Italian Classics
La riforma urbanistica di Sisto V - 1590

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La riforma urbanistica di Sisto V - 1590

FONTANA, Domenico (1543-1607). Della trasportatione dell’Obelisco Vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetto di sua Santità. Roma, Domenico Basa, 1590.

 

PRIMA EDIZIONE del monumento cartaceo che Domenico Fontana eresse a se stesso, per illustrare e celebrare gli straordinari interventi da lui realizzati a Roma in campo architettonico, urbanistico ed idraulico.

L’opera è un documento di grande importanza per quanto riguarda la storia dell’architettura e delle tecniche costruttive. Pubblicata nel 1590 al termine di un mirabile quinquennio di lavori, essa delinea con grande chiarezza i radicali interventi di trasformazione delle vie di comunicazione e delle chiese più importanti di Roma, che Fontana attuò con sorprendente rapidità, mettendo in pratica l’ambizioso progetto di Sisto V volto al rinnovamento della Chiesa posttridentina.

A quattordici anni di distanza Fontana ristampò il libro (Napoli, Costantino Vitale, 1604), aggiungendovi una seconda parte, nella quale rende conto del suo operato nel periodo in cui lavorò a Napoli.

Domenico Fontana nacque nel piccolo borgo di Melide in Canton Ticino. All’età di vent’anni giunse a Roma ed iniziò la sua attività come stuccatore. Durante il pontificato di Gregorio XIII (1572-1585) fu nominato architetto pontificio, anche se egli continuò ad operare prevalentemente come capomastro.

Nel 1574 fece l’incontro più importante della sua vita, quello con il cardinale Felice Peretti, che gli commissionò vari lavori, tra cui quelli promossi all’interno della Basilica di S. Maria Maggiore e quelli volti alla costruzione della villa Peretti Montalto (oggi distrutta).

Quando il cardinale salì sul soglio di Pietro con il nome di Sisto V, Fontana, che ne era di fatto il braccio destro, fu incaricato di realizzare tutti i progetti che il pontefice aveva in mente. Si trovò così ad essere protagonista di una delle maggiori rivoluzioni urbanistiche vissute dalla città di Roma. Egli progettò nuove strade e nuovi assetti urbanistici, costruì l’acquedotto Felice, ridefinì completamente l’edificio e l’area della basilica di San Giovanni in Laterano e, soprattutto, operò nel complesso della basilica di San Pietro (la cui cupola era stata completata proprio in quegl’anni), realizzando la biblioteca e curando il trasporto dell’enorme obelisco che fu posto al centro della piazza antistante la chiesa, dove si trova ancor’oggi. Quest’ultima impresa, splendidamente illustrata nel libro, è ritenuta da alcuni un vero e proprio miracolo della tecnica.

Negli ultimi anni del pontificato di Sisto V, Fontana si interessò pure della risistemazione della zona del Quirinale. In generale egli fece proprio il programma del pontefice, mirante a riqualificare le principali chiese di Roma grazie anche all’utilizzo in chiave cristiana di monumenti dell’antichità. Fece scalpore ai suoi tempi l’idea, per fortuna mai realizzata, di installare nel Colosseo un gigantesco laboratorio per la lavorazione della lana. Fontana dimostrò di non farsi molti scrupoli anche in altre occasioni, in cui si rese necessario demolire edifici preesistenti o strutture risalenti all’epoca romana.

Dopo la morte di Sisto V, nel 1590 Clemente VIII lo esautorò da ogni incarico. Approfittò allora di un invito e si trasferì a Napoli, dove fu nominato architetto ed ingegnere regio. Anche nella città partenopea Fontana fu attivamente impiegato dai viceré ed attuò importanti interventi di bonifica e canalizzazione, ristrutturazioni di chiese e la costruzione del palazzo reale. Morì a Napoli il 28 giugno del 1607.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio formato di cc. (1), 108, (4). Con due frontespizi incisi in rame da Natale Bonifacio: il primo riporta solo il titolo, mentre il secondo raffigura il ritratto del Fontana in un’elaborata cornice architettonica recante in alto le armi di Sisto V. Inoltre con 38 tavole calcografiche, di cui 35 a piena pagina e 3 su doppia pagina. Le tavole, inizialmente numerate nell’angolo superiore sinistro, poi successivamente nell’angolo superiore destro, sono incluse nella numerazione del volume. In quasi tutti gli esemplari manca la carta bianca corrispondente del primo titolo.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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