Italian Classics
La più vasta opera di pomologia ed ampelografia mai realizzata in Italia - 1817-1839

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La più vasta opera di pomologia ed ampelografia mai realizzata in Italia - 1817-1839

GALLESIO, Giorgio (1772-1839). Pomona italiana ossia trattato degli alberi fruttiferi. Pisa, Niccolò Capurro (con i caratteri dei fratelli Amoretti), 1817-1839.

 

PRIMA EDIZIONE di questa opera monumentale che uscì a fascicoli tra il 1817 e il 1839. Essa comprende centocinquantadue schede pomologiche ed ampelografiche, scritte dal Gallesio con l’aiuto di vari collaboratori, e centosessanta acquatinte realizzate da numerosi artisti di area ligure e toscana, fra cui alcune donne, sotto la supervisione dello stesso Gallesio.

La Pomona italiana costituì un’impresa editoriale estremamente impegnativa e senza precedenti nel nostro paese. Essa intendeva descrivere e raffigurare «le varietà più squisite degli alberi da frutto coltivati in Italia».

Attraverso il testo e le immagini, essa fornisce quindi la più esauriente rappresentazione delle varietà frutticole italiane del primo Ottocento e riveste una notevole importanza documentaria e tassonomica. Da un punto di vista scientifico, le osservazioni del Gallesio sulla riproduzione dei vegetali precorrono per molti versi gli studi di G. Mendel e C. Darwin.

Il 5 settembre del 1816 Giorgio Gallesio stipulò un contratto con l’editore pisano Giovanni Rosini, nel quale si definivano gli aspetti tecnici e i costi per la pubblicazione a dispense della Pomona Italiana. La stampa dell’edizione, la cui tiratura fu prevista a circa centosettanta esemplari, fu affidata al tipografo pisano Niccolò Capurro, mentre il botanico Gaetano Savi fu incaricato di fungere da “correttore e assistente alla stampa”. Gallesio si riservò invece il compito di promuovere l’opera, che fu venduta in sottoscrizione. Nel 1817 il fiorentino Niccolò Palmerini, allievo di Raffaello Morghen, entrò nella “Società della Pomona” come finanziatore e consulente artistico.

Secondo le previsioni, l’impresa avrebbe dovuto essere condotta a termine nell’arco di una decina d’anni. In realtà essa ne richiese più del doppio, provocando perplessità e paure negli associati. Con l’uscita nel 1839 della quarantunesima dispensa, l’opera fu interrotta per la sopraggiunta morte del Gallesio. Altre dispense non furono più pubblicate.

Il conte Giorgio Gallesio, originario di Finale Ligure, abbandonò presto la carriera giuridica (egli fu magistrato, deputato, pubblico funzionario e diplomatico durante il periodo napoleonico e negli anni immediatamente seguenti il Congresso di Vienna), per dedicarsi esclusivamente alla botanica e alla realizzazione della sua straordinaria impresa editoriale. Nel 1811 a Parigi, dove si trovava per motivi politici, diede un primo saggio di pomologia, pubblicando il Traité du citrus.

A partire dal 1815 compì numerose esplorazioni scientifiche, percorrendo più volte la Toscana, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, lo Stato pontificio, il Napoletano e il Casertano. Le informazioni da lui raccolte ai fini del completamento della Pomona, furono trascritte negli otto volumi manoscritti dei Giornali di Agricoltura e dei Viaggi, che egli, dopo la sua morte, lasciò all’Accademia delle Scienze di Torino. Morì a Firenze nel 1839.

 

Descrizione fisica. L’opera uscì in 41 fascicoli. Essa si trova sovente rilegata in quattro volumi in folio, che complessivamente comprendono 723 pagine (contenenti i 152 articoli di cui si compone il testo), 231 pagine (tra frontespizi, fogli bianchi, indici ed appendici) e 160 tavole a colori. I 41 fascicoli uscirono privi di paginazione e di ordine prestabilito. La corretta successione delle schede e delle tavole si ricava dagli indici posti alla fine di ogni volume.

I 152 articoli sono dedicati ad illustrare le diverse varietà dei seguenti frutti: Albicocca (6), Carruba (1), Castagna (1), Ciliegia (12), Dattero (1), Fico (22), Giuggiola (3), Lazzerola (3), Mandorla (3), Mela (8), Melagrana (1), Oliva (1), Pera (21), Pesca (30), Pistacchio (2), Susina (11), Uva (26).

Le 160 acquatinte, stampate a colori e rifinite a mano, furono incise da G. Canacci, G. Carrocci, A. Contardi, A. Corsi, P. Fumagalli, L. Garibbo, L. Giarre, C. Lasinio, T. Nasi, G. Pera, S. Rinaldi, B. Rosaspina e A. Verico; su disegni di D. Del Pino, A. Serantoni, A. Basoli, L. Bisi, Isabella e Carolina Bozzolini, G. Bucheretti, G. Caminotti, G. Carocci, R. Cioni, C.A. Digerini, P. Gallesio Piuma, S. Giordano, Bianca Mojon, F. Mori, D. Del Re, M. Rusconi, T. Sebastiani e Vernero.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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