MONETA, Ernesto Teodoro (1833-1918). Le guerre, le insurrezioni e la pace nel Secolo Decimonono. Compendio storico e considerazioni. Milano, Società tipografica editrice popolare; G. Abbiati; Società internazionale per la pace, 1903-’10.
PRIMA EDIZIONE di questo vasto trattato che rappresenta il maggior lascito del più autorevole pacifista italiano del periodo postunitario.
Scritto in prima persona con stile aneddotico e giornalistico, esso descrive i disastri delle guerre più recenti, spiega le trame delle relazioni internazionali e traccia una storia del movimento internazionale per la pace. Condizioni fondamentali per rendere operativa una efficace “politica per la pace” sono, per Moneta, il disarmo e il ricorso all’arbitrato internazionale. L’adesione dei cittadini e dei governi alla pace è da lui vista come una conquista morale da perseguirsi attraverso l’educazione e l’incivilimento.
Ernesto Teodoro Moneta nacque a Milano da una famiglia aristocratica. Fervente patriota, all’età di quindici anni prese le armi nella guerra d’indipendenza del 1848 per difendere la propria casa dall’assalto dei soldati austriaci. Iscrittosi all’Università di Pavia, abbandonò presto gli studi per partecipare in prima persona alle lotte risorgimentali. Nel 1859 si unì a Garibaldi e l’anno dopo entrò nell’esercito italiano. Nel 1866 abbandonò la carriera militare per ritornare alla vita civile. Nel 1867 fu chiamato a dirigere il giornale “Il Secolo”, fondato poco tempo prima da Edoardo Sonzogno. Mantenne la carica fino al 1895, sostenendo posizioni pacifiste e anticlericali. Fautore della milizia sul modello svizzero, ossia di un esercito destinato esclusivamente alla difesa della patria, dalle colonne del suo quotidiano, oltre a promuovere il movimento pacifista, egli svolse un ruolo di grande rilevanza nel miglioramento dei rapporti fra Francia e Italia.
Contemporaneamente portò avanti la sua incessante attività per la propagazione della pace mondiale. Nel 1887 costituì la Società per la Pace e la Giustizia Internazionale, impegnata a potenziare l’azione dell’Unione Lombarda, la più importante società italiana per la pace, che in breve tempo, grazie alla sua azione, si diffuse anche fuori dall’Italia. Nel 1889 inaugurò a Roma il Primo Congresso Nazionale della Pace. Nel 1890 cominciò a pubblicare l’almanacco illustrato “L’amico per la pace”, cui collaborarono “grandi firme” della cultura italiana del tempo, come E. De Amicis, C. Lombroso, V. Pareto e E. De Marchi. Nel 1895 fu nominato rappresentante italiano nella commissione dell’Ufficio Internazionale per la Pace. Nel 1898 fondò la rivista “La Vita Internazionale”, che ebbe un discreto successo. Nel 1899 partecipò alla prima Conferenza diplomatica dell’Aja. Nel 1906 promosse il Padiglione per la Pace alla Esposizione Internazionale di Milano e fu presidente del quindicesimo Congresso Internazionale per la Pace.
Nel 1907, a coronamento del suo impegno, Moneta fu insignito del premio Nobel per la pace insieme al francese Louis Renault. Morì nel 1918, dopo aver sofferto per molti anni di glaucoma.
Descrizione fisica. Quattro volumi in 16mo. Vol. I (Milano, Società tipografica editrice popolare, 1903): pp. VII, 358; II (Milano, Società tipografica editrice popolare, 1904): pp. 347; III (Milano, Stabilimento litografico G. Abbiati, 1906): pp. 355; IV (Custoza e Lissa, Milano, Società internazionale per la pace, 1910): pp. VII, 353. Brossura editoriale.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010