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Ricordo di Marcello Sgattoni

Data 01/12/2020       Categoria Articles and Publications
Autore Admin

Ricordo di Marcello Sgattoni

Il 27 dicembre 2011 è scomparso il collega Marcello Sgattoni, titolare della Libreria Quondam di Macerata.

Ho avuto occasione di conoscere Marcello circa vent’anni fa, prima di muovere i primi passi nella professione, quando una delle mie ‘bibbie’ di lettura era la Guida alle librerie antiquarie di Claudio Messina, ed il mio passatempo - nei ritagli di tempo del mio lavoro d’allora – era lo ‘stalking’ pressoché sistematico dei librai di mezza Italia, nello stile spesso consueto di molti bibliofili (o bibliomani ?) in erba.

Ricordo che nella nostra prima conversazione telefonica, di fronte alla mia richiesta di opere ‘non perfette’ (malcelato eufemismo usato per far capire le mie scarse potenzialità economiche, e la tendenza ad accontentarsi sulle condizioni di conservazione) Marcello – e per me il sig. Sgattoni, a quel tempo - mi rispose gentilmente che aveva rilevato un ingente quantitativo di opere scomplete e ‘difettose’, e che se avessi avuto l’ardire di scendere a trovarlo nel suo negozio a Macerata, avrei avuto di che divertirmi.

Era luglio inoltrato, e non appena la torma dei vacanzieri ebbe passato il budello autostradale di Bologna, ai primi d’agosto imboccai quella via a mia volta, carico di speranza come un piccolo cercatore d’oro del Klondyke.
L’ anticamera della libreria era un pò anonima, ma una volta varcata la soglia della seconda stanza la sensazione che ne ebbi fu da manuale dello scout di libri, ovvero scatole di libri dappertutto – a ricerca libera come la libidine libraria comanderebbe sempre – una simpatica confusione generale, ed il libraio avvolto nella nuvola azzurrina del fumo che emanava dalla sigaretta sempre accesa.
La terza stanza, decorata da un bel soffitto affrescato e meno affollata di scatole, prometteva forse un ordine appena apparente, ma dopo un istante sopraggiungeva la tentazione di ficcarsi sotto il tavolo per ‘ravanare’ in alcune pile di libri che sembravano esser state dimenticate lì da un decennio almeno.

Marcello Sgattoni era un uomo alto, distinto, dall’occhio attento e la battuta pronta, a volte pungente, non prodigo nelle parole, ma sempre ben pesate, e devo dire che malgrado fossi un totale sconosciuto fin dalla prima volta mi trattò generosamente e senza alcun sussiego, con pragmatici incoraggiamenti nelle condizioni d’acquisto, ma senza piaggerie pseudo amicali.
Malgrado all’inizio mi incutesse una leggera soggezione – non per il contegno, ma per il piglio e la loquela ‘asciutta’ da professore di matematica o di tedesco – ne rimasi quasi da subito piacevolmente impressionato, e mi colpirono molto i racconti dei suoi lunghi viaggi solitari in auto - Marcello era un instancabile guidatore all’occorrenza – trasportando libri da un capo all’altro dell’Italia.

Ora che il viaggiare è una parte imprescindibile della mia attività, riconosco che alcuni ‘bacilli’ dell’attitudine al viaggio mi sono certo stati passati da Marcello Sgattoni, per il quale certo non stonava il pensiero di Robert Louis Stevenson, autore della celebre ‘Isola del Tesoro’, secondo il quale è più importante viaggiare carichi di speranza, che non l’arrivare ad una certa meta.
A Marcello Sgattoni sono indubbiamente riconoscente non solo di numerosi viaggi carichi di speranza, ma anche di numerose mete fatte di molti libri all’epoca a me sconosciuti, fatti per essere toccati, sfogliati ed annusati, non preziosi in quanto costosi ma perché a me totalmente incogniti, così carichi di suggestioni ed emozioni, e di aspettative di conoscenza, e forse mi rendo conto solo ora che un’Isola del tesoro’ come quella non la ritroverò mai più.

Un grazie a te, Marcello, ed ancora buon viaggio.




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