In occasione della vendita di libri antichi, manoscritti, autografi, stampe, disegni e grafica del 16 e 17 maggio organizzata da Gonnelli Casa d'aste www.gonnelli.it presso la sua sede fiorentina, il titolare Marco Manetti, allo stesso tempo esperto & responsabile del dipartimento libri, ha rilasciato ad ArtEconomy24 un'intervista tesa ad evidenziare le criticità della legislazione italiana, in termini di normative vigenti nell'esportazione di libri antichi, che sta danneggiando l'attività commerciale verso l'estero, oltre l'ormai cronica mancanza di fondi pubblici che danneggia le stesse biblioteche pubbliche italiane.
Può indicarmi la tipologia dei partecipanti all'asta e la loro provenienza geografica?
I principali acquirenti delle nostre aste sono sia italiani che stranieri: i primi prevalgono sui secondi in termini di quantità di aggiudicazioni, i secondi sull'ammontare delle aggiudicazioni a dimostrare il fatto che il potere di acquisto è più forte all'estero che in Italia (senza eccezioni). La maggior parte dei clienti italiani sono collezionisti privati o commercianti, purtroppo le biblioteche italiane non hanno più a disposizione fondi per le acquisizioni con le inevitabili ripercussioni non solo per le attività commerciali, ma anche per la vita stessa delle biblioteche che vengono private di quel ruolo fondamentale di raccolta e valorizzazione a beneficio della collettività. I rapporti con i compratori stranieri sono però penalizzati da una normativa 'assurdamente italiana' che impone la richiesta di un permesso di circolazione per ogni tipologia di bene con più di 50 anni, a prescindere dal valore; questo significa che se un italiano spedisce al di fuori dell'Italia un qualsiasi libro (ad es. un classico della BUR o della Mondadori del 1963 che vale pochi euro) senza l'attestato di libera circolazione commette un reato non solo amministrativo, bensì penale. Il rilascio del permesso avviene dopo almeno due mesi dalla presentazione della richiesta e questo scoraggia il compratore straniero dalla lunga attesa e dall'incertezza del responso. Ma anche nel caso il libro sia di estrema rarità o di particolare valore, l'iter burocratico è lo stesso: quindi per le leggi italiane (che si rifanno tuttora al Decreto Regio del 1939) va data stessa 'importanza' sia al romanzetto degli anni '60 (del XX secolo) che all'incunabolo del XV secolo: tempo, risorse pubbliche e priorità vengono poste sullo stesso piano, ma non certo in termini di criteri democratici.
Può evidenziare, in base al venduto, quali trend si stanno rafforzando nel settore dei manoscritti, dei libri antichi, degli autografi, delle stampe, dei disegni e della grafica?
É difficile individuare indicatori comuni a tipologie diverse di beni quali le opere a stampa (libri ed incisioni) o beni manoscritti (autografi e disegni) date le caratteristiche di multipli dei primi e di unici dei secondi, piuttosto possiamo affermare che c'è una maggiore attenzione comune allo stato di conservazione delle opere che, soprattutto, nel campo dei disegni condiziona moltissimo il valore del bene. E' anche vero che uno stato di conservazione impeccabile è sinonimo di eccezionale rarità e pertanto di relativo grande interesse. I libri a stampa, essendo multipli per definizione, vengono maggiormente apprezzati nel caso in cui, oltre alla rarità, presentino caratteristiche di unicità, quali ad esempio annotazioni manoscritte, firme di appartenenza oppure varianti tipografiche più o meno sconosciute. Il più grande piacere per un collezionista (sia esso di libri, manoscritti, stampe o disegni) è sempre quello di riuscire a trovare quell'opera che va cercando da tanto più tempo quanto la sua passione lo spinge a pagarlo, ma se l'opera poi presenta caratteristiche uniche la passione può anche trasformarsi in follia, in questo caso facendo molto felice il venditore di turno.
La vostra ricerca di oggetti interessanti per le vostre aste nel settore vi spinge anche in paesi stranieri?
