Venerdì 17 giugno si è tenuto a Roma - Palazzo Valdina (Camera dei Deputati)
- l’incontro sul tema “Applicazione del Codice Urbani alla tutela dei beni librari”. L'incontro era stato preceduto da una lettera d'invito indirizzata al Ministro On. Rocco Buttiglione e ad altre personalità del mondo politico, istituzionale e della cultura.
Hanno partecipato all’incontro i relatori:
- Oliviero Diliberto (Segretario Nazionale PdCI)
- Maria Grazia Ghiazza (Soprintendenza Regionale Regione Piemonte)
- Angela Cavarra, Direttrice della Biblioteca Casanatense (in rappresentanza del Direttore generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali)
- Fabio Bertolo (Christie’s Roma)
- Umberto Pregliasco (Presidente ALAI)
Come specificato anche nell’invito, spedito a tutti i soci, questo incontro fortemente voluto dal Consiglio Direttivo dell’ALAI nasce dalla necessità di un dialogo e di un confronto tra tutti coloro che sono direttamente coinvolti o interessati dal Codice Urbani, ossia i librai antiquari, le Soprintendenze regionali, il Ministero per i Beni Culturali e importanti figure istituzionali sensibili al problema della sua applicazione. A nome del Consiglio esprimiamo soddisfazione per la qualità degli interventi dei relatori, per le buone speranze di un continuo dialogo tra parti spesso in contrasto tra di loro e soprattutto per le premesse di un’azione collettiva mirata ad evidenziare le numerose problematiche che il Codice implica nonché le possibili soluzioni che possono emergere dal confronto. Il dibattito si è aperto con una presentazione di Francesco Chellini sulla storia della nostra associazione, nata nel 1948 con il nome di “Circolo dei Librai Antiquari” per iniziativa di 19 librerie antiquarie italiane. Il circolo, come si legge nel primo articolo dello statuto si proponeva “di disciplinare il commercio librario d'antiquariato e di sviluppare l'amore per il libro antico” e includeva, tra i suoi compiti, non pochi interventi di carattere bibliograficoinformativo.
Successivamente Umberto Pregliasco ha ribadito le richieste esposte durante l’incoraggiante convegno con il Ministro Urbani (nel frattempo sostituito dall’On. Buttiglione) del marzo scorso, a proposito degli obblighi contemplati in materia di esportazioni, tenuta del registro di P.S. e notifiche: “...una delle soluzioni potrebbe essere l’estensione dell'applicazione dell'Allegato A, il documento in appendice alla legge che fissa alcune soglie di valore che sono applicate anche per la esportazione in quasi tutti i paesi europei; mentre, nel Codice Urbani, l’applicazione è limitata al rimpatrio dei beni illecitamente esportati, oppure alla licenza di esportazione definitiva, dopo che il bene abbia già ottenuto l’attestato di libera circolazione. Non va dimenticato che, solo ponendo al centro del discorso i princìpi ed i comportamenti acquisiti a livello europeo, si può realizzare concretamente una situazione di eguaglianza e di pari opportunità, pur nella libera concorrenza, tra tutti gli operatori del settore attivi, a tutti i livelli, nei paesi dell’Unione Europea. Comprendo che le soglie di valore espresse dall’Allegato A sono piuttosto elevate, ma noi vorremmo trovare un accordo con gli autorevoli interlocutori di oggi, anche su valori più bassi, che siano compatibili con lo spirito «conservativo» della legge. Quindi, la nostra categoria necessita che sia definita con precisione la nozione di 'importante interesse', attualmente del tutto generica e priva di riferimenti oggettivi, sia ai fini della richiesta dell’attestato di libera circolazione, sia ai fini della registrazione dei dati anagrafici dell’acquirente, adottandola unicamente nel caso in cui un libro abbia caratteristiche tali da renderlo un pezzo unico, come ad esempio i manoscritti, oppure i libri a stampa con annotazioni di eminenti figure della storia della cultura. Ovvero, nel caso in cui un libro sia presente in un limitatissimo numero di esemplari nelle biblioteche pubbliche nazionali, oppure, ancora, abbia delle varianti tipografiche realmente rilevanti. Il che è tra l’altro difficile da stabilire allo stato attuale, data la parzialità dei dati inseriti nel Censimento del patrimonio librario nazionale. Anche un criterio cronologico, come ad esempio il limite indicato da una vecchia legge come discrimen tra i libri antichi e quelli realizzati industrialmente, porrebbe dei problemi, in quanto, oggettivamente, alcuni libri del Novecento sono importanti e divenuti rari”.
