DOVIZI, Bernardo (1470-1520). Commedia elegantissima in prosa nuovamente composta per messer Bernardo da Bibiena. Intitulata Calandria. (Siena, Michelangelo de’ Libri ad istanza di Giovanni Landi, 29 aprile 1521).
PRIMA EDIZIONE di questa celebre commedia che riveste un ruolo capitale nella storia del teatro italiano. Ristampata per oltre venti volte nel corso del Cinquecento, essa fu assunta come modello dai commediografi successivi.
Composta in prosa ed ambientata a Roma nel 1512, la Calandra , di chiara ispirazione plautina, recupera dai Menaechmi il tema dei gemelli, i quali, separati da piccoli, causano un’infinità di equivoci. Rispetto all’originale, Dovizi accentua notevolmente il carattere novellistico, che egli desume da Boccaccio, assunto a modello anche sul piano linguistico, ed escogita la geniale trovata di attribuire ai protagonisti un sesso diverso, accentuando in questo modo la verve comica ed introducendo un elemento di malizia non presente nel testo antico.
La Calandra fu rappresentata per la prima volta ad Urbino nel 1513 per sancire la rinnovata alleanza fra i Della Rovere e i Medici. In quell’occasione fu realizzato un bellissimo scenario, dovuto forse a Girolamo Genga, pittore allievo di Raffaello. Inoltre, essendo assente il Dovizi, Baldassare Castiglione, suo grande amico, si incaricò dell’allestimento della recita. Nell’ottobre dell’anno successivo la commedia fu messa nuovamente in scena a Roma, presso la corte di Leone X, in onore di Isabella d’Este. L’ultima rappresentazione della Calandra, vivente l’autore, fu data a Mantova nel 1520.
La vita di Bernardo Dovizi, detto il Bibbiena dal nome del suo paese d’origine, fu strettamente intrecciata a quella della famiglia fiorentina dei Medici. Dopo la loro cacciata da Firenze (1494), egli seguì il cardinale Giovanni de’ Medici (il futuro Leone X), in qualità di segretario, nel suo esilio presso la corte di Guidobaldo da Montefeltro ad Urbino.
Proprio ad Urbino, passata successivamente sotto la signoria di Francesco Maria I della Rovere, il Bibbiena ebbe l’occasione di conoscere e stringere amicizia con Baldassarre Castiglione, nel cui dialogo il Cortegiano egli figura come interlocutore. Dopo l’elezione di Leone X, Dovizi si trasferì a Roma. Nominato cardinale nel 1513, continuò a svolgere importanti missioni diplomatiche per conto del papa. Tra il 1515 e il 1518 e poi di nuovo nel 1520 fu legato pontificio in Francia. Morì a Roma nel 1520.
Descrizione fisica. Un volume in 8vo di cc. (40). Con una xilografia sul frontespizio.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010