Umberto Eco ha dedicato una recente “Bustina di minerva” sull’Espresso alla vicenda paradossale del commercio con l’estero dei volumi antiquari. Fino all’agosto scorso se un libraio voleva vendere un libro all’estero doveva informare un ufficio apposito della Regione (la Soprintendenza ai Beni Librari) che sulla base di valutazioni sull’importanza del libro, avrebbe autorizzato o no la transazione.
Recentemente il Parlamento ha tolto la funzione del controllo sui beni librari alle regioni affidandolo allo Stato e quindi al Ministero dei beni culturali ma senza identificare l’ufficio a cui i librai debbono rivolgersi per la autorizzazione.
Il risultato è che un mercato di nicchia, in cui operano poco più di cento realtà benemerite di negozi storici impegnate per la salvaguardia e la promozione dei libri antichi, è strangolato.
L’Associazione dei librai antiquari di Italia (ALAI) ha rivolto una lettera “a cuore aperto” al Ministro Franceschini perché il blocco non si protragga oltre. Ancora non c’è stata risposta. Suggerisco di inviare come lettura istruttiva al ministro il volumetto di Augusto Frassineti “Misteri dei ministeri”. Questo libretto edito da Guanda nel 1952 soggiace alla norma di tutela per cui non può uscire dai confini della patria se non con un lasciapassare di un ente non ancora definito.
Altri paesi europei prevedono la libera circolazione dei libri antichi ad esclusione dei controlli per opere del valore superiore ai cinquantamila euro. Il nostro Paese si affida a lacci e lacciuoli che risultano ridicoli di fronte a una nuova realtà che deve confrontarsi con Amazon. Insomma prevale sempre la logica di essere forti con i deboli e deboli con i forti.
La cosa più esilarante della normativa così rigorosa è che anche un privato cittadino, non un commerciante, dovrebbe rispettare la disposizione succitata e preparando la valigia per una vacanza all’estero controllare che i libri che vuole portare con sé non siano stati stampati prima del 1965, altrimenti deve affrontare il rischio di una incriminazione per esportazione illegale di un bene tutelato, anche se non si tratta di un incunabolo o un prezioso manoscritto, ma di un volume della BUR o della Rivoluzione Liberale di Piero Gobetti edito da Einaudi nella collana NUE.
Non è possibile neppure scegliere dalla propria biblioteca un volume da portare in regalo a Natale negli Stati Uniti a una figlia o a un amico, se non sottoponendosi a una defatigante trafila burocratica.
E’ davvero difficile rispettare una legge così stupida. Non occorre pensare a forme di disobbedienza civile, basta affidarsi al buon senso. Vi immaginate il disastro per la giustizia di processi così surreali?
Autore: Franco Corleone
Fonte: espresso.repubblica.it