TELESIO, Bernardino (1509-1588). De rerum natura iuxta propria principia liber primus, et secundus . Roma, Antonio Blado, 1565.
PRIMA EDIZIONE della prima redazione in due libri di questa celebre opera che aprì una nuova era nella filosofia e nelle scienze sperimentali.
Dopo la ristampa data da Giuseppe Cacchi a Napoli nel 1570, il De rerum natura fu notevolmente ampliato dall’autore che lo portò a nove libri. La prima edizione della versione definitiva apparve a Napoli nel 1580 presso i torchi di Orazio Salviani, che la ripropose anche nel 1586 e nel 1587.
Opponendosi all’autorità di Aristotele, Bernardino Telesio fu il primo filosofo a teorizzare in modo sistematico la necessità di studiare i fenomeni naturali non sulla base di astratti principi teologici e metafisici, ma partendo dall’osservazione diretta. I sensi, infatti, più che la ragione possono condurre alla scoperta delle leggi che intrinsecamente governano il mondo.
Aristotele e i suoi seguaci, basandosi su vuoti concetti come atto e potenza, non sono riusciti a cogliere la vera essenza della ricerca sperimentale. Telesio constata invece come primo fatto che cade immediatamente sotto gli occhi dell’osservatore spregiudicato, l’azione continua del sole sulla terra, ossia l’azione del caldo sulla materia fredda. Rifiutando poi i vuoti contenitori delle “forme”, egli tratta l’anima come corporea e separa il concetto di tempo da quello di spazio, giungendo alla conclusione che il tempo esista indipendentemente dal moto e non sia un mero strumento per la sua misurazione.
Il pensiero di Telesio esercitò un’enorme influenza non solo sul conterraneo Tommaso Campanella, ma anche su Giordano Bruno, Francis Bacon, René Descartes e Thomas Hobbes.
Bernardino Telesio nacque a Cosenza nel 1509 da una nobile famiglia impoverita. Egli fu istruito nelle lettere greche e latine dallo zio Antonio, che nel 1521 lo portò con sé a Roma. Dopo il 1527, l’anno del Sacco, durante il quale fu per un breve periodo incarcerato, proseguì i suoi studi presso lo Studio di Padova, dove fece il suo primo incontro con l’aristotelismo universitario, basato per lo più sui commentatori arabi, che egli, grazie alla conoscenza del greco, poté confrontare direttamente con i testi originali.
Lasciata Padova nel 1535, Telesio visse per una decina d’anni in un monastero benedettino calabrese, quindi nel 1545 si trasferì a Napoli, dove godé del patronato della famiglia Carafa. Nel 1553 ritornò a Cosenza, si sposò e fece il suo ingresso nell’Accademia Cosentina, più tardi ribattezzata Telesiana in suo onore.
Nel 1565, di nuovo a Roma, godendo della protezione di papa Gregorio XIII che lo invitò ad esporre la sua filosofia, poté far stampare indisturbato i primi due libri del suo capolavoro. In quel periodo entrò anche in contatto con il filosofo naturalista Francesco Patrizi. Il De rerum natura fu messo all’Indice nel 1593, cinque anni dopo la morte del suo autore, che avvenne a Cosenza nel 1588.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di pp. (8), cc. 1-4, pp. 5-177 [recte 174], (2). Marca tipografica sul titolo e sull’ultimo foglio.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010