Pregliasco ha così concluso: “Attendo con interesse eventuali altre proposte, ma non ritengo sia possibile identificare altri criteri, che siano attuabili in pratica, da parte dei librai e dei Soprintendenti, se non quello delle soglie di valore, da concordarsi con il Ministero. Spero dunque che gli interventi che seguiranno siano improntati ad una volontà di collaborazione, nel rispetto delle esigenze reciproche, e che dopo sia possibile intavolare tra noi una discussione il più possibile costruttiva ed operativa”.
Ha poi preso la parola l’On.Oliviero Diliberto, al quale intendiamo esprimere un particolare segno di gratitudine, in quanto unica rappresentanza politica sensibile e disponibile a partecipare alla tavola rotonda. Il suo intervento, analitico e propositivo, ha messo in luce alcuni aspetti contraddittori e mal interpretabili del Codice Urbani che potrebbero essere risolti attraverso l’individuazione di criteri univoci e generali e non secondo l’interpretazione discrezionale di nozioni quali il concetto di «importante interesse», punto chiave di molti aspetti del Codice stesso. Diliberto sostiene che il mercato del libro antico sta divenendo un fenomeno di massa: si moltiplicano i cataloghi, le mostre, i mercatini. I criteri attuali sono inapplicabili, e possono creare, di fatto un mercato parallelo, al di fuori degli associati all’ALAI; una posizione troppo vincolistica può infatti essere aggirata. Sono necessari dei provvedimenti amministrativi, concordati tra il Ministero dei Beni Culturali, quello degli Interni e l’ALAI, che identifichino dei criteri non astratti, come ad esempio la data 1550 o una soglia di valore. I beni culturali sono una risorsa fondamentale per il Paese, che dovrebbe investire di più negli acquisti, le biblioteche, gli archivi, i censimenti, la sicurezza, la formazione, nelle cose che restano, piuttosto che nell’effimero. Diliberto ha concluso ribadendo che, nonostante la propria posizione politica generale, riconosce che non si può né si deve limitare il commercio e la circolazione dei libri.
Ringraziamo anche la dott.ssa Ghiazza che ha concordato l’intervento con la dott.ssa Buscaroli (della Regione Emila–Romagna): ha manifestato la difficoltosa posizione delle Soprintendenze Regionali sia per quanto riguarda la mancanza di un regolamento attuativo del Codice (comune a tutte le Soprintendenze italiane) sia per la mancanza di forze in grado di affrontare l’immaginabile mole di lavoro che implicherebbe la richiesta di esportazione dei libri aventi oltre 50 anni. La dott.ssa Ghiazza concorda sulla necessità di riscrivere le norme che regolano le esportazioni, in base alla legislazione europea. Il sistema attuale ha un’efficacia ridotta, e, in effetti, obbliga i Soprintenedenti a disperdere il proprio lavoro, invece di concentrarsi sui beni veramente importanti. Osserva che però, qualora venisse introdotta la soglia di valore, la valutazione economica spetterebbe ad una sola delle parti, i librai.
Ringraziamo Fabio Bertolo che in qualità di responsabile di Christie’s ha sottolineato le difficoltà delle case d’asta italiane per il commercio con potenziali clienti stranieri a differenza di altri paesi dove gli iter sono meno burocratici di quello italiano. Siamo consapevoli che questo sia stato il primo passo nella direzione di un dialogo aperto e di un confronto costruttivo che, però, necessita di tempo, condizioni favorevoli e buona volontà, tuttavia siamo molto rammaricati per la scarsa partecipazione, in primo luogo da parte dei soci ALAI, ma soprattutto da parte del Ministero che nonostante numerose e difficoltose richieste di partecipazione, e promesse di disponibilità, non ha fornito un rappresentante ufficiale se non “per mezzo di delega” alla dott.ssa Angela Cavarra Direttrice della Biblioteca Casanatense di Roma. In conclusione, la nostra speranza è che il dialogo non finisca e che si possa continuare il cammino intrapreso attraverso la partecipazione e la volontà di quante più componenti si renderanno sensibili per la soluzione di questo problema.
DISCORSO DI APERTURA di Francesco Chellini
Buon giorno a tutti,
in qualità di ex-presidente e membro del Consiglio Direttivo dell’ALAI – Associazione Librai Antiquari d’Italia – vorrei dare il benvenuto ai presenti qui intervenuti e ringraziarli.
