Italian Classics
La questione meridionale - 1878

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La questione meridionale - 1878

VILLARI, Pasquale (1827-1917). Le lettere meridionali ed altri scritti sulla questione sociale in Italia. Firenze, Le Monnier, 1878.

 

PRIMA EDIZIONE dell’opera che aprì pubblicamente il dibattito sulla questione meridionale.

Insieme a Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, Villari fu il più sensibile interprete della situazione sociale del mezzogiorno d’Italia all’indomani dell’Unità. Dalla sua scuola uscì Gaetano Salvemini, che nei primi anni del Novecento, insieme all’economista Antonio De Viti de Marco, proseguì lungo la strada tracciata dal maestro. Villari fu anche tra i primi ad occuparsi dei fenomeni del brigantaggio, della camorra e della mafia.

La raccolta, che fu ristampata con alcune aggiunte a Torino nel 1885, comprende le lettere sulla questione meridionale scritte intorno al 1861 sulla “Perseveranza” di Milano e quelle indirizzate nel 1875 ad Alessandro Dina, direttore del giornale fiorentino “L’Opinione”. Contiene inoltre una lettera a K. Hillebrand (Ciò che gli stranieri non osservano in Italia), il celebre scritto del 1866 Di chi è la colpa?, pubblicato per la prima volta sul “Politecnico” all’indomani della disfatta di Custoza, nel quale Villari mostrò le debolezze della stato nazionale, ed un importante saggio sulla scuola del 1872.

Pasquale Villari, napoletano, si formò presso la scuola del purista Basilio Puoti, ma, insofferente di quell’educazione linguistica e reazionaria, passò a frequentare i corsi di Francesco De Sanctis, che venerò come un maestro e con il quale prese parte ai moti partenopei del 1848.

Esule a Firenze, si dedicò allo studio della figura di Girolamo Savonarola, che lo aveva appassionato già negli anni napoletani, e della storia del comune fiorentino in età medievale. In contatto epistolare con John Stuart Mill, Villari continuò la sua attività di propaganda antiborbonica. Nel 1859 ottenne la cattedra di filosofia della storia presso l’Università di Pisa. Nel 1865 passò ad insegnare storia moderna presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze.

La notorietà dei suoi scritti gli aprì la strada della carriera politica. Tra il 1870 e il 1882 fu per due volte deputato e nel 1884 venne nominato senatore. Nel 1891 fu anche ministro della pubblica istruzione. Non abbandonò tuttavia l’insegnamento e gli studi storici, affrontati con il rigore filologico della scuola positivista: celebre fu la sua monografia su Niccolò Machiavelli, pubblicata tra il 1877 e il 1882.

Come docente fu molto amato dai suoi studenti, che lo consideravano un vero e proprio maestro. Tra essi vi era anche Gaetano Salvemini, che a sua volta divenne la figura di riferimento di tutti i maggiori antifascisti della generazione successiva. Presidente della Società Dantesca Italiana e dell’Accademia dei Lincei, negli ultimi anni Villari si occupò anche della questione dell’immigrazione. Morì a Firenze nel 1917 all’età di novant’anni.

 

Descrizione fisica. Un volume in 16mo di pp. III, (1), 316, (2). Brossura editoriale.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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