[TARABOTTI, Arcangela (1604-1652)]. La semplicità ingannata. Di Galerana Baratotti . Leida, Gio. Sambix [i.e. Johannes e Daniel Elzevier], 1654.
PRIMA EDIZIONE di questa opera fortemente polemica, originalmente intitolata Tirannia paterna, che fu pubblicata postuma con il titolo La semplicità ingannata.
L’autrice, costretta dal padre a prendere i voti contro la sua volontà, lancia un violento atto di accusa contro la famiglia e la società. Essa sostiene la perfetta parità fra uomo e donna e, citando le Scritture, ricorda che gli esseri umani di entrambe i sessi sono stati creati da Dio alla libertà e al libero arbitrio. Le costrizioni e i soprusi cui sono sottoposte le donne violano dunque la volontà divina.
La Tarabotti fornisce un quadro piuttosto fosco della famiglia. Al suo interno la volontà paterna si somma a quella dei fratelli per impedire alle figlie femmine di prendere possesso del patrimonio e di ricevere un’istruzione, con la quale esse potrebbero tener testa all’altro sesso. Le autorità religiose, da parte loro, hanno interesse a mantenere questa situazione per accaparrarsi la dote che ogni nuova suora reca con sé al momento della monacazione.
Essa si mostra quindi perfettamente consapevole dei risvolti economico-sociali che inducevano le famiglie patrizie del tempo a mandare in convento un numero così alto di giovani, e nello stesso tempo sostiene con grande sensibilità e con competenza filosofica la causa delle donne.
La Tarabotti compose anche altre opere in difesa del suo sesso, tra cui il trattato filosofico-polemico Che le donne siano della spetie degli huomini. Difesa delle donne, di Galerana Barcitotti, contra Horatio Plata, il traduttore di quei fogli, che dicono: Le donne non essere della spetie degli huomini (Norimberga, ma Venezia, 1651) e L’inferno monacale, rimasto inedito fino al 1990.
Arcangela Tarabotti nacque a Venezia da Stefano Tarabotti e Maria Cadena. A undici anni fu mandata a studiare presso il convento benedettino di Sant’Anna in Castello, dove otto anni dopo, contro la sua volontà, fu costretta a prendere i voti. Per assecondare la sua passione per lo studio, le fu permesso di ricevere visite e libri. Dal 1630 ebbe anche modo di frequentare i membri della celebre Accademia libertina degli Incogniti ed in particolare il suo fondatore, Giovanni Francesco Loredano, con cui intrattenne un rapporto epistolare ( Lettere familiari, e di complimento… All’illustriss. ... Gio. Francesco Loredano, Venezia, 1650). Morì a Venezia nel 1652.
Descrizione fisica. Un volume in 12mo di pp. (24), 307, 5 bianche. Marca tipografica al titolo.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010