Classici Italiani
Il Werther italiano - 1802

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il Werther italiano - 1802

[FOSCOLO, Ugo (1778-1827)]. Ultime lettere di Jacopo Ortis. Italia [Milano, Genio tipografico], 1802.

 

PRIMA EDIZIONE del celebre romanzo epistolare ispirato al Werther di Goethe, in cui le vicende sentimentali di Jacopo Ortis diventano la proiezione romanzata della vita avventurosa dell’autore.

Niccolò Ugo Foscolo, originario dell’isola greca di Zante (Zacinto), si trasferì a Venezia per completare gli studi intorno al 1793. Quattro anni dopo, tramutatisi in sdegno i primi entusiasmi per l’arrivo di Napoleone a causa del Trattato di Campoformio, con il quale Venezia veniva ceduta all’Austria, il giovane Ugo partì in volontario esilio per Milano, dove conobbe Giuseppe Parini e Vincenzo Monti (innamorandosi della moglie) e collaborò con Melchiorre Gioia al “Monitore Italiano”.

Nel settembre del 1898 si trasferì a Bologna, dove affidò all’editore Jacopo Marsigli la stampa del romanzo epistolare che stava scrivendo, consegnandogli il manoscritto compiuto della prima parte, ossia le prime quarantacinque lettere, e l’abbozzo della seconda. Le vicende militari dei primi mesi del 1799 lo costrinsero tuttavia ad interrompere l’impresa.

Nonostante la momentanea indisponibilità dell’autore, Marsigli pensò di portare comunque avanti la stampa dell’opera, incaricando un certo Angelo Sassoli, ventiseienne studente che pochi anni prima aveva denunciato alle autorità il compagno patriota Luigi Zamboni, di rimaneggiare la prima parte dell’Ortis (bocciata dalle autorità) e di completare il romanzo basandosi sugli appunti originali.

La vera storia di due amanti infelici ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis vide così la luce nell’agosto del 1799, anche se l’edizione reca la data 1798. Foscolo, che nel frattempo si era arruolato nella Guardia Nazionale, era stato ferito nella battaglia di Cento, arrestato e poi liberato a Modena, quando vide circolare esemplari della sua opera così malconcia e saccheggiata, fece pubblicare una Diffida sulla Gazzetta universale di Firenze, in data 3 gennaio 1801, in cui denunciava l’operazione truffaldina dell’editore.

A Milano, dove dal 1801 il governo cisalpino aveva introdotto il diritto d’autore, già in vigore in Inghilterra dal 1709 e in Francia dal 1792, Foscolo pose mano alla revisione dell’Ortis, soprattutto nella seconda parte, centrata sulle peregrinazioni del protagonista che ricalcano da vicino quelle dell’autore, e lo fece pubblicare per i tipi del Genio tipografico.

Dopo due anni passati in Francia tra il 1804 e il 1806, nel 1809 egli insegnò per un brevissimo periodo a Pavia. In seguito alla sconfitta di Napoleone a Lipsia, nel marzo del 1815 decise di lasciare l’Italia e prese la via del volontario esilio in Svizzera. Malgrado le difficoltà per sfuggire ai controlli della polizia austriaca, nel 1816 riuscì a stampare a Zurigo una nuova edizione dell’Ortis. Apparsa presso Orell e Füssli con falsa data e falso luogo (Londra, 1814), la stampa zurighese reca per la prima volta una Notizia bibliografica intorno alle Ultime lettere di Jacopo Ortis e presenta un testo profondamente rivisto, sia sul piano stilistico, che sul piano della struttura interna. Nel 1816 Foscolo lasciò la Svizzera e giunse a Londra, dove trascorse l’ultimo travagliato periodo della sua vita, durante il quale si dedicò prevalentemente all’attività giornalistica e allo studio storico-critico di alcuni testi della letteratura italiana. L’anno seguente, pressato da una disperata situazione economica, stampò l’ultima edizione da lui curata dell’Ortis (Londra, John Murray, 1817), che presenta un testo sostanzialmente identico a quello dell’edizione zurighese, salvo che per alcune lievi modifiche stilistiche.

Costretto a sopravvivere nel povero e malfamato sobborgo londinese di Turnham Green, celandosi spesso sotto falso nome per sfuggire ai creditori, Foscolo morì il 10 settembre del 1827 assistito dalla figlia Floriana. Dal cimitero di Chiswick, dove fu sepolto, le sue spoglie furono traslate in Santa Croce a Firenze nel 1871.

 

Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. (8), 246, (2). Ritratto di Jacopo Ortis in antiporta firmato da Giovanni Boggi. Le carte preliminari contengono l’occhietto; una nota editoriale, datata Milano, ottobre 1802, in cui si dichiarano illegittime tutte le edizioni precedenti; il titolo; e l’avviso al lettore. La carta finale reca l’errata corrige.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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