COLOMBO, Cristoforo (1451-1506). Epistola Christofori Colom: cui etas nostra multum debet: de insulis Indie supra Gangem nuper inventis. [Roma, Stephan Planck, maggio 1493].
PRIMA EDIZIONE LATINA della celebre lettera che, insieme a quella indirizzata ai sovrani spagnoli (oggi perduta), Colombo scrisse al suo ritorno in Spagna nel febbraio del
1493. Si tratta di una relazione, chiamata Epistola benché non sia indirizzata a nessuno in particolare, colla quale egli volle far conoscere pubblicamente che aveva raggiunto l’Asia navigando verso ovest.
Della lettera, scritta originariamente in spagnolo, furono tratte varie copie manoscritte da distribuire nelle corti d’Europa. Una di queste copie finì nelle mani di Luis de Santangel, tesoriere della corte castigliana, che la fece stampare a Barcellona e Valladolid nel marzo del 1493. Da un’altra copia, più accurata, Leandro de Cosco desunse il testo per la sua traduzione latina, che inviò a Roma per essere pubblicata. L’edizione romana ebbe una grande diffusione ed informò tutta Europa delle scoperte di Colombo. Ad essa si rifanno le otto ristampe che apparvero negli anni seguenti: altre due a Roma, tre a Parigi, due a Basilea (di cui una illustrata) ed una ad Anversa. Nel 1493 Giuliano Dati tradusse la lettera in versi italiani, pubblicandola a Roma nel giugno dello stesso anno.
Dallo studio dei geografi antichi e moderni, come Tolomeo (da lui conosciuto attraverso la Historia rerum ubique gestarum di E.S. Piccolomini) e come Paolo del Pozzo Toscanelli, del quale aveva letto una lettera in cui si credeva possibile un passaggio ad ovest per la Cina, Colombo maturò l’idea che navigando verso ovest avrebbe incontrato il Giappone. Nell’estate del 1492, non appena ottenne i fondi necessari, salpò per il suo primo viaggio. Tra l’ottobre del 1493 e il giugno del 1496 e tra il maggio del 1498 e l’ottobre del 1500, compì altri due viaggi, volti soprattutto alla colonizzazione delle isole da lui scoperte. Il resoconto di questi due esperienze, che si conclusero tragicamente con il suo arresto, fu narrato da Pietro Martire d’Anghiera nel Libretto de tutta la navigazione de Re de Spagna de le isole et terreni novamente trovati, pubblicato a Venezia nel 1504.
Nato nei dintorni di Genova, nel 1470 Cristoforo Colombo si trasferì con la famiglia a Savona. Pochi anni dopo cominciò l’attività di agente commerciale per conto di potenti casate come i Centurione e gli Spinola. Tra il 1474 e il 1477 fu in Grecia, Portogallo, Inghilterra, Irlanda e forse persino in Islanda. Nel 1479 decise di stabilirsi a Lisbona, dove viveva e lavorava come cartografo il fratello Bartolomeo. Fu in quegl’anni che egli probabilmente cominciò a maturare il suo progetto e, dopo il rifiuto di Giovanni II di sovvenzionarlo, nel 1485 si trasferì in Spagna. L’anno seguente propose il proprio piano a Ferdinando II d’Aragona e a Isabella di Castiglia, ricevendo un nuovo diniego. Finalmente nel 1492 l’unione delle corone di Castiglia e d’Aragona cambiò radicalmente il clima politico e Colombo ottenne la tanto desiderata approvazione.
Oltre ai tre viaggi di cui si è detto, nonostante la destituzione e l’arresto, egli ottenne la possibilità di compiere un quarto viaggio. Salpato nel maggio del 1502 e giunto ad Hispaniola due mesi dopo, fu costretto dall’ostilità del governatore di Hispaniola ad esplorare la costa continentale del Centro America.
Tornato in Spagna nel novembre del 1504, dopo la morte di Isabella, sua protettrice, la situazione a corte si fece per lui sempre più difficile. Morì a Valladolid il 19 maggio del 1506, povero e dimenticato.
Descrizione fisica. Un opuscolo in 4to di cc. 4 non numerate.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010