UNGARETTI, Giuseppe (1888-1970). Il porto sepolto. (Udine, Stabilimento tipografico friulano, 1916).
PRIMA EDIZIONE del primo e più celebre libro di Ungaretti. Data la sua importanza e la sua rarità, la prima edizione de Il porto sepolto costituisce uno dei libri italiani del Novecento più ricercati.
La raccolta comprende trentatre componimenti, di cui cinque già apparse su “La Diana” e su “La Voce” nel 1916.
Scritte in trincea su ritagli di giornale e cartoline che l’autore conservava nella sua bisaccia da campo, le liriche di Ungaretti, fatte di pochi versi, scabre, appese ad un esile filo coma la vita dei soldati al fronte, segnano per l’Italia la nascita della poesia moderna.
Il primo ad accorgersi della loro deflagrante novità fu l’editore Ettore Serra, che curò tipograficamente la stampa udinese, per la quale scelse un carattere molto classico (il dieci bodoniano) e circondò il testo con un ampissimo margine bianco. Poche volte nella storia editoriale della nostra letteratura contemporanea si è pervenuti ad una tale perfezione nella corrispondenza fra testo e supporto librario. Leggere il Porto sepolto in questa edizione è come assistere ad una esecuzione dal vivo di un grande musicista: tutte le altre edizioni, compresa la seconda (sontuosamente impressa a La Spezia con prefazione di Benito Mussolini e venti xilografie di Francesco Gamba), suonano come una fredda registrazione fatta in studio.
Di famiglia lucchese, Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Nel 1912 si trasferì a Parigi per terminare gli studi alla Sorbona. Nella capitale francese conobbe André Gide, Paul Valéry, Guillaume Apollinaire e gli italiani Giovanni Papini, Ardengo Soffici e Aldo Palazzeschi. Tra il 1915 e il 1918 combatté in trincea sul fronte austriaco. Finita la guerra, nel novembre del 1918, Ungaretti si recò a Parigi a rendere omaggio all’amico Apollinaire, che tuttavia era appena morto per contagio da spagnola. Pochi mesi dopo pubblicò un elegante libricino, La guerre (Parigi, 1919), la cui prima poesia è dedicata al poeta scomparso.
Nel 1919 presso Vallecchi uscì la seconda grande raccolta poetica di Ungaretti, Allegria di naufragi. Nel 1920 fece ritorno in Italia, collaborando negli anni seguenti con vari giornali in qualità di corrispondente e aderendo da subito al partito fascista. Nel 1931 pubblicò Allegria, nel ’33 Sentimento del tempo. Nel 1936 si trasferì a San Paolo del Brasile come professore di italiano. Nel 1942 gli fu affidata la cattedra di letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’università di Roma. La morte del figlio, avvenuta nel 1939, diede luogo alla raccolta Il dolore, apparsa presso Mondadori nel 1947 come quarto volume delle opere che l’editore milanese andava stampando dal 1942 con il titolo Vita di un uomo. Ungaretti morì a Milano il 2 giugno del 1970.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. 47, (1). Brossura editoriale. Tiratura di soli 80 esemplari numerati.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010