Classici Italiani
Il primo trattato italiano a stampa di musica teorica - 1480

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il primo trattato italiano a stampa di musica teorica - 1480

GAFFURIO, Franchino (1451-1522). Theoricum opus musicae disciplinae. (Napoli, Francesco di Dino, 8 ottobre 1480).

 

PRIMA EDIZIONE della prima opera italiana di teoria musicale mai pubblicata. Essa fu successivamente rivista dall’autore, che la ripubblicò a Milano nel 1492 presso i torchi di Filippo Mantegazza, correggendola in molti punti e ribattezzandola Theorica musicae.

Gaffurio fu l’artefice della riscoperta della teoria musicale greca, aggiornata alle innovazioni introdotte da Guido d’Arezzo. Egli si fece tradurre gli scritti di vari autori dell’antichità come Aristide Quintiliano, Briennio e Tolomeo ed abbracciò anche alcune credenze pitagorizzanti sui numeri musicali.

Il suo conservatorismo e l’attaccamento al sistema dei modi ecclesiastici lo portarono ad una disputa con Giovanni Spataro, fautore invece del superamento del sistema esacordale. La polemica, cominciata nel 1489, si protrasse per molti anni. Nel 1520 Gaffurio pubblicò un’ Apologia ad versus Ioannem Spatarium , alla quale quest’ultimo replicò l’anno seguente con gli Errori di Franchino Gaffurio da Lodi subtilmente demonstrati.

Franchino Gaffurio, lodigiano, fu educato presso il monastero benedettino di San Pietro dal prozio, che era vicario generale del vescovo. Introdotto alla musica dal fiammingo Johannes Goodendach (Bonadies), autore del trattato Regulae cantus, egli divenne cantore della cattedrale di Lodi e compose a sua volta due brevi trattati ( Extractus parvus musicus e Tractatus brevis cantus plani).

Terminati gli studi nel 1473, Gaffurio decise di non seguire la carriera ecclesiastica. Lasciò la sua città natale e viaggiò lungo la penisola, soggiornando a Mantova, Verona e Genova, dove fu chiamato ad insegnare dal doge Prospero Adorno. In seguito alla cacciata di quest’ultimo nel 1478, egli decise di seguirlo a Napoli presso la corte aragonese, che era allora uno dei maggiori centri musicali italiani. Nei due anni che rimase a Napoli, Gaffurio compose il suo vasto trattato teorico e conobbe musicisti del calibro di Filippo da Caserta, Guglielmo Guarnier e Filippo Tinctoris, direttore della cappella palatina.

Nel 1480 fece ritorno a Lodi, dove fu nominato maestro di musica nel castello di Monticelli d’Ongina, incarico che mantenne per tre anni. Dopo un breve soggiorno a Bergamo, nel 1484 divenne maestro di cappella del Duomo di Milano e lettore di musica presso la corte sforzesca. Dal 1494 al 1499 fu anche lettore stipendiato dell’Università di Pavia. Per la cattedrale milanese egli si occupò di dirigere il coro, cantare, educare i bambini cantori e comporre messe per i riti ambrosiano e romano.

A Milano Gaffurio divenne amico di Leonardo da Vinci, al quale è attribuito il ritratto dello stesso musicista conservato alla Pinacoteca Ambrosiana. Pubblicò inoltre i quattro libri della Practica musicae (Milano, 1496), in cui affronta la musica come una disciplina quantitativa secondo presupposti aristotelici, e il trattato De harmonia musicorum instrumentorum opus (Lodi, 1500).

Gaffurio morì a Milano nel 1522.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 116 non numerate, comprese la quinta e l’ultima bianche. Con vari diagrammi in legno nel testo e due figure xilografiche a piena pagina, la prima della quali raffigura dei fabbri intenti a battere sopra un’incudine, mentre la seconda mostra un uomo che suona l’organo.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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