Classici Italiani
Il primo libro italiano di meteorologia -1540

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il primo libro italiano di meteorologia  -1540

NIFO, Agostino (1473-ca. 1540). De verissimis temporum signis Commentariolus. Venezia, Girolamo Scoto, 1540.

 

PRIMA EDIZIONE del primo trattato italiano interamente dedicato alla meteorologia e alle previsioni del tempo.

Nella dedica, di gusto allegorico-narrativo, a Maria d’Aragona, marchesa del Vasto, l’autore racconta di come, trovandosi a caccia in un bosco, s’imbatté in una figura femminile di grande bellezza che recava in una mano una cornucopia e nell’altra un ramoscello di palma. Questa gli chiese da dove provenisse la sua tristezza ed egli le rispose che poc’anzi aveva visto volare dei corvi sulla sua testa, cosa che aveva interpretato come un segno di imminente maltempo. La figura femminile ribatté di essere la sola a possedere i secreti per interpretare i segni del tempo. Dietro le insistenze del Nifo perché glieli rivelasse, ella acconsentì a patto che egli li rendesse noti alla sola persona in grado di meritarli, ossia la Marchesa del Vasto. Il giorno seguente Nifo si recò nel bosco, come convenuto, e vi trovò un libro intitolato De verissimis temporum signis. La ninfa era svanita.

La prima parte dell’opera tratta del tempo in generale, la seconda, divisa in venticinque capitoli, è dedicata ai segni del bel tempo, mentre i quarantacinque capitoli della terza parte riguardano la pioggia. Seguono quindi De signis nivis, et grandinis (un capitolo), De signis ventorum (venticinque capitoli), De signis diluviorum (tre capitoli, in parte dedicati alle alluvioni e ai terremoti) ed infine De signis fertilitatis, atque inopiae (tre capitoli sul problema dell’alternanza fra periodi di fertilità e di carestia).

L’opera si basa in gran parte sull’autorità degli autori antichi, in particolare Plinio, Teofrasto, il commento di Teone ad Arato, Virgilio ed Alessandro d’Afrodisia, nonché su alcuni autori medievali come Beda, Averroé ed Alberto Magno, ma non è priva di capitoli e giudizi originali.

Agostino Nifo, nativo di Sessa Aurunca, fu uno dei più grandi filosofi e scienziati del suo tempo. Studiò a Padova sotto Nicoletto Vernia e insegnò a Roma, Pisa, Salerno e Napoli. Fu uno dei favoriti di papa Leone X, che lo nominò conte palatino per ricompensarlo dei meriti da lui acquisti durante la disputa sull’immortalità dell’anima contro Pietro Pomponazzi. Scrisse importanti commentari a quasi tutte le opere di Aristotele. Nel 1531 pubblicò a Roma presso Blado il fortunato trattatello sull’amore De pulchro. Incerta è la data della sua morte, da porsi tra il 1538 e il 1543.

 

Descrizione fisica. Un volume in 8vo di pp. 143, (1). Con una figura in legno nel testo (p. 12). Marche tipografiche al titolo e al verso dell’ultima carta.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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