Articles and Publications
Intervista a Stefano Salis (Sole 24 Ore) su bibliofilia, collezionismo e mercato librario

Data 01/12/2020       Categoria Articles and Publications
Autore Admin

Intervista a Stefano Salis (Sole 24 Ore) su bibliofilia, collezionismo e mercato librario

ALAI. Caro Salis, il bellissimo Domenicale del Sole 24ore si occupa molto spesso di libri antichi. A noi dell’ALAI non può che fare molto piacere, ma vorremmo approfondire i motivi di queste scelte. Oltre a lei, ne scrivono alcuni bibliofili in senso stretto, ma anche storici dell’arte, che si rendono conto del potenziale culturale illimitato che il libro antico può offrire, in modo da essere accostabile a qualsiasi argomento, anche attuale. Chi sono gli editorialisti che più spesso trattano questo argomento?

SALIS. Grazie dei complimenti, prima di tutto, che ricevo volentieri a nome di tutta la redazione. Effettivamente la pagina di Bibliofilia è una pagina che è tornata, sotto la gestione di Armando Massarenti, ad apparire con più regolarità, mentre negli anni passati questi argomenti facevano più fatica ad essere affrontati. Si tratta di un argomento di nicchia, lo riconosco, ma se raccontato con passione e competenza, come cerchiamo di fare, può essere aperto a un pubblico più ampio, può diventare molto coinvolgente e, chissà, magari spingere pure qualcuno a diventare collezionista e bibliofilo. Senza contare – e ne abbiamo avuta riprova anche recentemente alla manifestazione bolognese ArteLibro, dove con Andrea Kerbaker ho ideato una serie di incontri con i collezionisti – che il nostro pubblico è fatto anche da tutti quelli che sono vicini al collezionismo e alla bibliofilia e vogliono dunque trovare, su un giornale di grande diffusione, gli argomenti che piacciono.
Gli autori della pagina di Bibliofilia li ho selezionati con cura personalmente, in questi anni. Posso dire di avere una squadra che non esito a definire tra le migliori in Italia. Oltre a me, che sono un giornalista con la passione bibliofila, ci sono per esempio Hans Tuzzi, bibliofilo noto e autore di Collezionare Libri, già colonna portante di quella benemerita casa editrice di libri sui libri che è (o forse dovrei dire, con dolore, è stata) Sylvestre Bonnard.
C’è il succitato Andrea Kerbaker, figura insolita nel panorama italiano. Collezionista raffinato, trovatore di libri in fiere e mercatini, comunicatore formidabile, curioso e competente. C’è Mauro Chiabrando, il più divertente e curioso, condirettore di Charta e incredibile scovatore di minuzie e particolarità editoriali che invece sono delle preziosità, soprattutto per come le racconta. C’è Edoardo Barbieri, direttore de La Bibliofilia, forse la più importante rivista di settore, c’è lo storico del libro Giancarlo Petrella, docente alla Cattolica, esperto di storia delle biblioteche, c’è Massimo Gatta, sommo bibliotecario e archivista, conoscitore come pochi di una realtà rarefatta come quella del mondo della bibliofilia e scrittore dai modi garbati e puntuali, c’è un collezionista-esperto come Santo Alligo, che non esito a definire il più grande esperto italiano sul libro illustrato, che ci conduce spesso dove lo portano le sue passioni e le sue scoperte. Non dimentico, poi, vari collaboratori come Carlo Carena, Enrico Castelnuovo e altri che ogni tanto, dai loro settori di competenza, fanno delle benvenute escursioni nella bibliofilia.

ALAI. Chi scrive di libri fra i suoi colleghi è in genere anche collezionista?

SALIS. Penso proprio di sì. Alligo, Kerbaker, Chiabrando sono noti collezionisti. Non parliamo di Guido Rossi, nostro editorialista e talora commentatore di bibliofilia, tra i più noti collezionisti italiani. E anche tra i più fortunati…

ALAI. Lei personalmente, oltre che bibliofilo, è anche collezionista? In quale campo?

SALIS. No. Non mi definirei collezionista. Nel senso che la mia collezione è troppo stravagante per seguire un filone unico. Sono collezionista dei libri di mio gusto, diciamo così. Forse posso dire di avere una buona collezione di testi sulla grafica editoriale, ma non mi vanterei troppo.

