DELEDDA, Grazia (1871-1936). Canne al vento. Milano, Treves, 1913.
PRIMA EDIZIONE del più celebre tra i romanzi di Grazia Deledda. Uscito a puntate sull’ “Illustrazione Italiana” dal 12 gennaio al 27 aprile del 1913, esso fu pubblicato in volume pochi mesi dopo.
L’opera, ambientata sullo sfondo di una Sardegna arcaica e superstiziosa, dove il mondo moderno d’oltremare appare solo a tratti e fugacemente, narra le vicende delle sorelle Pintor e del servo Efix. La prosa intrisa di suggestioni ancestrali e forti passioni piacque molto allo scrittore inglese D.H. Lawrence, che della Deledda divenne traduttore.
Grazia Deledda, originaria di Nuoro, si formò essenzialmente da autodidatta. Il padre le mise a disposizione un istruttore e la propria biblioteca personale. Iniziò a scrivere giovanissima, nonostante l’opposizione della famiglia. Il primo romanzo, Fior di Sardegna, apparve nel 1892, seguito da Anime oneste del 1895.
Nel 1900 si sposò con Palmiro Madesani, funzionario ministeriale, e si trasferì a Roma, dove rimase per il resto della sua vita. Negli anni seguenti pubblicò Elias Portolu (1903), probabilmente il suo capolavoro, Cenere (1904), L’edera (1908), Marianna Sirca (1915) e La madre (1920).
Nel 1926 ricevette il premio Nobel per la letteratura, seconda donna ad essere insignita di tale onorificenza. Il suo romanzo autobiografico Cosima apparve nel 1937 ad un anno dalla morte, avvenuta a Roma il 15 agosto del 1936.
Descrizione fisica. Un volume in 16mo di pp. (4), 299, (1). Brossura editoriale.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010