PICCOLOMINI, Enea Silvio (1405-1464). De duobus amantibus Euryalo et Lucretia. [Colonia, Ulrich Zel, ca. 1469].
PRIMA EDIZIONE della Historia de duobus amantibus , celebre novella di ispirazione ovidiana composta a Vienna intorno al 1444, nella quale il Piccolomini racconta la storia d’amore realmente accaduta fra Kaspar Schlick (nascosto sotto il nome fittizio di Eurialo) e una nobildonna senese chiamata Lucrezia, moglie di un certo Menelao de’ Camilli.
I due si conobbero nel 1432 a Siena, dove Schlick, che era cancelliere dell’imperatore Sigismondo, era stato inviato in ambasceria. Scritta in forma epistolare, l’opera analizza con finezza i sentimenti dei due amanti.
La novella ebbe un successo straordinario e fu ristampata innumerevoli volte fino alla metà del Cinquecento. Intorno al 1481 apparve a Firenze una versione italiana a cura di Alessandro Braccesi (Istoria di due amanti), che più che una traduzione, è un vero e proprio rifacimento.
Enea Silvio Piccolomini, di nobile famiglia, nacque a Corsignano, l’attuale Pienza, così ribattezzata in suo onore. Dopo gli studi compiuti a Siena, nel 1431 entrò al servizio del cardinale Domenico Capranica, che accompagnò a Basilea in qualità di segretario. Nel 1435 si recò in Scozia in missione diplomatica per conto del concilio di Basilea. Tra il 1436 e il 1438 fu nuovamente nella città svizzera per assistere ai lavori conciliari. Nel 1439 fu nominato segretario dell’antipapa Felice V. Nel 1442 fu coronato poeta laureato dall’imperatore Federico III, che l’anno seguente lo assunse nella sua cancelleria. Durante il periodo viennese cercò di riconciliare l’imperatore con Eugenio IV. Passato al servizio del papa, nel 1447 fu nominato vescovo di Trieste, quindi nel 1450 di Siena. Nel 1458 fu eletto al soglio pontificio con il nome di Pio II. Il suo pontificato fu soprattutto segnato dal fervore contro gli infedeli e dal tentativo di promuovere una crociata. Morì ad Ancona, dove si trovava per organizzare una spedizione militare in Levante.
Autore di poesie e novelle, Piccolomini fu celebre ai suoi tempi anche per alcune opere storiche (Germania, 1457; Historia Federici III, 1458 circa; Historia bohemica , 1458; Commentarii concilii basiliensis, 1440) e pedagogiche (De liberorum educatione, 1450; Artis rhetoricae praecepta , 1456). Scrisse inoltre un’autobiografia (Commentiaria), che fu stampata per la prima volta a Roma nel 1584, e numerose lettere, pubblicate a partire dagli anni Settanta del Quattrocento.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 38, di cui la prima e l’ultima sono bianche.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010