Mi piacerebbe, prima di dare la parola al Presidente Pregliasco, introdurre brevemente l’ALAI e il mestiere di libraio antiquario. L’Associazione Librai Antiquari d’Italia nasce nel 1948 con il nome di “Circolo dei Librai Antiquari” per iniziativa di 19 librerie antiquarie italiane. Il numero dei soci è abbastanza ristretto, ma i nomi dei fondatori sono i più illustri dell'antiquariato italiano Tra queste librerie fondatrici c’era anche la Libreria Pregliasco di Torino. Il Circolo diventerà poi Associazione nel 1971. C’era già stato un tentativo di fondare un'associazione di Librai Antiquari d'Italia: risale infatti al 1880, periodo in cui l'antiquariato librario aveva appena assunto una propria autonoma fisionomia in seno al commercio librario; esso si deve a una Società di Professori ed Amatori intitolata 'Il Bibliofilo' (come la rivista cui diede vita tra il 1880 e il 1890) ispirata da Carlo Lozzi giurista e bibliofilo marchigiano ed espressione del profondo legame che sul finire del XIX secolo collegava antiquariato librario e mondo della bibliofilia e della cultura. Un legame via via attenuatosi nel corso degli anni, tanto che il Circolo dei Librai Antiquari sembra porsi soprattutto lo scopo di rivalutare la figura professionale e morale del libraio antiquario e di recuperarne un più diretto rapporto con il mondo delle biblioteche e degli studi. Il circolo, come si legge nel primo articolo dello statuto si proponeva 'di disciplinare il commercio librario d'antiquariato e di sviluppare l'amore per il libro antico', includeva, tra i suoi compiti, non pochi interventi di carattere bibliografico-informativo. Tra le altre finalità del Circolo, confluite poi nell’Associazione Librai Antiquari d’Italia, si ponevano in primo piano le seguenti: Svolgere una azione moralizzatrice del commercio del libro antico fissandone le norme generali ed applicando sanzioni ai trasgressori. Sollecitare dalle competenti autorità disposizioni intese a facilitare il commercio d'antiquariato in Italia e all'estero. Promuovere manifestazioni di bibliografia ed associarsi a quelle ordinate da altri enti. Collegarsi con i Circoli stranieri similari e con librerie d'antiquariato all'Estero. Raccogliere cataloghi, bollettini, notizie concernenti il commercio del libro antico. Pubblicare un bollettino periodico con, articoli divulgativi di bibliografia, notiziari, desiderata ed offerte di opere. Pubblicare, patrocinare o partecipare ad imprese editoriali di bibliografia. Compiere ricerche bibliografiche per tutti i soci. Unificare l'adozione della terminologia relativa alla schedatura di un libro. Compiere un censimento di bibliofili formando indirizzari selezionati e divisi per specializzazioni. Quindi lo scopo dell’Associazione non è quello puramente commerciale di difesa dei singoli soci, ma anche quello più prettamente culturale e di diffusione della cultura. In questa ottica l’Associazione organizza due tra le più importanti mostre di libri antichi che si svolgono in Italia. La Mostra del Libro Antico di Firenze e la Mostra Libri Antichi e Rari a Palazzo Venezia di Roma.
La nostra attività viene svolta con amore per il libro e ritengo che sia difficile trovare un'altra professione in cui la passione sia tanto divorante. I nostri cataloghi sono punti di riferimento e di notizie, raccolte con ricerche e letture di testi bibliografici, a disposizione di tutti i bibliofili e anche di tutti coloro che lavorano nel campo dei libri, compresi bibliotecari e istituzioni pubbliche. Il lavoro del libraio antiquario è un lavoro quasi nascosto, ma molto importante.
Negli ultimi anni i soci dell’ALAI sono cresciuti molto, ma rimaniamo sempre una piccola realtà: siamo infatti circa 120. Collaboriamo già con alcune istituzioni pubbliche, ma vorremmo fare di più ed è per questo che abbiamo voluto organizzare questa tavola rotonda. Siamo qui per iniziare un discorso con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con le Sovrintendenze ai Beni Librari e con le persone che tutelano il nostro immenso patrimonio culturale. Vorremmo essere collaborativi al massimo e mettere la nostra professionalità e le nostre conoscenze a disposizione di tutti. Purtroppo nello svolgimento del nostro lavoro troviamo molte difficoltà burocratiche che potremmo superare con incontri successivi.
Ci teniamo a ribadire che la nostra Associazione è apolitica e, quindi, abbiamo invitato qui personalità politiche di vari schieramenti politici. Alcuni non sono potuti intervenire (come il Sen. Dell’Utri e il Ministro Buttiglione) e ce ne dispiace. Abbiamo anche invitato il Gen. Zottin del Nucleo Tutela dei Beni Culturali dei Carabinieri, ma aveva un altro impegno. Lo abbiamo incontrato ieri ed oggi, in sua rappresentanza, c’è il Ten. Col. Musella che ringraziamo per essere qui presente. E’ nostra intenzione continuare il dialogo che oggi si sta aprendo per la prima volta e speriamo di poter ripetere un incontro durante la biennale Mostra del Libro Antico di Firenze, che si svolgerà dal 14 al 16 ottobre prossimi.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro
Passo adesso la parola al Presidente Umberto Pregliasco.