Italian Classics
Il fondatore della pedagogia umanistica - 1470

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

Il fondatore della pedagogia umanistica - 1470

VERGERIO, Pier Paolo il Vecchio (1370-1444). De ingenuis moribus opus. (Venezia, Adam von Ammergau), [ca. 1470].

 

PROBABILE EDITIO PRINCEPS di quello che può essere considerato come il primo trattato umanistico di pedagogia.

Composto intorno al 1402 ad uso di Ubertino, figlio del signore di Padova Francesco Novello da Carrara, il De ingenuis moribus ricevette le lodi di Coluccio Salutati e del grande pedagogo Guarino da Verona, che ne tenne lettura in sede universitaria. Alla base del concetto vergeriano di educazione sta la volontà di educare principi e normali cittadini al conseguimento del bene comune dello stato.

L’opera ebbe da subito un successo straordinario e fu letta ed insegnata nelle scuole fino alla fine del Cinquecento. Si contano più di venti ristampe nel solo Quattrocento. Dal momento che molte delle edizioni più antiche sono senza data, rimane controversa la precedenza dell’una o dell’altra. Ad oggi, tuttavia, le edizione veneziane di Adamus de Ambergau e Christoph Valdarfer, databili agl’anni 1470-71, sono considerate come le più antiche.

A Tubinga nel 1560 il noto riformatore Pier Paolo Vergerio il Giovane, che era discendente dell’autore, curò un’edizione del trattatello, dedicandola a Eberhard, figlio del duca del Württenberg, di cui era precettore.

Vergerio il Vecchio nacque a Capo d’Istria nel 1370. Dopo aver trascorso alcuni anni a Padova, si trasferì a Firenze, dove insegnò logica e studiò diritto civile e canonico. Dopo un soggiorno di due anni a Bologna, nel 1391 tornò a Padova in qualità di professore di logica. Nell’insegnamento di quest’ultima disciplina egli ruppe con i tradizionali schemi didattici e introdusse un nuovo metodo di approccio alla dialettica, seguito in questo anche da Vittorino da Feltre.

A Roma nel 1405 entrò al servizio di papa Innocenzo VII. Negli ambienti della curia romana ebbe modo di lavorare a stretto contatto con umanisti del calibro di Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini. Nel 1414 prese parte al Concilio di Costanza, dove si guadagnò le simpatie dell’imperatore Sigismondo, che lo volle con sé in Boemia e Ungheria. Morì a Buda nel 1444.

Vergerio, probabilmente il più grande  pedagogo del suo tempo, ebbe il merito di saper conciliare la sua grande erudizione classica con una profonda conoscenza della natura umana e con una visione molto moderna del ruolo del maestro.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 64 non numerate. Il De ingenuis moribus occupa solo le prime 33 carte del volume. A carta 34r e a carta 48r cominciano rispettivamente il De legendis antiquorum libris di Basilio Magno e il De Tirannide di Xenofonte nella traduzione di Leonardo Bruni.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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