ALAI. Avete una sorta di coordinamento per assegnarvi i differenti temi librari?

SALIS. Sì, ovviamente, io coordino gli interventi dei collaboratori. Questo succede per tutte le parti del giornale. Ma ho collaboratori talmente bravi che i casi di sovrapposizione sono davvero pochi.

ALAI. Lei di quale periodo o cultura nazionale preferisce occuparsi sul giornale?

SALIS. Sono decisamente per il Novecento, il periodo in cui sono più ferrato e sul quale posso scrivere senza troppa paura di errori. Diciamo però che mi ritengo abbastanza qualificato per tutto ciò che riguarda la grafica editoriale, la tipografia, il design del libro, diciamo così.

ALAI. Quale ritiene sia l’articolo più interessante sui libri antichi da lei scritto per il Domenicale?

SALIS. Forse uno sulla prima edizione dei Versi del Capitano di Neruda, tema al quale vorrei dedicare un libro.

ALAI. Al di là della crisi economica, il mercato del libro antico sembra subire anche gli effetti dell’abbassamento del livello generale d'istruzione. Spesso noi librai ci accorgiamo che personalità di cultura ignorano che esista un mercato che propone migliaia di libri antichi acquistabili anche a poco prezzo. Talvolta edizioni anastatiche costano molto di più degli originali; dalla sua posizione privilegiata di conoscitore dei media e delle loro dinamiche, come pensa dovrebbe muoversi l'ALAI per promuovere, non solo a livello commerciale, il libro antico in Italia?

SALIS. Questo è un punto dolente. Il libro, sempre più, viene visto come un oggetto misterioso, e ho paura che andando avanti, nei prossimi anni, i libri saranno trattati ancor più in questo modo. Penso che i librai antiquari dovrebbero aprirsi ai lettori e ai curiosi. Per esempio cercando di raccontare delle storie sui libri. Sono convinto che i cataloghi, come li si faceva una volta, davvero non bastino più. La descrizione fisica dell’oggetto, con quel linguaggio da e per iniziati, possa essere utile ma non basta. Non dico tutti i libri, ma quelli veramente belli e particolari, nei cataloghi dovrebbero avere delle schede dove si racconti il libro. Non è detto che la bellezza di un libro stia solo nella sua rarità. Personalmente, anzi, per me questo non è un fattore eccessivamente eccitante.
In più suggerirei di fare convegni, mostre, e presenza nelle principali fiere ma non solo per esporre. Bisogna presentare i libri, i collezionisti, le loro storie, gli oggetti. Bisogna vedere i libri fisicamente e raccontarli. Quando uno non esperto ha in mano che so il De Divina Proportione o l’Hipnerotomachia non capisce, da solo, la bellezza o l’importanza del libro. Se qualcuno gliela racconta, magicamente, l’interesse cresce a dismisura. Ho potuto constatare come il solo racconto di un acquisto di un libro, anche non pregiato, catturi l’attenzione molto più che il semplice mostrare un volume, per quanto raro.

ALAI. Uno dei termini più abusati dai media per i libri antichi o gli oggetti d'arte è 'inestimabile'. Qualsiasi pezzo immesso sul mercato determina inevitabilmente un valore preciso, ma questo aggettivo è anche riferito a libri di cui si possono trovare svariati esemplari in commercio. Non crede sia opportuno sfatare il mito dell'acquisto in antiquariato al solo fine di investimento?

SALIS. Altroché. Penso che l’acquisto per investimento, in bibliofilia, sia per lo meno miope. Non è detto che quello che si crede un investimento si riveli un flop, anche a breve distanza, come non è detto il contrario, che è quello che pensano tutti: compro un libro a buon prezzo perché il suo valore salirà.
Anche nel giornale per cui lavoro c’è spesso questa idea che i libri sono dei beni anticiclici, che è bene investire, che ci si possa portare a casa un tesoretto. E’ una visione che capisco, ma che è ingenua. Poi non ho mai visto collezionare solo per far crescere il valore monetario dei libri: i collezionisti acquistano e inseguono i libri per passione. A volte vendono per realizzare, è vero, ma dubito che il movente primo di un collezionista sia il soldo. In più bisogna dire che il valore dei libri – a parte alcuni pezzi che si sa fanno gola a molti – è molto soggettivo. Di un pezzo che fa gola al mio amico, che sarebbe disposto a spendere un mucchio di soldi per un libro, io invece, che l’ho in casa non saprei che farmene e viceversa. Voglio dire che il prezzo è in questo settore frutto di una combinazione unica di domanda e offerta e che non è possibile stabilire con chiarezza il valore di un pezzo.

