INCOMENZA la vita et miraculi de San francesco et soi frati et de Sancta clara. [Roma, Stampatore dell’Apocalisse (Ulrich Han?), ca. 1467-1476].
Questa PRIMA EDIZIONE dei celebri Fioretti è considerata da alcuni come uno dei primissimi libri stampati in lingua italiana. Uscì dai torchi dello stampatore dell’Apocalisse (forse identificabile con Ulrich Han), così chiamato dal nome di un’altra edizione a lui riconducibile, contenente il volgarizzamento dell’Apocalisse. Benché la sua datazione sia controversa, la stampa romana è comunque verosimilmente anteriore alle edizioni dei Fioretti che furono pubblicate a Milano e Vicenza nel 1476.
Tutte le edizioni quattrocentesche dell’opera contengono i cinquantatre capitoli originali più la Storia delle stimmate ed alcune altre aggiunte. Esse sono raggruppate in tre famiglie sulla base degli incipit e del numero di testi aggiuntivi.
I Fioretti sono la traduzione in volgare toscano, operata da un anonimo autore di origine fiorentina o senese sulla fine del XIV secolo, di alcuni parti degli Actus beati Francisci et sociorum eius, scritti fra il 1328 e il 1343 dal frate marchigiano Ugolino Boniscambi da Montegiorgio e proseguiti da un altro frate francescano, Ugolino Brunforte da Sarnano.
Le vicende della vita di San Francesco (ca. 1181-1226) sono qui calate in un’atmosfera favolistica e atemporale che da allora si trova sempre associata alla sua figura. Nella loro celebrazione delle virtù francescane dell’umiltà e della povertà e nella loro esaltazione della conformità al modello di Cristo, i Fioretti sono meno ingenui ed innocenti di quanto non appaia superficialmente e sottendono una chiara posizione di politica ecclesiastica nell’ambito delle dispute interne all’ordine dei frati minori.
Il loro straordinario successo nella visualizzazione della biografia di San Francesco superò quello dell’agiografia ufficiale del santo, la Legenda maior, composta da San Bonaventura da Bagnoregio intorno al 1260. Le edizioni a stampa delle due opere ne sono testimonianza.
I Fioretti, a partire dalla presente edizione, furono ripubblicati per altre dodici volte nel corso del Quattrocento. La prima edizione della Legenda maior apparve invece nel 1477 in un volgarizzamento attribuito a Domenico Cavalca, mentre il testo latino originale fu dato alle stampe solamente nel 1509.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 94 non numerate. Sulla prima carta l’incipit è stampato in rosso su otto linee.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010