Italian Classics
Il trionfo della letteratura Barocca - 1623

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

Il trionfo della letteratura Barocca - 1623

MARINO, Giambattista (1569-1625). L’Adone, poema . Parigi, Olivier de Varennes, 1623.

 

PRIMA EDIZIONE. Marino, poeta molto prolifico, lavorò alla sua opera maggiore per molti anni. Ne compose il primo nucleo verso la fine del Cinquecento. Quando nel 1615 egli giunse a Parigi, il poema era già molto avviato. Passarono tuttavia altri otto anni prima che l’Adone vedesse la luce, a causa delle altalenanti vicende di corte che costringevano l’autore ad apportare continue modifiche. La dedica a Maria de’ Medici è datata 30 agosto 1622, ma la stampa fu terminata solamente il 24 aprile dell’anno seguente per via della morte del tipografo A. Paccard, che fu sostituito da Olivier de Varennes. Sul frontespizio l’opera è invece dedicata a Luigi XIII. Contemporaneamente il poema apparve anche a Venezia presso i torchi di G. Sarzina, ma senza il Discours apologetico di Jean Chapelin che compare all’inizio dell’edizione parigina. Per il suo carattere licenzioso l’Adone fu messo all’Indice il 4 febbraio del 1627.

Si tratta di un poema in venti canti, uno dei più lunghi della letteratura italiana, che narra le vicende erotico-amorose del pastore Adone e della dea Venere. La favola principale si intreccia a tal punto con un’infinità di materiali narrativi e figurativi, da rendere impossibile una chiara separazione tra episodi marginali e storia principale. La ridondanza e l’oscurità dello stile barocco, zeppo di metafore e concettismi, contribuisce ancor più alla tensione fra sviluppo simmetrico delle parti e fuga verso la divagazione. Un poema quindi non eroico, né sacro, bensì una favola pagana, in cui in un’atmosfera misticheggiante, squarciata a tratti da fugaci intrusioni della storia contemporanea, si assiste ad una progressiva sacralizzazione dell’erotismo.

Giambattista Marino, napoletano, venne cacciato di casa dal padre in giovane età per non aver voluto continuare gli studi di legge. Membro dell’Accademia degli Svegliati di Napoli e di quella romana degli Umoristi, amico di Guido Casoni e Giovanni Battista Guarini, egli cominciò molto presto a comporre rime e madrigali destinati al canto. Fra il 1598 e il 1600 fu per due volte incarcerato con l’accusa di sodomia e di falsificazione di atti a favore di un nobile accusato di omicidio. Amico di molti pittori (fu Marino a condurre a Roma un allora sconosciuto N.Poussin), egli raccolse negli anni una notevole collezione di quadri ed ebbe sempre una grande passione per le arti figurative, che esercitarono una profonda influenza sul suo stile.

Nel 1602 entrò al servizio del cardinal Pietro Aldobrandini. Nel 1610 divenne segretario a Torino del duca Carlo Emanuele I. Nel 1615 seguì a Parigi l’ambasciatore inglese presso la Serenissima, Henry Wotton, rimanendovi per otto anni. Nel 1623, subito dopo aver licenziato l’Adone, fece ritorno in Italia. A Roma apprestò un’edizione espurgata e corretta del poema, che tuttavia non vide mai la luce. Morì a Napoli il 25 marzo del 1625. Nel 1632 apparve postuma l’altra sua opera maggiore, La strage degli innocenti, destinata ad avere grande successo anche a livello popolare.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio di pp. (2), 575 [recte 581], (6), 1 bianca. La carta A1 è bianca. Frontespizio stampato in rosso e nero con al centro le armi incise in rame di Luigi XIII. Testo stampato su due colonne. Alcuni esemplari recano un foglio aggiuntivo, segnato S3 (pp. 145-146) come il precedente, che completa il testo delle ottave LIV-LXXIII.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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