Italian Classics
Le avventure del librettista di Mozart - 1823-1826

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

Le avventure del librettista di Mozart - 1823-1826

DA PONTE, Lorenzo (1749-1838). Memorie. New York, Gray & Bunce (per Lorenzo e Carlo Da Ponte), 1823-1826.

 

PRIMA EDIZIONE. Precedute da due abbozzi autobiografici (Storia compendiosa della vita e An extract from the life, N.Y., 1807 e 1819), le Memorie di Da Ponte furono da lui composte a New York durante gli ultimi anni della sua vita.

Scritte con un stile molto rapido e piene di animati racconti di episodi e personaggi, probabile retaggio della cultura americana ormai fatta propria dall’autore, esse costituiscono un eccezionale documento storico, in particolare per quanto riguarda la narrazione delle vicende relative al mondo teatrale e musicale viennese del periodo mozartiano e per quello che concerne la vita degli Italiani in America nei primi decenni dell’Ottocento.

Da Ponte fu una straordinaria figura di avventuriero, poeta e infaticabile uomo di teatro. La sua biografia si incrocia con quella di Mozart, Casanova ed Ugo Foscolo. Si potrebbe quasi dire che egli visse due volte: nel Settecento europeo, frivolo e libertino, e nell’Ottocento imprenditoriale statunitense.

Le sue Memorie ebbero tuttavia scarsa eco sia in America che in Italia. A parte la positiva recensione che Giuseppe Montani (1789-1833) scrisse su l’ “Antologia” fiorentina dell’aprile-maggio del 1828, esse furono praticamente ignorate.

Emanuele Conegliano, veneto di Ceneda (oggi Vittorio Veneto), era figlio di un conciatore di pelli di origine ebraica che si convertì al cristianesimo nel 1763. In quell’anno egli fu battezzato insieme al padre e ai fratelli, assumendo il nome del vescovo di Ceneda, Lorenzo Da Ponte.

Compiuti gli studi in seminario, nel 1770 Da Ponte prese gli ordini minori e divenne insegnante di retorica. Nel frattempo cominciò a comporre i primi versi e nel 1773 si trasferì a Venezia in cerca di fortuna. Vi trovò amori e sregolatezze e, dopo solo un anno, cercò rifugio nel seminario di Treviso.

Nel 1776, per aver fatto rappresentare ai suoi allievi un testo di sua invenzione, gli fu interdetto di insegnare in tutto il territorio veneto. Tornò quindi a Venezia, dove conobbe Giacomo Casanova e dove subì un processo per adulterio e «rapto di donna honesta». Condannato in contumacia nel 1779, riparò a Gorizia, dove visse per alcuni anni del frutto delle sue composizioni.

Nel 1781 si trasferì a Dresda, cominciando ad occuparsi dell’adattamento e della traduzione di opere teatrali. L’anno seguente a Vienna conobbe l’ormai morente Pietro Metastasio ed ottenne l’appoggio del musicista italiano Antonio Salieri, che lo introdusse a corte e gli fece ottenere la nomina a poeta dei teatri imperiali.

Quelli viennesi furono anni di grande successo per Da Ponte, che dovette solamente fronteggiare la rivalità del poeta italiano Giambattista Casti. Egli scrisse numerosi libretti, tra i cui i celeberrimi Nozze di Figaro (1786), Don Giovanni (1787) e Così fan tutte (1790), che furono musicati da W.A. Mozart, da lui conosciuto nel 1783. Tuttavia nel 1791, all’apice della fama, venne espulso da Vienna a seguito di alcuni scandali amorosi e a causa delle gelosie di alcuni colleghi.

Bandito da Venezia e da Vienna, sposò a Trieste Anna Grahl e andò a cercar fortuna a Londra, dove giunse nell’ottobre del 1792. Nel periodo londinese (1793-1803), egli lavorò attivamente per il teatro e mise al mondo quattro figli. Tra il 1798 e il 1799 compì un viaggio in Italia per scritturare nuovi talenti. Rivide i luoghi della sua infanzia e conobbe Ugo Foscolo a Bologna.

Nel 1805, per scampare ai debiti e tentare la sorte, raggiunse a Filadelfia la moglie, che si era lì recata insieme ai figli per visitare alcuni parenti. Così, a cinquantasei anni, Da Ponte si trovò a reinventarsi una vita negli Stati Uniti. Cominciò ad insegnare privatamente l’italiano, quindi nel 1811 ottenne la cittadinanza americana e aprì un negozio di liquori a Sunbury in Pennsylvania.

Nel 1819, trasferitosi a New York, riprese l’attività di insegnante e aprì una specie di pensionato domestico, dove ospitava i suoi allievi. Fece dono di molti suoi libri italiani alla New York Public Library e nel 1823, insieme al figlio Carlo, fondò un negozio di libri italiani, che fungeva anche da casa editrice. Nel 1825 ottenne un posto di docente presso il Columbia College. Nello stesso anno arrivò in città la compagnia lirica della celebre Maria Malibran, che mise in scena il Barbiere di Siviglia di Rossini e il Don Giovanni di Mozart.

Nel 1827 pubblicò la Storia della lingua e della letteratura italiana in New York. Al 1830 risalgono invece le raccolte Alcune poesie e Poesie nuove , poi inserite nella seconda edizione delle Memorie (1829-1830).

Nonostante avesse ormai superato gli ottant’anni, Da Ponte sperava ancora di fondare una compagnia stabile di teatro negli Stati Uniti. Ci provò a Filadelfia nel 1832 con il tenore Jacques Montrésor (l’impresa finita malamente fu da lui descritta nella Storia incredibile ma veradella Compagnia dell’Opera Italiana condotta da Giacomo Montresor in America, New York, 1833) e poi nuovamente l’anno dopo a New York, dove fondò l’Italian Opera House, che, inaugurata trionfalmente il 18 novembre del 1833 con La gazza ladra di Rossini, chiuse dopo due stagioni.

Da Ponte si spense in Spring Street a New York il 17 agosto del 1838 all’età di quasi novant’anni.

 

Descrizione fisica. Quattro volumi in 12mo. Vol. I (agosto 1823, il frontespizio non riporta l’indicazione volume primo): pp. 86, (2) (tiratura A), pp. 108 (tiratura B); Vol. II (fine 1823, le ultime due pagine raccolgono due elenchi di sottoscrittori): pp. 162; Vol. III (riporta la data 1823, ma fu in realtà stampato nella primavera del 1824, perché le ultime quattro pagine del volume contengono una lettera di Da Ponte datata 25 febbraio 1824): pp. 156; Vol. IV (1826, sul frontespizio compare l’indicazione di volume ultimo, mentre in fine si legge: «Fine della I. parte del IV. volume»): pp. 63, (1).

L’edizione venne stampata in 500 copie. La narrazione delle vicende s’interrompe all’anno 1819. Nella seconda edizione l’autobiografia dapontiana giunge invece fino al 14 settembre del 1830.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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