Il 5 luglio ci ha lasciati quel gran signore dell'antiquariato librario che è stato per decenni Pietro Chellini, per circa 60 anni presenza imprescindibile nella conduzione della storica Libreria Gozzini di Firenze. Quest'ultima, fondata da Oreste Gozzini nel 1850 in piazza del Duomo, da molti decenni è una delle più rinomate librerie antiquarie d'Italia.
Essendo amico di mio padre Arturo, ebbi la fortuna di conoscere Pietro sin da quando ero un bimbo, e la stessa amicizia mi lega dai primissimi anni Settanta al figlio Francesco. Da subito apprezzai, la gentilezza e la dirittura morale di Pietro, mentre negli anni a venire ebbi modo di confrontarmi con la sua cultura e conoscenza del libro antico.
La Libreria Gozzini, tra le pochissime ad aver superato il secolo e mezzo di storia, è sicuramente la più longeva che sia stata condotta dalla stessa famiglia del fondatore. Pietro ne costituiva già la quarta generazione diretta, avendo il padre Renato sposato dopo la Grande Guerra la pronipote del fondatore, Vera Gozzini. Totale è stata la dedizione della famiglia Chellini alla nostra Associazione: dopo aver entrambi fatto parte per lustri al Comitato, sul finire degli anni Ottanta, Pietro resse con equilibrio la presidenza dell'ALAI mentre il figlio Francesco ne fu presidente una ventina d'anni più tardi. Ora, il nonno e il babbo sono riusciti ad instillare nel giovane Edoardo la malattia per il libro antico, garantendo una sesta generazione alla conduzione della Libreria Gozzini.
Pietro aveva iniziato ad occuparsi di libri negli anni Cinquanta, fortunato periodo in cui in Italia quasi ogni settimana una biblioteca, grande o piccola, veniva immessa sul mercato. Nel 1959 trasferì l'attività in Via Ricasoli, in alcuni locali del settecentesco Palazzo Alfani, dove riceveva le assidue visite di personaggi come Croce, Einaudi, Papini e Spadolini. La libreria di Pietro divenne una vera e propria istituzione culturale, che raccolse lo spirito e le tradizioni culturali e artistiche della città di Firenze. Persa troppo presto l'amata moglie Lola, la sua passione per le opere di diritto, giurisprudenza ed economia gli consentì di divenire ben presto un grande specialista in campo mondiale.
Ricordo, fino agli ultimi anni, il piacere di essere da lui ricevuto con cordialità e signorilità, appena sceso con agilità dallo scooter a cui non aveva mai rinunciato. La sua figura mancherà non poco al mondo del commercio librario.
A Francesco, Paola ed Edoardo vanno le affettuose condoglianze di tutti i librai italiani.
Umberto Pregliasco