone e di Aristotele con la tradizione cristiana, contribuendo in modo determinante nei secoli seguenti alla creazione dell’indiscussa autorità del filosofo di Stagira in tutte le discipline attinenti alla scienze naturali. Il tomismo, messo in versi da Dante nella Commedia , divenne l’indisputabile base teologica della Chiesa cattolica fino pressoché ai giorni nostri.
La Summa theologiae si articola nella consueta forma dialettica della domanda e della risposta e comprende di fatto quattro parti (in quanto la seconda parte è a sua volta divisa in due), che circolarono separatamente già nei primissimi anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili. La prima parte tratta della natura e degli attributi di Dio, della creazione, del cosmo e dell’uomo. La seconda (I e II) è invece dedicata alle questioni etiche, ossia al fine ultimo dell’uomo, alle passioni, alle virtù (teologali e cardinali), al peccato, alle leggi, alla grazia e al merito. La terza ed ultima parte, completata dopo la morte dell’autore seguendo le sue volontà, riguarda la vita, passione e risurrezione di Cristo, i sacramenti, il giudizio finale, il Purgatorio e il peccato originale.
Tommaso d’Aquino nacque a Roccasecca, nel Regno di Napoli, in quello che era allora il feudo del padre. Ricevuti i primi rudimenti presso la vicina abbazia di Monte Cassino come puer oblatus, intorno al 1240 si trasferì a Napoli, dove proseguì gli studi presso la locale Università e nel 1244 entrò nell’Ordine domenicano.
Superata l’ostilità del padre, che lo tenne recluso nel castello di famiglia per farlo recedere dal sacerdozio, lasciò l’Italia e, dopo un probabile primo soggiorno parigino, nel 1248 giunse a Colonia, dove seguì le lezioni del grande filosofo tedesco Alberto Magno. Questi gli fece conoscere il corpus aristotelicum e i commentatori arabi e greci.
Nel 1252 fu chiamato ad insegnare a Parigi, ma ottenne la cattedra di teologia alla Sorbona solo quattro anni dopo.
Nel 1259 fece ritorno in Italia. Negli anni seguenti, tra i più tranquilli e proficui della sua vita, Tommaso compose alcune delle sue opere più significative e, su incarico prima di Urbano IV, quindi di Clemente IV, insegnò a Viterbo, Orvieto e Roma. Presso la corte pontificia conobbe il confratello Guglielmo di Moerbeke, con il quale collaborò a lungo.
Nel 1269 fu nuovamente chiamato a Parigi dai suoi superiori. Nella capitale francese dovette fronteggiare il diffuso averroismo ed antiaristotelismo della facoltà teologica. Nel 1272 su invito di Carlo I d’Angiò si recò a Napoli, dove fu incaricato della riorganizzazione degli studi teologici presso la locale università.
Nel gennaio del 1274 si mise in cammino per Lione per prendere parte ai lavori del Concilio, ma la sua salute peggiorò ed egli fu condotto all’abbazia di Fossanova (in provincia di Latina), dove, al termine di una malattia durata qualche settimana, morì il 7 marzo del 1274. Tommaso fu canonizzato nel 1323 da papa Giovanni XXII. Nel 1567 Pio V lo nominò “Dottore angelico”.
Descrizione fisica. Quattro parti in un volume in folio di cc. non numerate 176 (comprese la prima e l’ultima bianche) + 164 (comprese la prima e l’ultima bianche) + 242 (comprese le carte 1 e 236 bianche) + 160 (compresa la prima bianca). Il libro primo è datato 1485, il secondo, diviso in due parti, è datato 20 e 16 agosto 1485, il terzo è senza data.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010