COLONNA, Vittoria (1490-1547). Le rime spirituali . Venezia, Vincenzo Valgrisi, 1546.
PRIMA EDIZIONE, edita per le cure del tipografo Vincenzo Valgrisi, delle Rime spirituali di Vittoria Colonna.
La produzione di Vittoria Colonna comprende due filoni principali: uno profano costituito da componimenti amorosi, in cui essa celebra il marito, il marchese di Pescara Francesco D’Avalos, sposato nel 1509 e deceduto in battaglia nel 1525; ed uno sacro, in cui il dolore personale si trasfigura e viene a coincidere con il dolore universale rappresentato dal Cristo in croce. Se nella prima edizione parmense delle Rime (1538) il filone spirituale occupa solo una piccola parte della raccolta, esso va gradualmente aumentando fino all’edizione valgrisiana del ’46.
La presente edizione, che è la prima in 4to e quella tipograficamente più elegante, contiene centottanta poesie, di cui centoquarantacinque inedite. Essa fu ristampata due anni dopo dallo stesso Valgrisi con l’aggiunta di alcuni altri componimenti.
Benché la produzione lirica della Colonna copra un periodo di oltre vent’anni, essa si caratterizza per un’uniforme maturità stilistica, in cui trovano perfetto bilanciamento, da un lato, linguaggio poetico di rigoroso stampo petrarchesco e contenuto religioso-sentimentale, dall’altro, tensione stilistica (sempre volta verso un registro aulico) ed esplorazione delle passioni (dal dolore per la morte del marito all’amore divino).
La poetessa non si curò mai personalmente di dare alle stampe e promuovere le proprie liriche. La sua produzione fu quindi pubblicata suo malgrado e saccheggiata da vari editori, che spesso la confusero con quella di altre famose autrici come Veronica Gambara. Vittoria Colonna, la più famosa poetessa italiana del Cinquecento, nacque a Marino da Fabrizio, allora il maggior rappresentante della potente famiglia romana dei Colonna. Insieme a Michelangelo Buonarroti, sul quale negli ultimi anni esercitò una grande influenza umana e letteraria, essa fu la sola artista a ricevere in quel secolo l’attributo di “Divina”.
La sua corte divenne ben presto un cenacolo di idee riformistiche. Nel 1537 conobbe a Ferrara il predicatore Bernardino Ochino, con cui fondò un monastero di clarisse, Renata di Francia e la celebre scrittrice francese Margherita di Navarra, anch’esse conquistate dalla nuova religiosità riformata. Nonostante il carattere fortemente intimistico della sua poesia, in questa traspaiono in modo più o meno velato le idee eterodosse di Juan de Valdés (conosciuto a Napoli nel 1530), di Bernardino Ochino, di Pietro Carnesecchi, di Marcantonio Flamini e del cardinale inglese Reginald Pole, presso il cui cenacolo viterbese la Colonna trascorse tre anni tra il 1541 e il 1544. Morì a Roma, nel convento delle Benedettine di Sant’Anna dove si era ritirata, il 25 febbraio del 1547.
Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 48, (2). Marca tipografica al titolo ed in fine.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010