Italian Classics
L'invenzione della pila - 1800

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

L'invenzione della pila - 1800

VOLTA, Alessandro (1745-1827). On the electricity excited by the mere contact of conducting substances of different kinds, in: “Philosophical Transactions of the Royal Society of London”, Londra, W. Bulmer & Co., 1800.

 

PRIMA EDIZIONE della lettera indirizzata da Volta a Sir Joseph Banks in data 20 marzo 1800, nella quale, per la prima volta, il grande scienziato comasco diede l’annuncio e descrisse il nuovo “organo elettrico artificiale” di sua invenzione. Era l’atto di nascita della pila, una scoperta destinata ad avere un’importanza enorme per lo sviluppo delle scienze.

Dopo la pubblicazione nel 1791 del De viribus electricitatis in motu musculari commentarius di Luigi Galvani, Volta ripropose più volte gli esperimenti del medico bolognese sull’elettricità animale, giungendo infine alla conclusione che le contrazioni della rana non erano in realtà dovute ad una elettricità di origine animale ancora presente nella rana morta, come sostenuto da Galvani, bensì ad una elettricità esterna provocata dal contatto dei due metalli che formavano l’arco applicato al muscolo: la rana fungeva quindi da sensibilissimo elettroscopio.

La disputa fra i due scienziati continuò con esito incerto fino alla fine del secolo, quando Volta, sfruttando la differenza di potenziale dovuta al contatto di due metalli diversi e introducendo un terzo conduttore umido, realizzò un collegamento in serie in grado di comporre i contributi dei singoli elementi, dando così vita alla pila e dimostrando la correttezza delle proprie teorie.

La nuova straordinaria invenzione diede grande fama allo scienziato comasco. Dalla pila e dalle sue innumerevoli applicazioni nacquero infatti la moderna elettrochimica e il moderno elettromagnetismo.

Alessandro Volta nacque a Como da una famiglia nobile. Istruito presso la locale scuola dei Gesuiti e presso il Seminario Benzi, a diciassette anni cominciò ad interessarsi di elettrostatica ed entrò in contatto con le due massime autorità del tempo in materia, ossia J.-A. Nollet e G.B. Beccaria. Nel 1769 pubblicò a Como la dissertazione De vi attractiva, in cui reinterpretò le teorie di B. Franklin e dello stesso Beccaria. Negli anni seguenti costruì un nuovo strumento, da lui chiamato elettroforo perpetuo, in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio come avveniva nelle macchine elettrostatiche comunemente in uso a quel tempo.

La carriera accademica di Volta cominciò nel 1774. Nel 1775 fu nominato professore di fisica sperimentale al Ginnasio di Como. Nel 1777, grazie alla scoperta del metano sul Lago Maggiore e agli studi sull’ “aria infiammabile” che gli portarono una certa fama, egli ottenne il finanziamento per un viaggio in Svizzera ed Alsazia, durante il quale conobbe H.B. Saussure e J. Sénébier.

Al suo rientro, il ministro Carlo di Firmian gli affidò la cattedra di fisica sperimentale presso l’Università di Pavia. Volta divenne un professore molto popolare e continuò prevalentemente ad occuparsi di pneumatica, di elettricità e di elettricità atmosferica, in collaborazione con vari scienziati europei, tra cui l’amico Saussure.

Dal 1792 fu coinvolto nella disputa sull’elettricità animale con L. Galvani e G. Aldini, che lo portò passo dopo passo alla scoperta della pila. Dopo l’arrivo dei Francesi nel 1796, rivestì vari incarichi per conto della municipalità di Como. Nel 1800 si recò a Parigi, riproponendo i suoi esperimenti in varie città alla presenza di numerosi colleghi.

Napoleone, che subito intuì l’importanza della grande scoperta di Volta, lo coprì di onori: gli garantì una pensione e nel 1810 lo nominò conte e senatore del Regno d’Italia. Corri spondente dell’Accademia delle scienze di Berlino dal 1786 e membro della Royal Society di Londra dal 1791, nel 1803 Volta divenne anche membro straniero dell’Académie des sciences di Parigi.

Abbandonato l’insegnamento nel 1813 e ritiratosi a vita privata nella sua casa di campagna a Camnago, Volta vi morì il 3 marzo del 1827. Nel 1881 l’unità di misura del potenziale elettrico prese il nome di “volt” in suo onore.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to grande. La lettera di Volta, letta presso la Royal Society il 26 giugno del 1800, fu stampata nel volume 90 delle “Philosophical Transactions”, pp. 403-431 con 1 tavola incisa in rame ripiegata fuori testo, posta di fronte a p. 430. Il testo della lettera è in francese. Il volume del 1800 delle “Philosophical Transactions” uscì in tre parti di complessive 732 pp. La lettera di Volta è al numero XVII della seconda parte.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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