TOMASI DI LAMPEDUSA, Giuseppe (1896-1957). Il gattopardo . Milano, Feltrinelli, (ottobre) 1958.
PRIMA EDIZIONE, apparsa postuma, di uno dei più importanti romanzi italiani del dopoguerra.
Il dattiloscritto dell’opera, sottoposto in un primo momento al giudizio di Elio Vittorini, che lo sconsigliò all’Einaudi, di cui era allora consulente editoriale, ma lo propose alla Mondadori, giunse infine nelle mani di Giorgio Bassani, che lavorava presso la Feltrinelli. Questi intuì le potenzialità del romanzo, ma ebbe come l’impressione che non fosse completo. Si recò così a Palermo, dove la vedova dell’autore gli mostrò un manoscritto contenente alcuni capitoli del romanzo. Bassani collazionò dattiloscritto e manoscritto e ne pubblicò il testo senza apportarvi nessuna modifica.
Questa versione della genesi editoriale del Gattopardo fu messa in discussione nel 1968 dal critico Carlo Muscetta, il quale, confrontando manoscritto originale ed edizione feltrinelliana, denunciò pesanti interventi da parte del curatore. La Feltrinelli fu quindi costretta l’anno successivo a far uscire una nuova edizione, più conforme al testo del manoscritto originale.
Il Gattopardo superò presto le sessantamila copie vendute, diventando quasi un simbolo della casa editrice che lo aveva proposto. La seconda e la terza edizione uscirono nel dicembre dello stesso anno. La definitiva consacrazione avvenne nel 1963 con l’uscita dell’omonimo film di Luchino Visconti.
Per la vicenda, ambientata in Sicilia negli anni a cavallo dell’Unità d’Italia, e per il protagonista Don Fabrizio Corbera, Principe di Casa Salina, l’autore si ispirò alla vita del suo bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento e appassionato amatore di astronomia.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa passò l’infanzia studiando privatamente nella grande casa di famiglia a Palermo, sua città natale. Nel 1915 s’iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Roma, senza mai conseguire la laurea, perché quello stesso anno fu chiamato alle armi. Durante la disfatta di Caporetto, fu fatto prigioniero dagli Austriaci e rinchiuso in un campo di concentramento. Alla fine della guerra tornò in Sicilia. A Riga nel 1932 sposò la studiosa di psicanalisi Alexandra WolffStomersee, detta Licy, di nobile famiglia tedesca.
Nel 1954, insieme al cugino poeta Lucio Piccolo, si recò a San Pellegrino Terme per assistere ad un convegno letterario. In quell’occasione ebbe modo di conoscere Eugenio Montale e Maria Bellonci. Il Gattopardo, suo unico romanzo, fu scritto negli ultimi anni di vita. Morì a Roma nel luglio del 1957 per un tumore ai polmoni.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo piccolo di pp. 330. Cartonato editoriale illustrato da Albe Steiner.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010