Italian Classics
Un classico del pensiero politico del Novecento - 1947-1951

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

Un classico del pensiero politico del Novecento - 1947-1951

GRAMSCI, Antonio (1891-1937). Opere [Lettere e Quaderni]. Torino, Giulio Einaudi, 1947-‘51.

 

PRIMA EDIZIONE dell’opera maggiore di Antonio Gramsci, che raccoglie le sue riflessioni sulla storia italiana e le sue sorprendenti intuizioni sui futuri destini del mondo.

I così detti Quaderni del carcere, la cui stesura fu cominciata nel 1929, non appena Gramsci ottenne in prigione il permesso di scrivere, sono complessivamente trentatre. Alla sua morte essi furono custoditi dalla cognata presso l’ambasciata sovietica di Roma, quindi giunsero a Mosca nelle mani della moglie Giulia. Nel 1939 fu istituita una commissione per lo studio e la valutazione dell’opera di Gramsci, la cui direzione fu assunta da Palmiro Togliatti.

Questi si occupò prima di raccogliere e selezionare le numerose lettere scritte dal carcere, pubblicandole presso Einaudi nel 1947. Quindi, in collaborazione con F. Platone e P. Sraffa, curò l’edizione dei Quaderni, che uscirono in sei volumi fra il 1948 e il 1951. L’ordine cronologico originario fu tuttavia ripristinato solamente nell’edizione critica, edita nel 1975 sempre presso Einaudi da V. Geratana.

Le riflessioni di Gramsci muovono innanzitutto dalla grande crisi del 1929, a suo avviso causata soprattutto dall’eccessivo nazionalismo della politica in contrasto con le tendenze cosmopolite dell’economia. Egli poi condanna l’isolamento dell’URSS e il «cesarismo» di Stalin, mentre vede negli Stati Uniti il nuovo motore dell’economia mondiale. Attraverso il loro strapotere industriale, il riavvicinamento con la Gran Bretagna e la creazione di un’economia basata sui consumi, essi giungeranno ad avere un’enorme influenza sui paesi europei.

I Quaderni contengono poi interessanti considerazioni sul Risorgimento italiano, su Machiavelli, sulla questione meridionale e sul ruolo degli intellettuali.

Nato ad Ales, vicino Cagliari, Antonio Gramsci, compiuti gli studi liceali, si recò a Torino, dove s’iscrisse alla facoltà di lettere, dedicandosi principalmente alla linguistica. Nel 1912 conobbe Palmiro Togliatti, con il quale prese a frequentare il mondo operaio torinese. Iscrittosi al Partito Socialista già prima della guerra, in seguito alla Rivoluzione d’ottobre egli prese sempre più le distanze dalla maggioranza del partito. Nel 1919 fondò il settimanale Ordine Nuovo, che nel 1921 sarebbe divenuto il quotidiano del nuovo Partito Comunista d’Italia. La rivista divenne anche il punto nevralgico dell’attività di Gramsci e compagni, che si dispiegò soprattutto nel movimento dei consigli di fabbrica. Nel 1922 egli fu mandato a Mosca a rappresentare il PCI a l’Internazionale comunista. In quell’occasione egli conobbe la sua futura moglie, Giulia Schucht, il cui padre era un amico personale di Lenin. Nel 1924 fondò il quotidiano l’ “Unità” e fu eletto deputato e segretario del partito.

Nel 1926, allarmato dai dissidi fra Trockij e Stalin, Gramsci scrisse una lettera al comitato centrale, in cui invitava ad evitare la rottura, che tuttavia fu giudicata inopportuna da Togliatti e bloccata. Nel novembre dello stesso anno venne arrestato a Roma e mandato in confino a Ustica. Nel giugno del 1928, al termine del processo, fu condannato a oltre vent’anni di carcere. Fino al 1933 rimase a Turi, vicino Bari, quindi fu trasferito in una clinica di Formia e infine in una clinica di Roma. Poco dopo la sua liberazione, il 25 aprile del 1937 fu colto da un’emorragia celebrale.

Gli anni del carcere furono per lui particolarmente duri, perché presto subì l’allontanamento dai vertici del partito e il distacco della moglie, la quale nella Russia staliniana cercava di prendere le distanze da un marito divenuto ormai scomodo.

 

Descrizione fisica. Sette volumi in 8vo. Vol. I (Lettere dal carcere, 1947): pp. 260; II (Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, 1948): pp. XXII, 299; III (Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, 1949): pp. XV, 208; IV (Il Risorgimento, 1949): pp. XIV, 235; V (Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, 1949): pp. XXI, 371; VI (Letteratura e vita nazionale, 1950): pp. XX, 400; VII (Passato e presente, 1951): pp. XVIII, 274. Brossura editoriale.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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