BELLI, Carlo (1903-1991). Kn. Milano, Edizioni del Milione, 1935.
PRIMA EDIZIONE. L’opera, edita dalla Galleria il Milione di Milano, ma diffusa in forma manoscritta tra gli artisti amici dell’autore già dalla fine degli anni Venti, fu considerata da Vasilij Kandinskij come il vangelo dell’arte astratta.
In Kn Belli esamina i principali movimenti d’avanguardia e, con uno stile da lui stesso definito in tarda età troppo drastico, non risparmia cubismo, espressionismo, futurismo, dada, purismo e surrealismo, accumunati a suo avviso dall’adesione ad una medesima realtà fenomenica nascosta sotto il velo di diversi «mimetismi».
Affascinato dalla spiritualità, dalla musica, dall’ordine dell’architettura classica, dalla metafisica, dal rigore filosofico di Rosmini, egli si avvicinò invece a Kandinskij, Klee e Delaunay, ma non nascose la sua ammirazione per De Chirico e Savinio.
Carlo Belli, pittore originario di Rovereto, è considerato il padre dell’astrattismo in Italia. La sua produzione si scinde nettamente in un filone paesaggistico piuttosto realistico e in un filone astratto, coerente con le idee teorizzate in Kn.
Egli fu anche giornalista, scrittore, critico d’arte e musicologo. Amico sin da giovane dei concittadini Luciano Baldessari e Fortunato Depero che lo introdussero all’arte futurista, al cui stile si uniformarono i suoi primi lavori, nel 1924 Belli si recò a Berlino e Dessau, dove conobbe Walter Gropius e Kandinskij. Negli anni seguenti iniziò la stesura di Kn.
Riammesso nel 1928 nel Partito Nazionale Fascista, da cui se ne era andato nel 1922, fu chiamato a Brescia a lavorare per il quotidiano “Il Popolo di Brescia”. Poco dopo diventò direttore della rivista “Brescia” ed iniziò a collaborare ad altre testate, tra cui il “Quadrante”, diretta da Pier Maria Bardi e Massimo Bontempelli, dove apparvero in anteprima alcuni stralci di Kn.
Nel 1934 si trasferì a Roma, come corrispondente de “Il Popolo di Brescia” e de “Il Corriere padano”. L’anno dopo pubblicò il saggio Lettera sulla nascita dell’astrattismo in Italia.
Nel 1937 fece un viaggio a Parigi, in compagnia di Alberto Sartoris, per visitare l’Esposizione Universale. Nella capitale francese rivide nuovamente Kandinskij.
Negli anni della guerra Belli visse a Roma, dirigendo il quindicinale “Mondo arabo”. Dopo un breve periodo a “Il Giornale”, nel 1947 fu assunto a “Il Tempo”, per la cui testata si occupò dei resoconti parlamentari e fu corrispondente dal Medio Oriente.
Nel 1968 prese parte alla XXXIII Biennale di Venezia, in quell’anno dedicata all’Arte Astratta. A partire dal 1971 frequentò lo Studio Internazionale d’Arte Grafica L’Arco, dove nel 1979, spinto dall’amico Vanni Scheiwiller, espose per la prima volta le sue opere pittoriche.
Lo stesso Scheiwiller curò una mostra presso la Galleria Pancheri di Rovereto e, nel 1988, presso lo Studio 111 di Milano. Nello stesso anno apparve, per i tipi del medesimo Scheiwiller, la terza edizione di Kn, contenente in appendice alcuni passi censurati originariamente dallo stesso autore. Belli si spense a Roma il 16 marzo del 1991.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. 227, (5). Brossura editoriale a colori.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010