PANTALEONE DA CONFIENZA (fl. 1438-1496). Summa lacticiniorum. (Torino, Jean Fabre di Langres, 9 luglio 1477).
PRIMA EDIZIONE del primo libro interamente dedicato al latte e ai suoi derivati (formaggio, ricotta, burro).
L’opera venne ristampa per ben quattro volte nel corso del Cinquecento unitamente al Pillularium dello stesso Pantaleone e alle Cautelae medicorum di Gabriele de Zerbis: due volte a Pavia da Jacopo da Borgofranco (1508 e 1516) e due volte a Lione da Antoine Blanchard (1525 e 1528).
L’importanza della Summa lacticinorum risiede principalmente nel fatto che l’autore, pur rifacendosi come di consueto all’autorità dei medici antichi e moderni (Rhazes, Averroé, Maimonide, Arnaldo di Villanova, Alberto Magno, Ugo Benzi da Siena, Crisotoforo Barzizza da Brescia, Michele Savonarola, solo per citare alcuni nomi dal catalogo delle fonti), mostra rispetto ad essi una modernissima attenzione alla corporeità. L’abitudine alla pratica e all’insegnamento e la volontà di effettuare personalmente esperimenti in chiave comparativa eliminano dal trattato ogni traccia di pedanteria umanistico-letteraria.
L’interesse scientifico non esclude poi il piacere gastronomico: «mi addoloro al pensiero di dover entrare, se Dio vorrà, in quell’età in cui io, grande divoratore di formaggio, dovrò astenermene».
La prima sezione dell’opera si apre con la descrizione dei diversi tipi di latte, a seconda della razza e dell’età degli animali, nonché della varietà dei luoghi e dei climi; spiega poi i benefici del latte per il nutrimento dei bambini e tratta delle caratteristiche generali dei formaggi e del burro (coagulazione, forma, salatura, crosta, occhiatura, ecc.). La seconda sezione descrive in dettaglio le diverse tipologie dei formaggi italiani (il marzolino fiorentino, il parmigiano-piacentino diffuso in tutto il territorio padano, la robiola piemontese, i valdostani, ecc.), inoltre i formaggi francesi, inglesi, tedeschi, bretoni e fiamminghi. La terza sezione prescrive il consumo di formaggio a seconda della costituzione, dell’età e dello stato di salute delle persone. L’ultimo capitolo consiglia infine i modi migliori per mangiare il formaggio, prima o dopo il pasto.
Originario di Confienza nella Lomellina, Pantaleone fu dal 1460 archiatra di corte e consigliere al servizio dei duchi di Savoia: fino al 1465 di Ludovico, «grande intenditore di formaggi», dal ‘65 al ’72 di Amedeo IX.
Esonerato dall’incarico durante la minore età di Filiberto I, lo riottenne nel 1480 con la marchesa Bianca di Monferrato, allora reggente per conto di Carlo Giovanni Amedeo.
Pubblico maestro d’arte medica, egli insegnò probabilmente nel Collegio di Medicina e di Arti di Torino e con certezza nello Studio di Pavia, dove il suo nome compare negli atti relativi al 1492. È accertato inoltre che egli viaggiò in Italia, in Francia (dove nel 1464, durante una visita di tredici mesi al seguito del duca Ludovico, si distinse per aver saputo trovare il farmaco adatto ai mali che affliggevano il generale Nicolas Tiglard, carissimo al re di Francia e ormai dichiarato incurabile dai medici di quel paese), in Inghilterra, nelle Fiandre, in Germania e in Svizzera, sempre raccogliendo materiale e facendo osservazioni ed esperienze utili alla sua attività. Ai non pochi meriti del Pantaleone va ascritto anche il contributo che egli diede alla diffusione della stampa in Piemonte, dove chiamò a esercitare il francese Jean Fabre di Langres e il tedesco Giovanni di Pietro.
Descrizione fisica. Un volume in folio di cc. 32 non numerate, di cui la prima e l’ultima sono bianche.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010