GUICCIARDINI, Francesco (1473-1540). L’historia d’Italia. Firenze, Lorenzo Torrentino, 1561.
PRIMA EDIZIONE, apparsa postuma per le cure di Agnolo Guicciardini, nipote dell’autore, e da questi dedicata al duca Cosimo I de’ Medici, della prima storia d’Italia, che è anche la prima storia moderna d’Europa.
Vi sono narrati gli eventi dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) fino a quella di Clemente VII (1534). Le vicende politico-militari della penisola sono a tal punto intrecciate a quelle delle principali nazioni europee che il quadro delineato dall’autore travalica i confini dei vari stati italiani.
Si tratta del tragico quarantennio nel quale Guicciardini operò al servizio di Firenze e dei pontefici della casata dei Medici, vedendo sfumare le speranze di vivere in un’Italia liberata dai «barbari». Furono quelli gli anni della discesa di Carlo VIII, delle guerre fra Francesco I e Carlo V e del Sacco di Roma: tutti avvenimenti che Guicciardini visse in prima persona nello svolgimento dei suoi numerosi e prestigiosi incarichi, uscendone quasi sempre sconfitto.
Vero e proprio monumento storiografico e unico scritto dell’autore concepito per la stampa e pensato per un’ampia diffusione, l’Historia d’Italia fu cominciata a partire dal 1535. Per poterla completare Guicciardini rinunciò ad una carica offertagli da Paolo III. L’opera, che contiene numerosi riferimenti all’attività diplomatica ed amministrativa dell’autore, è connotata da un forte realismo e da un’aderenza ai fatti che fa leva sulle passioni e sugli interessi dei protagonisti. Essa ebbe una straordinaria influenza sulla storiografia europea del secolo successivo.
La presente prima edizione comprende solamente i primi sedici libri dell’opera. Gli ultimi quattro apparvero nel 1564 presso i torchi di Giolito de’ Ferrari, che tre anni dopo pubblicò anche la prima stampa completa (ma parzialmente espurgata) in venti libri.
Fiorentino di illustre famiglia, Francesco Guicciardini, dopo gli studi di diritto compiuti fra il 1498 e il 1505 a Firenze, Ferrara e Padova, esercitò per un certo periodo l’avvocatura. Nel 1512 fu inviato in Spagna dal Consiglio degli ottanta. Al suo rientro, l’anno seguente, trovò i Medici nuovamente insediati a Firenze.
Nel 1515 papa Leone X lo nominò avvocato concistoriale. Nel 1516 fu eletto commissario pontificio a Modena e Reggio Emilia, dimostrando grandi doti nel difficile compito di amministrare la giustizia. Nel 1521 ebbe a Modena come ospite Niccolò Machiavelli, con il quale dal quel momento in poi rimase in costante contatto epistolare. Nel 1523 ricevette il governatorato della Romagna e si trasferì a Faenza.
Negli anni seguenti egli visse da protagonista i terribili avvenimenti che sconvolsero la penisola: in particolare difese Parma e Modena assediate e, in qualità di luogotenente dell’esercito pontificio, cercò invano di fermare l’armata imperiale diretta a Roma. Consulente politico del gonfaloniere Niccolò Capponi e successivamente dei Medici, nel 1531 fu nominato vicelegato di Bologna.
Nel 1533 si recò in Francia a seguito di Clemente VII per il matrimonio di Caterina de’ Medici, di cui redasse il contratto di nozze. Dopo l’assassinio di Alessandro de’ Medici, sostenne l’elezione di Cosimo. Questi tuttavia lo allontanò progressivamente dal suo entourage.
Negli ultimi anni si dedicò alla stesura e alla correzione del suo capolavoro. Morì a Firenze nel 1540. Tra le sue numerose opere, scritte a proprio uso e consumo, un rilievo particolare rivestono i Ricordi, una raccolta di sentenze, massime, riflessioni e considerazioni che ebbe grande fortuna a partire dalla prima (parziale) edizione parigina del 1576, curata da J. Corbinelli (Consigli e avvertimenti in materia di repubblica e di privato).
Descrizione fisica. Un volume in folio di pagine (8), 665 [recte 653], (3). Stemma mediceo sul titolo ed in fine. Con il ritratto xilografico dell’autore al verso della quarta carta preliminare. Nel 1561 Torrentino pubblicò anche un’edizione in 8vo.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010