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Lucio Gambetti. Un ricordo e un invito alla lettura

Data 30/05/2025       Categoria Articles and Publications
Autore Admin

Lucio Gambetti. Un ricordo e un invito alla lettura

Ci sono scomparse che lasciano attoniti, perché ci si accorge che assieme a chi è venuto a mancare, se ne è andata, per sempre, anche una parte di noi. Sono squarci, nella povera tela del nostro quotidiano, che danno le vertigini e davvero ci si accorge che non si trovano - perché non vi sono - parole da dire. Questo smarrimento ho provato per la morte di Lucio Gambetti. Volevo ricordare l’amico, nel corso della nostra ultima assemblea. Ma, con voce rotta, non sono riuscito a farlo. Nei giorni successivi, allora, ho provato a scrivere di lui come gigante della bibliografia. E la penna mi è caduta di mano.
Lascio quindi a Giacomo Coronelli, che già ha mostrato di sapere muovere passi sicuri sulla strada segnata da Lucio, il compito di parlare di lui, a nome di tutti noi che a Lucio abbiamo voluto bene.

Giovanni Biancardi



Quando ho iniziato a lavorare come schedatore, due libri mi hanno formato sopra gli altri: il Futurismo di Domenico Cammarota (Mart/Skira 2006) e Rarità bibliografiche del Novecento italiano di Lucio Gambetti e Franco Vezzosi (Sylvestre Bonnard 2007). Entrambi i repertori coniugano l’ampiezza del censimento — tendente quanto più possibile alla completezza — a un eccezionale dettaglio nella descrizione bibliografica, elemento essenziale per la collazione e il controllo di completezza (sovracoperte, fascette, prière d’insérer…). Prima ancora che mandarne a memoria i titoli descritti come «molto rari, senza quotazioni disponibili» o «non reperiti», sul repertorio di Gambetti e Vezzosi ho appreso i ferri della schedatura bibliografica e il gusto per l’approfondimento della genesi editoriale — censure, bocciature, autoedizioni — e delle peculiarità bibliografiche — emissioni varianti, ricopertinature, interpolazioni d’autore.

Quando ho iniziato era il 2008 e Rarità bibliografiche era uscito da appena un anno. Solo in seguito mi resi pienamente conto dell’eccezionalità di tale repertorio, insieme così vasto e così approfondito, che si muove “in verticale” come pure “in orizzontale”. Se per chi lavora con la bibliografia del primo e medio Novecento italiano l’importanza del “Gambetti-Vezzosi” non può essere messa in discussione, quel libro si dimostra di grande interesse anche per chi studia l’evolversi del canone letterario e della ricezione. Rarità bibliografiche fotografa infatti, con nitidezza quasi esagerata, il canone che si era formato nei primi forsennati e seminali vent’anni di collezionismo del Novecento. Anni pionieristici, di riscoperta e di ricerca condotta dalla generazione che aveva compiuto gli studi tra 1960 e 1980, allievi di una scuola accademica che — per esempio — poneva la lirica in maggiore rilievo rispetto alla narrativa.

Quando ho iniziato, tale contesto — per noi librai anzitutto commerciale — stava già incominciando a cambiare. In un certo senso si può dire che l’uscita del “Gambetti-Vezzosi” nel 2007 abbia rappresentato l’apice di un certo tipo di collezionismo — e del relativo canone, che è collezionistico ma di derivazione inevitabilmente letteraria — e, contemporaneamente, ne sia stato il canto del cigno. La generazione dei cosiddetti “millenial” — nella quale per un soffio mi ritrovo anche io — ha fatto letture in parte diverse e questo si riflette in un riposizionamento dei gusti collezionistici, in un salire e scendere nella borsa dei valori antiquariali. Un fenomeno del tutto normale, che si accompagna altrettanto naturalmente al progressivo schiudersi di nuovi territori del collezionabile, che includono gli anni terminali del secolo, dal 1980 in poi.

Nonostante l’anagrafe, tutto ciò Lucio Gambetti lo aveva intuito, tanto è vero che — tra i vari contributi pubblicati sulla rivista “ALAI”, tutti di estremo rilievo dal punto di vista bibliografico e imprescindibili “corsi di aggiornamento” per librai e collezionisti — uno in particolare era dedicato ai Preziosi del ventesimo secolo: considerazioni sul collezionismo del nostro Novecento letterario. In questo saggio bibliografico Gambetti redigeva un canone di “preziosi”, ovverosia quei libri né particolarmente rari né particolarmente “alla moda” che pure hanno mantenuto e spesso incrementato il loro valore antiquariale dal 1990 a oggi. Veri e propri classici del collezionismo del Novecento, spesso — ma non sempre — coincidenti con i classici del canone letterario. Accanto ai saggi sulla rivista “ALAI”, non possono quindi tacersi gli altri libri di Lucio Gambetti, tutti usciti negli ultimi anni e — almeno per quanto mi riguarda — ancora da approfondire nelle loro numerose pieghe bibliografiche. Segnalo in particolare Libri memorabili: una storia della microeditoria italiana del Novecento (Biblon 2021), da porre accanto al classico Libri e riviste di Gioia Sebastiani; Un’odissea editoriale: a cento anni dall’Ulysses di Joyce (Biblon 2022) e Italo Calvino e i suoi libri (Luni 2024).

Giacomo Coronelli





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