ALAI. Leggendo i cataloghi antiquari di qualche anno fa, ci si può accorgere che spesso le nostre schede definivano un’edizione “rara”, oppure “introvabile”. Ora, se nei vari motori di ricerca se ne trovano 5 o 10 esemplari, vuol dire che proprio raro in fondo non lo è. Come è cambiato secondo lei il commercio librario ai tempi di internet?

SALIS. E’ successo che i libri sono diventati improvvisamente disponibili. O meglio: prima di internet era impossibile sapere che quei libri esistevano da qualche parte. Ora ci sono, tutti lo sanno e fanno i loro calcoli. Per i librai antiquari è molto insidiosa la concorrenza di ebay, che credo sia anche scorretta, ma oramai mi sembra difficile da scalfire. Quello che mi lascia perplesso, piuttosto, è vedere che per lo stesso titolo, diversi librai facciano prezzi molto diversi. Dipenderà sicuramente dalla qualità dell’oggetto ma in qualche caso sono proprio perplesso. I prezzi, al tempo di internet, si sono sicuramente abbassati e, mi spiace dirlo ai librai antiquari, questa “compresenza” dei titoli, di molti titoli, alla fine costringerà anche gli antiquari ad abbassare il prezzo generale dei libri. Per farlo rialzare solo su quelli che diventeranno di tendenza. In generale, comunque, penso che la presenza di internet, per quanto mi riguarda, sia una fantastica opportunità per trovare e conoscere libri. Forse ha avuto questo effetto: si comprano più libri a prezzi più bassi.

ALAI. La pubblicazione di un catalogo di libri antichi rappresenta per me un alibi, che mi rende meno doloroso il distacco da quei pezzi che amo particolarmente, e sono costretto a vendere per poterne acquisire degli altri. Come giudica la qualità dei cataloghi librari italiani ? Ne conserva alcuni?

SALIS. Ripeto quello che ho detto sopra. I cataloghi devono rinnovarsi. Trovare una grafica più accattivante. Non essere solo un regesto di titoli, formati e prezzi, ma anche una custodia di storie…

ALAI. Le biblioteche spesso dispongono di opere in esemplari multipli. Le copie inutilizzate potrebbero essere alienate attraverso trasparenti aste pubbliche al fine di finanziare nuove acquisizioni e di contribuire al restauro di libri e immobili. Ritiene plausibile uno sbocco di tipo statunitense per le biblioteche italiane, con l'affiancamento di competenze manageriali a quelle prettamente culturali nella formazione dei bibliotecari?

SALIS. Mi sembra originale come proposta. Dubito che si possa fare. La proprietà di un libro, in Italia, è ancora considerata sacra. Ma chissà che non si possa iniziare a parlarne. Personalmente se fossi il direttore di un biblioteca che ha dei multipli e avessi bisogno di denari, percorrerei la strada…

ALAI. Nell’attuale società informatizzata, ritiene che il libraio antiquario possa e debba svolgere una funzione culturale e quasi sociale? Come definirebbe la figura ideale del libraio antiquario del XXI secolo?

SALIS. Come una persona che ama e conosce i libri. Li può fare apprezzare a chi non li conosce e condividere la sua passione con chi già li ama e li colleziona. Come un esperto del settore, non un venditore improvvisato, come un abile cacciatore, come un fedele amico, come un onesto commerciante e non un imbroglione, pronto a fregarti alla prima occasione, come un professionista che vive in un mondo bello e divertente che ha la fortuna di fare un lavoro in cui non è il libro ma la persona con la quale si trova a contatto il suo primo obiettivo.

Settembre 2012




View attached file



Back
TOP