L'Italia ha la fortuna di essere uno dei paesi con la più grande ricchezza di beni librari al mondo e fortunatamente questo ci consente di poter acquisire le collezioni senza andare all'estero. Talvolta veniamo contattati dagli eredi di famiglie di origine italiana che vivono all'estero e che all'estero hanno raccolto collezioni di beni italiani, o ancor più specificatamente di beni attinenti Firenze o la Toscana. Nel caso di acquisizione dall'estero la raccolta è gravata da un iter burocratico di temporanea importazione che prevede il rilascio di un attestato di ingresso del bene in territorio italiano a fronte di altrettanti attestati di temporanea esportazione rilasciati dal paese di origine. La mancanza di una normativa europea comune alle pratiche sia di importazione che di esportazione ci penalizza moltissimo rispetto alla semplicità con la quale operano altri paesi membri della comunità, con relative ricadute in termini di concorrenza, perché laddove la norma è chiara e condivisa anche lo sviluppo economico ne beneficia enormemente.
Confrontando nei vari settori della vostra asta i realizzi di oggi con quelli di dieci anni fa per oggetti similari e in similari condizioni, vede una crescita delle quotazioni, in particolare per quale tipo di oggetti e con quali percentuali?
Purtroppo le quotazioni generali dei beni esenti dalle caratteristiche di rarità, unicità e ottimo stato di conservazione negli ultimi 10 anni sono diminuite, ma questo è dovuto sia a cause di natura economica che culturale: se è vero che il potere di acquisto è diminuito per tutti è anche vero che il nostro settore non beneficia più dell'appoggio delle istituzioni pubbliche (musei e biblioteche) che non hanno più fondi (da anni) per l'acquisizione dell'antico. A questo si aggiunge un ulteriore problema di natura culturale rappresentato dalla mancanza di un ricambio generazionale che non trova nei figli la stessa passione per il collezionismo dei padri (e ancora prima degli avi).
In base alla sua esperienza, quali sono le caratteristiche, in termini di stato di conservazione degli oggetti proposti all'asta, che sono maggiormente verificate e richieste dai partecipanti all'asta?
Per le stampe e i disegni i principali difetti sono rappresentati non solo da strappi o maldestri restauri, ma anche dalle conseguenze di una cattiva esposizione del foglio nel caso sia stato incorniciato ed appeso in un ambiente particolarmente soleggiato: in questo caso la carta tende ad imbrunirsi ed i colori a schiarirsi. Il libro è un oggetto per sua natura più complesso dal punto di vista fisico e lo stato di conservazione delle pagine interne è più importante rispetto alle condizioni delle legature che, avendo lo scopo di preservare il contenuto sono più o meno condizionate dai segni del tempo e dell'uso del libro stesso, tanto che è assai frequente trovare libri con legature che nel corso dei secoli si sono sostituite alla prima originale. Anche in questo caso, legature nobiliari create appositamente per la casata del possessore o legature originali che attestano la genuinità dell'esemplare impreziosiscono il valore del libro stesso. Al di là della legatura, che è importante, ancor più importante è la completezza dell'opera: pagine mancanti, tavole asportate o esemplari con integrazioni di tali mancanze da altri esemplari sono difetti che penalizzano moltissimo i libri. La descrizione in catalogo del libro antico è quasi sempre supportata dai riferimenti dei repertori bibliografici che utilizziamo per poter collazionare gli esemplari. Senza il repertorio, che ci consente di verificare l'effettiva completezza dell'opera, non saremmo in grado di poter garantire i beni che vendiamo. Ma un'attenta descrizione, corredata dei riferimenti bibliografici specifici, non sempre è sufficiente per convincere un cliente a concorrere per l'acquisto del bene, chi non può visionare le opere (soprattutto i clienti stranieri) chiede di integrare la descrizione testuale con maggiori foto a dimostrazione del fatto che per quanto sia più o meno bravo (o serio) a descrivere un libro non potrò mai sostituirmi agli occhi altrui.
di Stefano Cosenz
Fonte: www.arteconomy24.ilsole24ore.com